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LA DIDATTDICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini - (Bel Ami Ed.) - Le frasi e le pagine più belle - CONTINUA SETTIMA PUBBLICAZIONE

Post n°129 pubblicato il 01 Agosto 2013 da loredanafina1964

Contenuto del foglio dattiloscritto:

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Data una Rana, HILA ARBOREA, anfibio molto diffuso di una specie fra le più comuni, e dato un pentolino, posto su un fornello a un fuoco di media intensità, cosicchè la temperatura possa aumentare al suo interno di un grado alla volta ad intervalli regolari, chiudendo la rana nel pentolino l'anfibio di cui sopra avrebbe tempo sufficiente per abituarsi alle variazioni tanto che morirebbe per il troppo caldore senza nemmeno accorgersene fino ad un solo secondo prima che la temperatura diventi, per lei, letale.

La rana muore, in definitiva. E se ad un'analisi attenta tutto sembrerebbe indicare che è per il calore che la rana è morta, capiremmo che la rana non è morta di calore. E' morta di educazione. Mi segue Dario?

Quella stessa rana messa nel pentolino di colpo alla temperatura critica che ne causerebbe la morte non esiterebbe un secondo a saltarne fuori. La nostra rana, invece, viene "educata" alla temperatura e in questo modo uccisa.

Ora pensi alla nostra, di educazione. Se torna indietro abbastanza da pter guardare bene sotto lo strato di quotidianità che la riveste vedrà che c'è una grossa X nera che copre la metà delle nostre emozioni e pulsioni. 

Chi ci educa ci insegna l'amore un grado alla volta.... Come rane ci danno un grado dopo l'altro di distillato di buoni sentimenti attraverso la famiglia, la scuola, il catechismo.

Ci viene insegnato che Amare la propria mamma non è come amare la maestra, che a sua volta non è come volere bene alla tua compagna di banco delle elementari destinata poi, a diventare l'adolescente che inonderà la tua mente durante le lunghe ore di autoerotismo, poi la ragazza che ti spingerà a litigare con i tuoi amici e poi, forse la donna da sposare, da ingravidare, da cui divorziare - assegni di mantenimento, avvocati e figli in lacrime inclusi.

Fino a morire, morire d'amore, si, ma.... un grado alla volta. Educatamente.

Senza lotta, senza ribellione, senza spargimento di sangue. L'educazione all'Amore ci rende docili.

Tutto questo però non viene fatto per quanto riguarda l'Odio. Uso qui la parola Odio in un senso molto generico. Non ho grande scelta, purtroppo. Come lei, non sono stato educato ad esso.

Ci si meraviglia, dunque, che l'Odio sia, per noi, così complicato? E' ovvio,, non ne abbiamo alcuna esperienza!

E poi, anche l'Amore è complicato, ma non per questo ci viene proibito. E l'Odio è, dell'Amore, il sentimento complementare.

Così affine che non molti anni fa un gruppo di neuroscenziati dell'University College of London ha dimostrato che in uno studio condotto su un campione di centosettanta soggetti, cento uomini e settanta donne, (centoventi dei quali destrimani), con un'età media pari a 34,8 anni, che il cosiddetto "Circuito dell'Odio" coincide in larga parte con le zone del cervello che si attivano in relazione all'Amore. Vuole sapere qual'è l'unica differenza fra i due circuiti?

Una vasta area di corteccia cerebrale si disattiva in caso di sentimenti di Amore mentre solo una minima parte della stessa viene "spenta" in caso di Odio.

Ci vuole più cervello per odiare che per amare, Dario!

L'Odio risale a quando eravamo Animali, prima di diventare anche Uomini.

Attenzione, dico anche. Noi siamo sia Uomini che Animali, ma questo, al giorno d'oggi, tendiamo a dimenticarcelo. Prima di essere Uomini l'unica pulsione che storicamente ha preceduto quella che ci spingeva ad accoppiarci è stata  quella che ci teneva vivi, e a odiare tutto ciò che voleva impedircelo.

Non sto dicendo che dovremmo odiarci come gli animali Dario.

Dario, gli animali non odiano. Non ne hanno necessità perchè ognuno ha il Diritto di sfidare l'altro e se vince prenderne il posto in nome del miglioramento della specie. Si uccide, si, ,a per il bene comune. E in nome della vita ci si difende, senza Odio.

Dicevamo, fra gli animali, l'Odio inteso come pura aggressione non esiste. La natura fa presperare il suo frutteto sfrondando e potando: l'Odio è il suo falcetto, è sciocco illuderci di poter fare a meno dei suoi servigi.

Nell'imprinting dei cuccioli di quasi ogni specie l'Odio viene insegnato dagli adulti in maniera scientifica e in maniera scientifica se ne studiano gli effetti. Ne consegue che nell'animale adulto tutte le emozioni diciamo negative sono gestite in maniera efficiente, senza disastrose ripercussioni, ma solo secondo l'unico principio che veramente porti ad un progresso, l'unico sinceramente al di là del bene e del male: il principio di utilità.

A chi mi dice che se lasciassimo l'Odio libero di esistere la conseguenza sarebbe l'annientamento della razza umana, risponderò che in natura l'Odio è già libero, e nella sua perfezione la Grande Madre ha stabilito regole ferree per evitare guai, regole che proprio l'educazione che ci è stata imposta ci porta a trasgredire: l'atteggiamento sottomissorio di un lupo sconfitto che offre la gola, scatena nel vincitore un meccanismo inibitorio biologico che lo porterà non mordere a morte l'avversario. Quando il lupo grida "finiscimi", il lupo più forte non lo fa. Un pio uomo, molto probabilmente, messo davanti ad un suo simile nelle stesse condizioni, lo farebbe.

Scommetto che se ora le chiedessi di indovinare quali sono i pochi animali in cui sia possibile riscontrare comportamenti assimilabili all'Odio non impiegherebbe molto tempo ad intuire la verità. Proprio così, sono quelle specie dove sopravvivono condizioni tipiche delle società umane, ovvero Gerarchia, Lavoro organizzato, e sopratutto proprietà.

Parliamo di leoni, api e - sopratutto- formiche, oh sì, Dario, lei non riesce ad immaginare quale fottuto e maledetto concentrato di Odio sia una Formica.

In tutti gli altri casi, gli animali non si odiano. Non si fanno la guerra. Semmai competono e solo col fine, utilitaristico, della sopravvivenza, del miglioramento della specie.

E per quelli che cacciano per vivere, la loro attività predatrice è rivolta contro classi ben determinate di altri animali e senza alcuna connotazione di Odio ma solo secondo la naturale linea tracciata dall'evoluzione.

Non vedremo mai un falco o un ragno uccidere per il mero gusto di odiare. Occorre ricordarci che l'Odio esiste, e concordare un modo equo per viverlo, senza proibirlo ma semplicemente gestendolo, provandolo, sentendone il gusto e le conseguenze, senza paure, senza proibizioni.

Occorre ricordarci del principio d'utilità, e delle regole della Natura, le uniche alle quali alla lunga siamo tutti sottomessi. Non siamo educati ad odiare, è per questo che quando lo facciamo, lo facciamo in modo così infantile - e dannoso. Occorre, in sostanza, una Dialettica dell'Odio.

Faccia buon uso di queste mie parole, le scriverò ancora, molto presto. 

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Aveva ragione Federico, questa lettera è un'attentato. Ma ne aveva frainteso il bersaglio. Un uomo che non conosco, che non si firma, che nemmeno scrive con la sua calligrafia, mi sta offrendo un'arma per scagliarmi contro le leggi che il Governo ha appena varato. Che fosse diretta proprio a me non c'è dubbio, mi ha chiamato più volte per nome.

E a questo punto mi domando: Perchè? Perchè proprio io? Probabilmente deve aver pensato che io sia talmente disperato per la mia condizione di recluso in una gabbia di politically correct da essere disposto ad un attentato suicida contro lo status quo.

La cosa bella è che ha ragione. 

______________________________

 

PROSSIMA PUBBLICAZIONE AL PIU' PRESTO!  :)


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