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titanic

Post n°1375 pubblicato il 26 Settembre 2011 da lilu67

Titanic: Sciagura o Destino?

a cura di Michele Morettini

      

Non molti sanno che i "titani" vaganti nella notte verso un terribile appuntamento erano non soltanto uno, ma almeno tre. Il primo è lui, il grande transatlantico al suo viaggio inaugurale: a quell' epoca, il 1912, è il più grande oggetto mobile mai costruito dalla mente umIl Titanic mentre salpa il 10 Aprile 1912. Solo 4 giorni lo separano dall' immensa tragedia.ana. Tra i suoi passeggeri ci sono alcune delle persone più ricche al mondo e altre tra le più povere, soprattutto emigranti pieni di speranza, alla ricerca di una nuova vita. La nave procede attraverso il nord atlantico quasi alla massima velocità. Un iceberg si trova sulla sua rotta; la collisione ferisce mortalmente l' intero vascello. Il numero delle scialuppe è sufficiente solo per metà del carico umano. I morti sono 1500, la fiducia di un era viene annientata nel giro di poche ore. Il secondo titano, non è reale, ma frutto di fantasia. Lo si trova in un romanzo di Morgan Robertson dal titolo Futility, pubblicato nel 1898, ovvero quattordici anni prima della tragedia. Il libro racconta di come un immaginario transatlantico di nome TITAN sia andato a fondo durante il suo viaggio inaugurale. Le coincidenze con l'evento reale sono sorprendenti, anche al di là dei nomi. Entrambe le navi, quella vera e quella fittizia, erano partite dal porto di Southampton, ed erano cariche di cittadini facoltosi. A entrambe le navi è fatale l'impatto con un iceberg, avvenuto nello stesso punto dell' oceano. In tutti e due i casi si registrano uno spaventoso numero di vittime, per il fatto che non si disponeva di sufficienti scialuppe di salvataggio. Uguali anche altri particolari: il numero delle eliche (3), la lunghezza (882 piedi), il numero delle scialuppe (20), il mese dell' incidente (Aprile), la velocità dell' impatto (23 nodi). Sono molti a considerare il libro in questione come uno straordinario esempio di premonizione. E una premonizione entra anche nella vicenda del terzo titano. Questa volta si tratta nuovamente di una nave vera: il vaporetto Titanian, che nell' aprile del 1935 naviga verso il Canada dall' Inghilterra. Il marinaio William Reeves è di vedetta sulla prua, e i ricordi della tragedia del Titanic lo ossessionano: la sua nave infatti sta solcando le stessa acque nelle quali era affondato il vascello quasi omonimo. Mentre si avvicina alla mezzanotte, l' ora dell' incidente, a Reeves viene d'improvviso in mente la data del naufragio - 14 aprile 1912 - che è anche la sua data di nascita. Spaventato dalle coincidenze, in un impulso improvviso il marinaio aziona l'allarme e la nave si mette in panne, fermandosi vicinissima a un iceberg celato nel buio della notte. Il TITANIAN rimane per nove giorni interi con la chiglia contro la bianca montagna gelata, immobile ma salvo, finche dei rompighiaccio non gli aprono una via di scampo attraverso la gelida distesa. Tre navi, due destini, un unico nome. Per la verità bisognerebbe aggiungerne un altra al terzetto: l'Olympic, la nave gemella del Titanic. Il nome è diverso ma la sua vicenda è legata alla tragedia del 1912. Secondo tesi suggestive, finora non provate, a rimanere vittima del naufragio non fu il vero Titanic ma il malandato Olympic, ribattezzato di nascosto e mandato incontro a una sicura triste fine per incassare i soldi dell' assicurazione. Mentre il vero Titanic, ribattezzato col nome del gemello, solcò felicemente i mari per decenni.

    

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