Creato da clorindaetancredi il 02/08/2012

Limbo

Ricamatore di nidi secolari...

 

Tu desiderio Io passione.

Post n°432 pubblicato il 04 Aprile 2013 da clorindaetancredi
 

Mi hai insegnato ad amare in modo naturale nella fusione dei corpi ad assaporare l'ebbrezza del piacere del sensual peccato della passione anelata e mai...
...provata, dei nostri corpi orditi, intrecciati...
i miei sensi invocavano emozioni e chiamavano te...
desiderio mentre il tuo corpo sospirava il mio nome passione
io guarderò dentro la tua anima e la riempirò di un caldo sole saprò amarti se vorrai con tutta la sensual passione che nasce in me perché sono nato per te,
sono nato lì dove i nostri corpi si sono fusi,
sono nato dal tormento di quei fremiti
Tu desiderio
Io passione.
Godendo dei sensi di te dea avvolta in un incantesimo d'estasi vestita di baci,
placato sulle tue carezze, dai tuoi sguardi e dal tuo caldo sussurrare,
la mia bocca dipingeva il tuo corpo mentre ricamavo amore,
ora disegno la tua passione avvolto da voluttuose spire del tempo passato,
l'olfatto anela il tuo impalpabile profumo,
ispirando a solleticar sensi, desiderando il peccato... consumando il piacere,
vivono nuovamente i pensieri immutati come allora,
quando del tuo sapore hai impregnato la mia anima...
noi avidamente alla ricerca dell'incanto del desiderio,
della passione e della beatitudine del piacere intenso...




 
 
 

Scopa con moderazione

Post n°431 pubblicato il 04 Aprile 2013 da clorindaetancredi
 

La sua oscura immensità emergeva nella maestosità della figura
in controluce che la faceva sembrare un fantasma di cui ne era il lenzuolo,
la pelle diventava una veneziana antica,
mi chiedevo da dove proveniva, se tra le pieghe del passato o in una celata sofferenza che non l'abbandonava,
Icona eccentrica in un mondo che miete vittime, quelle persone poco creative, ingabbiate in tentativi di pigrizia mentale, dove non si ha mai niente da dire, arte incrociata nella visione apocalittica monodimensionale,
improvvisata al momento come cultura di spazi volteggianti nel tempo in un gusto eccentrico del macabro,
coltivavo nell'acuta somiglianza di lei donna vestita da madre natura,
con la devastante bellezza afrodisiaca di musa nata da venere e marte,
abituata a rimescolare le acque dove si specchiava,
esprimendo l'immagine distorta da dea inarrivabile,
irragiungibile per qual si voglia uomo mortale,
sognava passerelle non dark, neanche manga,
ispirate ad una felicità sognante in un mondo decadente,
senza sole che entra dalla finestra,
ad accendere la scintilla della sensual passione spontanea,
nascosta in fondo al suo cuore.
La pura bellezza non artefatta da chirurghi plastici,
di sicuro la sua mente era pericolosa,
di certe persone che non dimenticano la timidezza primordiale.
Ovvio non serviva un analista per capire il senso d'angoscia che pervadeva le sue reazioni inattese,
argomento tabù per un pubblico non pagante,
complice esplicito in argomenti omosessuali,
nella masturbazione gigionnica improvvisata al momento,
quei traumi storie di gelosie nella follia scoprivano che a letto era una donna che uccideva bruciandone i cadaveri,
elimina tutte le tracce ripeteva dopo averne bevuto ogni goccia d'umori,
ingurgiati avidamente,
lasciati esplodere nella sua gola,
scoprendone la consistenza fragrante non vintage,
isteria nata nel fashion system,
ricamato da dita di una mano adunca,
sviscerata in note di musica in quella danza marziana,
dal ritmo rumoroso e frenetico di notti parigine,
in bistrò chiusi ermeticamente da zip,
su scarpe di velluto alsaziano allungate su divano di pelle nera nell'appartamento al quinto piano senza ascensore.
Scopa con moderazione se vuoi assaporare ogni singola sensazione di appagamento fisico e mentale,
bruciandone ogni intensità non claudicante e svogliata.

Lèon

 
 
 

Penso...

Post n°430 pubblicato il 29 Marzo 2013 da clorindaetancredi

Responsabilità incredibile, incredibile impegno quello di scrivere su carta pensieri propri rendendone partecipi lettori sconosciuti, i cui mondi, i cui interessi, le cui esperienze di vita sono forse diametralmente opposte alle mie..

A volte si può aver voglia di dire mille e più cose ma poi, di fronte a carta e penna , o più modernamente parlando, di fronte a monitor e tastiera, sembra che i pensieri si incasellino in un domino di lettere confuse, la cui soluzione sembra un labirinto.

Sempre più spesso sentiamo parlare del mondo dei giovani, sentiamo critiche, giudizi, condizionamenti, ma soprattutto paragoni.

Paragoni con i tempi che furono, paragoni con ciò che di bello si è vissuto in passato e soprattutto paragoni con ciò che oggi i ragazzi secondo molti "IO PENSANTI" non hanno più:

valori, sogni , integrità, impegno.

I tempi che furono: i meravigliosi anni '60 e '70, gli anni '80 del benessere, gli anni '90 del consolidamento economico.

E poi, paradossalmente, si è entrati in un nuovo millennio e sembra che un numero che cambia, un 1 che lascia il posto ad un 2 riesca a stravolgere un modo di vivere e un modo di intendere società, rapporti, tempo e dialogo.

Comunicare oggi è una evoluzione di ciò che negli anni il progresso ha reso possibile, ma soprattutto è soggetto ad identificarsi sempre di più con quei mezzi che tutto il contesto commerciale ci propina come indispensabili: cellulari, mp3, mp4, pc, tablet.

Non esiste centro commerciale nel quale questi articoli non siano sovraesposti, promossi, sponsorizzati, a volte quasi regalati pur di incentivarne l’uso, eppure ci si guarda intorno, con un cellulare in una mano, il lettore mp3 nell’ altra, e si chiacchiera di come oggi la società sia schiava del consumismo, del benessere, di come oramai i ragazzi di oggi siano diventati solo capaci a rincretinirsi di fronte a schermi che, cito testualmente l’opinione dei più, "li rendono sempre più alienati", sempre più lontani dal reale e sempre più inseriti in un mondo "virtuale", demonizzato, criticato, apparentemente odiato, eppure cosi ricco di utenti da lasciare a tutti noi, quanto meno, un'ampia possibilità di riflessione.

Perchè tutti, e dicendo tutti mi riferisco ad un bacino di utenza ampio e vario che non comprende solamente ragazzi adolescenti, cercano un rifugio nel virtuale?

Apparentemente chiunque vi potrà rispondere che lo si fa per gioco, per evasione, per gusto di provocare, ma la vera e propria evasione è quella che ognuno di noi cerca da se stesso.

Ci diamo il privilegio di demonizzare, di criticare, di valutare, la leggerezza del mondo dei giovani, eppure non ci rendiamo conto che rifugiarsi in un mondo fatto di virtualità, mistero, silenzi, e identità celate, è un procedimento che si è innescato in concomitanza con il tempo che non è mai abbastanza, e con i ritmi di una vita fatta di stress, impegni, debiti, in cui il tempo per parlare è sempre meno, il tempo per ascoltare è sempre meno ma, soprattutto, minore è diventata l’attenzione che abbiamo per il mondo che ci circonda.

Entrare in un sito, parlare con degli sconosciuti, aprire a loro il proprio mondo, è diventato un fenomeno di costume, una cosa abituale, un gioco secondo i più, ma guardiamoci bene tutti in viso quando entriamo in questi luoghi.

Leggeremo nei nostri occhi un senso di solitudine, di malessere, un senso di non amore che ci porta a cercarne in chi, per gioco o per altro, sembra dedicarci il suo tempo.

La realtà dura e cruda, purtroppo, è che si ha troppa fretta oggi anche solo per sorridere ad un bambino che passa, o per dire ad una persona che vorremmo conoscerla meglio, e poi si ha paura, paura di non essere all’altezza, di essere rifiutati, paura di non appartenere a quegli stereotipi che ci propinano, paura di sentire un no di fronte al quale ci sentiremmo indifesi, impotenti e feriti.

La paura del no è ciò che ci porta ad aver paura di noi, ma soprattutto è ciò che ci distrugge l’intraprendenza, la fantasia, la voglia di esprimere ciò che siamo, nei gesti e nelle parole, e ti porta nel buio di un sito internet dove puoi giocare ad essere chi vuoi. Finchè guardandoti allo specchio non ti accorgerai che un castello di sabbia si sgretola anche se a passare è un vento caldo di scirocco.

Chi scrive, sta raccontando un mondo che ha conosciuto, che conosce, e soprattutto sta raccontando di come un vento di scirocco arrivato all’improvviso abbia sgretolato un castello che sembrava venire da una favola.

E’ facile a volte illudersi, ma altrettanto facile è illudere!

Ci si mostra nelle vetrine, nelle foto, nei blog, nei commenti cercando di risultare interessanti, piacevoli, simpatici, e ci si nasconde sempre di più dietro ciò che vorremmo essere e non siamo.

A volte vedi immagini assurde di donne o uomini che si mostrano come "un pezzo di filetto in una vetrina di una macelleria", pezzi di corpo, giochi di seduzione, provocazione spinta, tutto lecito, autorizzato, tacitamente incentivato da chi questi siti li crea, li gestisce, da chi ne trae profitto.

Si parla di decoro, di rispetto per la privacy, per il buongusto per la dignità quando sottoscrivi l’assunzione di responsabilità, ma poi entri su un sito e trovi delle immagini di fronte alle quali ti rendi conto di come il principio portante di chi crea questi luoghi virtuali è solo e soltanto sfruttare la disperazione altrui per avere profitto.

Entrate su quel sito…

Troverete immagini di ogni genere, persone di ogni genere, storie di ogni genere.

Provate a vedere con gli occhi di chi spera e si sente solo, e poi guardate con gli occhi di chi la vita l'ha vissuta, è ferito ed avvezzo ad ogni genere di cosa.

Vedrete ciò che oggi io vedo e che mesi fa, iscrivendomi a quel sito non vedevo.

Vedo solitudine, degrado, volgarità messa in vetrina per attirare le persone ad iscriversi, ma soprattutto vedo incoerenza.

Si parla di condivisione, di amicizia, di dialogo, di interessi, ma poi si permette a chiunque di SPUTTANARE, attraverso bieche insinuazioni.

Non voglio demonizzare nulla, anche perchè io per primo ho aderito a questa cosa, ho costruito un blog, messo foto, post, poesie; alcuni/e sono passate inosservate, quasi tacitamente ignorate.

Cosa ho capito nel tempo?
Quello che viene chiamato dialogo non è altro che commercio, vendita diretta della solitudine e della insicurezza delle persone.

Troppo facile, troppo sleale, troppo ipocrita, ma soprattutto distruttivo per chi ha paura di vivere la vita. E allora, cerca di costruirsi la vita che vorrebbe credendo alle illusioni che, chi la buona fede non la ha, spaccia per verità per non rintanarsi nella propria solitudine.

Non rinnego ciò che ho fatto, ne toglierò il mio profilo, o cancellerò il mio blog, ma nel tempo, mi sono accorto che sono state pochissime le persone che sono andate oltre l’esposizione di carne al dettaglio, e hanno voluto vedere realmente chi ci fosse dietro un profilo, dietro un blog.

E solo per una di loro sto scrivendo questo post, perché anche nella più totale desolazione si può trovare un fiore cresciuto nelle pietra, e i suoi colori sono brillanti come le fotocopie sbiadite non potranno mai essere.



 
 
 

Anime affini...

Post n°428 pubblicato il 27 Marzo 2013 da clorindaetancredi
 

Il calore della tua voce
mi sveglia dalla notte di solitudine
da quel sogno impossibile
giro per le vie della città semideserta
poche persone ad incontrare
nei loro occhi vedo solo i tuoi occhi
tu sei per me
la fuga da questo mondo
tra le tue braccia mi ritrovo
in una dimensione dove tutto diventa possibile
ma quando sento il tuo cuore lontano
il calore della tua pelle diventa
fredda come ghiaccio
ed io mi sento perso tra dune di sabbia sahariana.

Tu sei il fiore che ha svegliato
il mio cuor d'un refolo caldo d'amor
con quella sensual passione intensa
che ti contraddistingue da ogni donna
con la voglia di condividere istanti
scoprendo l'amor tramite amor
segreto impenetrabile non estraneo ad
Anime affini...
...come Sole e Luna



 
 
 

La complicità

Post n°427 pubblicato il 27 Marzo 2013 da clorindaetancredi

Uno dei capisaldi che rende l'amore
più intrigante in una coppia è...

...La complicità:

quel parlarsi con gli occhi,
     capirsi in ciò che si vuole in quel momento,
quel passeggiare per strada mentre la gente,
     si volta a guardare invidiando quell'alone
     di magia che si crea intorno a quella coppia;
quel trasformare la propria vita in un connubio,
     ascoltando la musica che hanno dentro,
     creando una danza nell'abbraccio dei corpi;
quel lasciarsi trasportare dalla sensualità della passione,
     non forzosa ma, naturalmente complice;     
quel diventare onda e scoglio,
     sapendo che anche durante una tempesta,
     si ritroveranno a viversi a sfiorarsi
     con piccole/grandi gocce d'amor intensamente passionale...

 
 
 

 

 

 

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