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dal libro "DICERIA DELL'UNTORE" di Gesualdo Bufalino- Sellerio Ed. - Le pagine e le frasi più interessanti- 7^ PUBB.

Post n°173 pubblicato il 28 Novembre 2014 da loredanafina1964

La sera dopo, non seppi resistere, e chiesi al più giovane e sboccato dei miei compagni, a Luigi detto l'Allegro, o anche il Pascià di Patrasso, per via di una millantata sbornia d'amore in un postribolo greco, di lasciarmi scendere con lui di nascosto, dopo mezzanotte, in giardino. Aveva appuntamento, e non era la prima volta, con Adelina, una magretta già quasi salva, tribolata però da voglie che neanche il sono era capace di rabbonire. Si toccavano come potevano attraverso la grata di separazione, si dicevano frottole, indecenze, concertavano raggiri senza numero per incontrarsi fuori, la domenica. A costei volevo chiedere notizie di Marta, un'anagrafe quanto più meschina possibile, che la traesse dall'aria di miracolo di cui m'era parso naturale circondarla nel corso della mia imbambolata serata, e mediante qualche rivelazione di ticchi, calze smagliate e sudori me la facesse respirare accanto come una creatura di tutti i giorni. Poichè insomma, non s'accomodava con l'economia del mio tempo il prolungarsi di uno stato d'estasi e vitanuova, quando a me, al contrario, serviva solo un corpo da consumare subito, prima che il nostro vagone piombato si fermasse al deposito della stazione d'arrivo. E inoltre......inoltre io sono così fatto: rapidamente avvampo e rapidamente mi spengo. Spiando ogni volta con avidità nel ventre del fuoco il grigio nascosto della cenere futura. 

Così ora, riguardo a Marta. Mentre era appena alle prime battute il grande andante d'oro del mio innamoramento per lei, già dentro di me la desideravo refrattaria se non indegna, per prepararmi a disporre in anticipo i pretesti e gli svincoli della fuga di domani.

Ebbene, di quel che tacitamente speravo, l'Adelina, come se lo facesse apposta, mi diede soddisfazione sino alla feccia. 

"La Petacci, vuoi dire? Ma è una delle più fradicie" soffiò attraverso le borraccine e il fildiferro che di dividevano. "Non la curano quasi più, le lasciano fare quello che vuole, perfino ballare, l'hai visto".

"Di dov'è?" Chiesi. "Com'è finita alla Rocca? E perchè la chiamate così?"

"Non so bene," rispose " e lei parla a labbra strette, la principessa. Dicono ch'è una di su, e stava a Sondalo ma gli altri malati non ce l'hanno voluta. E che prima ballava alla Scala. A me pare una sciantosa. Del resto se ne dicono tante....".

La voce della giovane s'abbassò fino al sussurro, si tinse di un sorprendente pudore:

"Dicono di un capitano delle Esse Esse, di una villa sul lago. E cose peggiori. Certo i capelli le sono ricresciuti da poco sul capo rasato....".

Prosit, eccomi fin troppo servito. Due volte intoccabile, un record. Ero cascato bene a impressionarmene, io che per quelli dell'altra parte nutrivo fino a ieri, esclusivo come un amore, un livore da ragazzo, al di là di ogni condiscendenza, dubbio o perdono, al di là di ogni condiscendenza, dubbio o perdono. Non restava dunque che dire basta, passare la mano e via. E nondimeno, tanto si contraddice in me il garbuglio di sentimenti, proprio da quella sovrabbondanza di ragguagli ostili, in quel medesimo istante, quasi sotto l'irritazione di una frusta o di una brezza salata, cominciò a nascermi e a crescermi dentro una passione, non sembrandomi vero di aver trovato al posto di un elfo un uccello spennato e sozzo, e di poter mescolare alle indiscrezioni del desiderio un'oncia di incarognita pietà. E chi dunque avrebbe saputo ormai togliermi dalla mente, a dispetto d'ogni mio sotterfugio, quel luccichìo d'affralito sorriso, se sorriso era, mentre se n'andava?

Mi accomiatai, era tempo. Ma prima, e senza rimorso, acconsentii ai enocini dell'Allegro che con la mano e con lo sguardo m'indicava nella massicccia tenebra dell'Ala Sud un minuscolo ritaglio di finestra ancora illuminato, davanti a noi. Attraverso lo spioncino del fogliame, allargato a forza di braccia, non potei vedere gran cosa, un labile bagliore, non so se di carni o di vesti, ma abbastanza per risentire il solito mulino a vento del sangue e per dovermi appoggiare un momento al mio compagno che rideva. Poi lo lasciai con l'Adele, ai loro sfinimenti, rincasai attraverso un sèguito segreto di scale e usci di riserva, dalla lavanderia sino alla mia stanza, scivolando lungo le mezze luci dei corridoi, come nei libri si dice facciano i lestofanti d'albergo calzati con soprascarpe di feltro.

Da allora, divenne una favola, alla Rocca, il mio amore per Marta. Ne parlavo con tutti, chissà che m'aveva preso. Mi ridevano in faccia le ragazze in vestaglia che incrociavo sulla soglia del parlatorio, minacciandomi col dito; ci scherzava sopra il medico Vasquez, nell'atto di scribacchiarmi col lapis, come fiordalisi di Francia, i suoi circoli sul costato; una frase mi derse sul muro del cesso comune.......Solo il Gran Magro, mai una volta che tornasse a pronunziare quel nome. Però ora mi trattava da cliente, con burbanza e pedanteria; nè veniva più a trovarmi se non per la visita che mi doveva, come agli altri, nelle ore giuste; accompagnato da suore, assistenti, e guardandomi appena, con bulbi d'occhi gonfi come bubboni. Tutti segnali d'un ripicco e ingelosimento che in un uomo ironico non mi sapevo veramente spiegare. Non me ne turbai più che tanto, ma attribuii quel contegno agli scarti di un'indole zoppa, il cui fondo di funebre nevrastenia, sommosso dall'età, sobbolliva e sorgeva senza resistenza alla luce. D'altronde, dopo quell'incontro dietro le quinte, non avevo più rivisto la ballerina, contento abbastanza di pascere da solo, prima d'addormentarmi, uno svago della fantasia, in cui entrambi, guariti, ci baciavamo davanti a un mare. Non che mi trattenesse dal cercarla il pensiero del suo passato. Questo, me ne accorsi con meraviglia, non riusciva a ispirarmi che un blando orrore, profumato dalla lontananza. Come la notizia di un naufragio, in una vecchia bottiglia, a un solitario guardiano di faro. Che altro eravamo, del resto, alla Rocca, e non, ciascuno, un guardiano di faro scordato dagli uomini sopra uno scoglio di Mala Speranza?

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