i miei pensieri
Tutto il nostro sapere ha origine dalle nostre percezioni...
UN AMICO PERDUTO
Le nubi oscurano il cielo
e la pioggia comincia a cadere fitta,fitta.
Il cielo piange per un amore perduto che è il sole
mentre io piango per un amico perduto che è Luca.
L'orizzonte al di là delle nuvole è azzurro
come un tempo era la mia vita
piena di allegria e di speranze
perchè la tua vicinanza mi rendeva
la persona più felice del mondo.
Ora la tua presenza c'è
ma non si vede,è invisibile,senza radici.
Vorrei poterti toccare come facevo un tempo,
ma prima non la ritenevo una cosa importante.
Tu sei nel vento che soffia,
sei nel calore rosso vivo e intenso
di una rosa rossa;
sei nel profumo dei fiori;
dell'aria;della natura.
Sono sveglio,
immobile davanti a questo silenzio,
davanti a tutto...
il respiro della natura,la pioggia,
si ricrea tra la vita...
e la morte
un ciclo eterno e armonioso.
Una voce parla ora al mio cuore...
Ora...
Quell'amico più caro,
mi trasforma...mi rassicura,m'accarezza.
Dedicato a Luca
Da Gianni
FELICITà SENZA RAGIONI
IL colore del tempo
che batte nel silenzio
di una penombra lontana dai passi,
un'immagine senza specchio
accende un sorriso stupito
da riflessi di felicità
senza ragione
la più piccola foglia
diventa la stella più grande
che ancora riflette schegge di luce disordinata
che rimbalza nei miei vuoti colorati di felicità
senza ragioni,
orme antiche sospese
tra cespugli senza polvere
nel sentiero tagliato da leggere
foschie senza tempo
nutrono emozioni e
felicità senza ragioni...
Marco
« nazca | galileo galilei » |
1951 Donald Slayton
Astronauta del progetto Mercury, rivelò in un'intervista che aveva visto un UFO nel 1951:
"Stavo collaudando un caccia P-51 a Minneapolis quando scorsi quell'oggetto. Ero a circa 10.000 piedi di altezza in un pomeriggio di sole. Pensai che fosse un nibbio, poi mi resi conto che nessun nibbio vola a quell'altezza. Più mi avvicinavo, più l'oggetto mi appariva simile a un pallone gonfiato, grigio e di circa un metro di diametro. Ma non appena gli andai davanti la "cosa" non somigliò più a un pallone. Sembrava un disco volante. Allo stesso tempo realizzai che l'oggetto stava improvvisamente allontanandosi da me, ad una velocità di circa 450 chilometri l'ora. Lo inseguii per un breve tratto, ma d'improvviso l'oggetto virò a 45 gradi, accelerò e sparì".
8 aprile 1964
Astronave senza equipaggio “Gemini 1” ; quote orbitali: km 330/160. Subito dopo l'equilibramento in orbita, la capsula viene avvicinata da quattro oggetti sconosciuti che, come rivelano i radar delle stazioni terrestri, la seguono per tutto il suo primo giro intorno al nostro pianeta. Quindi scattano via all'improvviso e scompaiono nello spazio. LA NASA in un primo momento spiegò trattarsi delle parti strutturali del secondo stadio del vettore (un missile Titan), separatesi dalla capsula stessa. Questa spiegazione venne tuttavia smentita quando si apprese che il piano di volo non prevedeva tale separazione, e che in effetti il secondo stadio del vettore e la capsula erano rimasti congiunti fin quando non si disintegrarono precipitando insieme nell'atmosfera. La NASA non emise altri comunicati.
12 settembre 1966
Piloti: Charles Conrad e Richard F. Gordon; capsula: Gemini 11; quote orbitali: km 370/185.
Sull'Atlantico meridionale Conrad fotografa «un globo di luce giallo arancione, molto brillante». Secondo il San José Mercury News, al ritorno Gordon dichiara: «Lo vedemmo dall'oblò di sinistra mentre ci superava. Sembrava proprio un mezzo spaziale. Scattammo in fretta qualche foto. Era giallo-arancione, doveva essere metallico per avere simili riflessi». La NASA parlò del satellite sovietico Proton ITI: ma i dati dell'orbita, ancora una volta, non coincidevano con quelli reali, ed inoltre i satelliti del tipo Proton hanno forma di un cilindro appiattito, mentre l'oggetto fotografato da Conrad appare simile ad una sfera leggermente schiacciata e circondata da un anello.
Dicembre 1968
Piloti: Frank Borman, James Lovell e William Anders; capsula: Apollo 8; missione circumlunare.
Ecco ciò che accadde alla missione del comandante Borman, mai smentita: durante la rotta verso il nostro satellite l'equipaggio dell'Apollo 8 nota un oggetto discoidale che assume una rotta parallela a quella della capsula. Gli strumenti di bordo cessano di funzionare. Un forte senso di stordimento ed acuti dolori alle orecchie vengono provati dagli astronauti, che però correggono la rotta dell'Apollo. L'UFO si allontana velocemente e a bordo gli strumenti ricominciano a funzionare. I contatti a Terra, con Houston, interrotti a causa delle interferenze, sono ripresi. Ma l'avventura non è ancora finita. Entrati in orbita lunare, si presenta un altro UFO, enorme, che emana una luce purpurea: all'apparizione seguono ondate di calore, ronzii insopportabili, e le apparecchiature si bloccano di nuovo. Borman, Lovell e Anders sono colti da emicrania, difficoltà di respirazione, tremori alle mani, «vuoti di memoria». Il tutto dura una decina di minuti, mentre a Houston i tecnici Russel Hoicombe e Scott Harnister stabiliscono che l'Apollo si é allontanato dalla rotta stabilita e che non potrà essere diretto nuovamente verso la Terra. I tre astronauti escono dalla situazione critica per la loro presenza di spirito, facendo ricorso ai comandi manuali. La missione può essere così portata felicemente a termine. Al loro ritorno la NASA fa riferimento ai disturbi dell'equipaggio dell'Apollo 8 (il primo ad aver affettuato un viaggio così lungo e ad aver circumnavigato il nostro satellite), ma le vere cause di essi secondo il National Examiner e Gosta Rehn, sono taciute per il timore di far scoppiare il panico.
Novembre 1977: Aeroporto di Milano/Linate.
E' una sera di pioggia, leggermente nebbiosa: un aereo Lufthansa scende verso la pista, guidato dal radar di terra lungo il "sentiero di avvicinamento". Ad un tratto sullo schermo del radar stesso compare una traccia, proprio davanti all'aereo: è un'eco strana, che si muove a scatti, come danzando, sulla testata della pista. L'avvicinamento dell'aereo viene interrotto, e la procedura è iniziata da capo, ma inutilmente. Per tre volte il radar "batte" la strana traccia, e per tre volte l'aereo deve riprendere quota rinunciando all'atterraggio: alla fine verrà dirottato su un altro aeroporto. Due automobili mandate a ispezionare la zona, non rilevano nulla d'anormale. Il radar d'un altro aereo che rullava sulla pista, acceso su richiesta dell'ufficio-traffico "batte" invece la traccia stessa, presa improvvisamente velocità, e si perde in direzione sud-sud-ovest.
Agosto 1980: Cielo di Anzio.
Nella serata del giorno 26, fra le 20 e le 21, i comandanti di due DC-9 che si trovavano nella zona, sono testimoni dello stesso fenomeno: "intense luci multicolorate che sfrecciano intorno ai velivoli. Ad un tratto una di esse sembra esplodere e manda tutto intorno una nuvola di frammenti incandescenti". I radar di bordo dei due aeroplani non registrano nulla, nè alcuna traccia è battuta dai radar di terra. Nella zona non erano in corso esercitazioni di volo o di tiro, nè c'era (al di fuori degli aerei interessati) alcun tipo di traffico.
Febbraio 1984
Un oggetto luccicante e velocissimo sfreccia sotto un executive privato, in volo nei dintorni di Torino. Ecco il testo della registrazione TBT (terra-bordo-terra) riguardante il colloquio che s'è svolto fra il comandante dell'aereo e il centro radar, all'aeroporto:
Velivolo: - siamo stabilizzati a 5.000 piedi. E' passato sotto di noi un oggetto velocissimo, luccicante. Ci sono aeroplani nella zona?
Radar: - Negativo.
Velivolo: - Ci è passato proprio sotto la pancia.
Radar: - Sullo schermo non vediamo niente. Controlliamo con la torre.
Veivolo: - E' velocissimo. Poteva essere un F-104?
Radar: - Ci informiamo con la difesa. Noi non abbiamo tracce sullo schermo.
Velivolo: - Ci fa piacere essere stati un pochino più alti del previsto, perchè...
Radar: - A questo punto lo pensiamo anche noi.
Interpellati subito dopo, i centri della difesa aerea hanno escluso la presenza di velivoli militari nella zona.
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LA VITA OLTRE LA MORTE
"A te che piangi i tuoi morti" "Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo;se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra,non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio,dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto! Ci siamo amati e conosciuti nel tempo:ma tutto era allora così fugace e limitato! Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi: tu pensami così;nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore! Non piangere più se veramente mi ami!"
(Agostino)
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