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dal libro: "CIVILTA' GLOBALE di D. Ikeda e M. Tehranian- Sperling&Kupfer edit."LE PAG PIU' INTERESSANTI - 8^ PUBB.

Post n°157 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da loredanafina1964

pag. 37

IL BUDDISMO

Terhanian: A mio parere il Buddismo Nichiren e l'Islam hanno in comune alcune caratteristiche. Per esempio, entrambi attribuiscono molta importanza alla popria storia, cosa che non fanno alcune scuole indù e cristiane.

Un altro punto in comune è l'enfasi posta su questo mondo, sulla realtà sensibile. Come sa, esistono religioni più spiccatamente orientate verso il Paradiso o l'aldilà che verso la vita terrena.

PERCHE' SHIAKYAMMUNI SCELSE LA TONSURA

Tehranian: Vorrei che mi spiegasse qualcosa di più sil Buddismo, signor Ikeda, e spero che nel corso della nostra conversazione le analogie e le differenze tra l'Islam e il Buddismo diventino chiare. Certo, non interpreteremo negativamente le divergenze che troveremo fra noi.

Ikeda: "Differenza" può significare "diversità". Le somiglianze offrono una base per la collaborazione, ma dobbiamo essere consapevoli delle differenze e disposti a rispettare il ruolo e i valori di ciascuna religione. Poi troveremo i modi per dare il nostro contributo al mondo.

La "parabola delle tre specie di erbe medicinali e delle due specie di alberi", citata nel quinto capitolo del Sutra del Loto, dimostra con quanta imparzialità il Budda spieghi la verità a tutti gli uomini, ma con quante differenze loro la comprendano e ne traggano beneficio, a seconda delle rispettive capacità. La pioggio che dona la vita, dice la parabola, cade in egual misura su tutta la vegetazione, ma viene assorbita in quantità differente, perciò le piante crescono a varie altezze, a seconda della propria natura.

Analogamente, gliinsegnamenti del Budda aiutano le persone a crescere in molti modi, garantendo così la diversità di vita e cultura. La diversità è una dimostrazione di vita.

Tehranian: Come abbiamo detto in precedenza, l'uniformità è sinonimo di morte.

Mi permetta ora di porle alcune domande su Gautama Budda e sul significato storico del suo pensiero.

Ikeda: Gautama Budda è comunemente noto come Shakyamuni (in giapponese, Sahkuson). "Shakya" deriva dal nome della sua tribù di origine, e "muni" sta per saggio o santo. Mi permetta dunque di chiamarlo Shakyamuni, anzichè Gautama Budda.

Il grande poeta indiano Tagore ha detto di lui: "In India, Shakyamuni fece dell'uomo un grande essere. 

Non approvava il sistema delle caste, liberò il popolo dai rituali delle offerte sacrificali e tolse a Dio la competenza degli obbiettivi umani. Shakyamuni rivelò la forza innata nell'uomo e cercò di suscitare la beatitudine e la felicità dal suo interno, anzichè andarne in cerca nel Regno dei Cieli. Con profondo rispetto e sollecitudine per l'umanità, Shakyamuni esaltò la sapienza, la forza, lo zelo e le altre qualità precipue dell'uomo. In questo modo proclamò che l'uomo non è un'inezia, un essere miserevole in balia del destino".

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La prossima pubblicazione al più presto.

 
 
 

dal libro: "CIVILTA' GLOBALE di D. Ikeda e M. Tehranian- Sperling&Kupfer edit."LE PAG PIU' INTERESSANTI - 7^ PUBB.

Post n°156 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da loredanafina1964

Pag. 33

I RAPPORTI CON L'EUROPA MEDIEVALE

 

Tehranian: In altri campi della produzione culturale il mondo islamico era avanzatissimo, e contribuì direttamente all'arricchimento della vita quotidiana.

Ikeda: Molti termini scientifici hanno origine sia dall'arabo sia dal persiano (per esempio alcol, alcali, ammoniaca e anilina), e anche parole di uso corrente, fra cui alcuni nomi di cibi e vegetali, provengono dalle medesime fonti: pigiama, giungla, cotone, sofà, magazzino, limone, arancia, sciroppo, tulipano, per fare solo qualche esempio.

Tehranian: Anche alcuni concetti metafisici come "Paradiso" e "Satana" provengono dal persiano e dall'arabo. Fra l'VIII e il IX secolo la maggior parte dei testi greci ancora esistenti, compresi quelli di Aristotele fu tradotta in arabo.

Ikeda: La traduzione fu ovviamente intrapresa come un compito di natura religiosa. Le opere della civiltà ellenistica e dell'antica scienza, filosofia e sapere mediterranei non furono trasmessi direttamente all'Europa, dove il massiccio afflusso delle tribù germaniche seguito un lungo periodo caratterizzato dal feudalesimo. Nel frattempo, l'eredità della civiltà greco-romana fu conservata e sviluppata nel mondo islamico.

Tehranian: I frutti della progredita civiltà musulmana arrivarono in Europa solo nell'XI secolo, quando gli europei diedero inizio ad attivi scambi con l' "Oriente".

Ikeda: L'introduzione della scienza e della cultura islamiche svolse dunque una funzione fondamentale del Rinascimento che ebbe luogo in Europa pochi secoli dopo, con il risorgere dell'arte e della letteratura antiche o classiche, per lungo tempo dimenticate. In quel senso l'Islam fu un grande benefattore del Rinascimento europeo.

Tehranian: Insieme con le opere di Aristotele e di altri filosofi greci, furono trasmesse all'Europa anche quelle di Ibn Rushd, Ibn Sina e di altri islamici, che ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo della teologia cristiana medievale.

Ikeda: Esattamente. Il nome Ibn Rushd fu latinizzato in Averroè, quello di Ibn Sina in Avicenna. I loro scritti furono ampiamente letti in Europa.

In particolare, le opere di Ibn Rushd diedero origine a una scuola di teologi (gli "averroisti cristiani") che esercitò una grande influenza sulla cristianità europea.

Tehranian: Nel Medioevo l'Europa era divisa in una serie di statarelli feudali indipendenti. Per contro, i contemporanei imperi islamici godevano di una notevole facilità di traffici e di spostamenti in vaste regioni, che permettevano agli studiosi di venire a contatto con le fonti del sapere.  In questo contesto, non si deve sottovalutare l'apporto dei pensatori ebrei e cristiani.

Ikeda: A Baghdad, la capitale degli abassidi, esisteva un'accademia ebraica di nome Yeshiva, dove si praticava la ricerca sul Talmud e sulla sua compilazione. I documenti attestano che ebbe luogo un profiquo scambio di opinioni fra i rabbini ebrei e gli ulema, gli studiosi della legge islamica.

Tehranian: Dal momento che l'Islam si dimostrava tollerante, gli studiosi e gli uomini di scienza di qualsiasi credo religioso potevano dialogare e scambiarsi le conoscenze.

Gli esempi della Spagna musulmana e di quella cristiana sono significativi.

Ikeda: Dopo che l'Islam conquistò la Spagna, nell'VIII secolo, luoghi come Cordoba e Granada divennero centri accademici dove gli europei potevano approfondire la cultura, le scienze e le arti islamiche più progredite. Sopratutto Granada, nota per lo splendido palazzo dell'Alhambra, attirava molti studiosi ebrei.

Tehranian: Tuttavia, quando i musulmani furono cacciati dalla Spagna, nel 1492, la stessa sorte toccò anche agli ebrei; in seguito venne l'Inquisizione contro i cristiani eretici. La lezione che si può trarre da queste vicende è chiara: le differenze sono fonte di vitalità culturale, mentre l'uniformità conduce alla stagnazione delle culture.

Ikeda: A proposito della negazione della diversità, Theodor W. Adorno scrisse: "Aushwitz ha dimostrato la validità dell'enunciato filosofico secondo il quale la pura uniformità equivale alla morte".

Vita significa diversità, standardizzazione significa morte. In questi tempi di crescente uniformità culturale, credo sia importantissimo rispettare le culture differenti e impegnarci a coesistere con loro.

Tehranian: Sono d'accordo. Spero che il nostro dialogo fornisca un sostegno a questo compito.

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La prossima pubblicazione al più presto.

 


 
 
 

dal libro: "CIVILTA' GLOBALE di D. Ikeda e M. Tehranian- Sperling&Kupfer edit."LE PAG PIU' INTERESSANTI - 6^ PUBB.

Post n°154 pubblicato il 13 Dicembre 2013 da loredanafina1964

pag. 31

LA CIVILTA' ISLAMICA: fede, diversità e ricerca della conoscenza

ikeda: Mi permetta di porle una domanda su questo argomento. Qual'è la caratteristica della civiltà islamica?

Tehranian: In breve, la sua essenza risiede nella fede e nell'unità nella diversità.

Ikeda: Oggi, negli Stati Uniti, i musulmani praticano ogni sorta di attività creative. Anche in Europa la vostra cultura esercita una sensibile influenza sulla musica e in molti altri campi. Tanto per cominciare, io nutro un profondo interesse per la civiltà islamica nel suo complesso.

Tehranian: La civiltà islamica fu edificata su quattro pilastri: religione, legge, scienza e cultura. Fra questi, l'essenza del primo è efficacemente espressa nel Corano: "Non ci sia coercizione in materia di libertà religiosa" (2,257)

Questo e altri versetti ispirarono la fede nell'unità della creazione, senza imporre alcuna fede particolare. Tale prospettiva diede origine a un sistema legale che consentiva una notevole diversità.

Ikeda: In origine il termine sharia (Legge divina) significava "cammino verso una sorgente d'acqua", che connota "la via verso la salvezza". Perciò la legge islamica potrebbe essere considerata più come una guida che le persone seguono in quanto esseri umani che il sistema giuridico di una nazione.

Tehranian: La scienza divenne presto il terzo pilastro dell'Islam, in base all'affermazione del profeta Maometto per cui ogni uomo e donna musulmani devono cercare la sapienza "anche fino in Cina".

Ikeda: Gli scambi culturali fra la Cina e il mondo islamico ebbero inizio prima dell'epoca dei grandi viaggi in Europa.

Tehranian: A quel tempo la Cina era probabilmente la regione più remota dell'immaginazione geografica araba.

Gli studiosi e i ricercatori musulmani fecero propri i contributi scientifici persiani, egizi, greci, indiani e cinesi senza esitare e senza giustificarsi, come mirabili misteri di Dio da scoprire e di cui servirsi.

Ikeda: Questo mi ricorda la lampada di Aladino. E' una leggenda, certo, ma Aladino, un povero ragazzo cinese, trova una lampada miracolosa, il cui potere magico gli consente di diventare il sovrano della Cina. La versione fiabesca è molto è molto più semplice, ma la storia originale ci dice qualcosa sulla diffusione dell'Islamismo in Cina.

Tehranina: Dal IX al XII secolo il mondo islamico divenne il principale centro scientifico e tecnologico del pianeta.

Ikeda: E' noto, infatti, che teneva in gran conto la filosofia greca, romana, nonchè altre branche dello scibile.

Tehranian: L'Islam arricchì se stesso e tutto il globo, non distruggendo le altre culture ma incorporandole.

Ikeda: Questa è una lezione importante che dobbiamo imparare dalla storia della civiltà musulmana. Assorbire altre culture è senz'altro il modo migliore per arricchire la propria.

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La prossima pubblicazione al più presto

 
 
 

dal libro: "CIVILTA' GLOBALE di D. Ikeda e M. Tehranian- Sperling&Kupfer edit."LE PAG PIU' INTERESSANTI - 5^ PUBB.

Post n°153 pubblicato il 11 Dicembre 2013 da loredanafina1964

 DAL LIBRO "CIVILTA' GLOBALE DI D. IKEDA E M. TEHRANIAN - SPERLING&KUPFER EDIT. : "LE PAGINE PIU' INTERESSANTI"

5^  PUBBLICAZIONE 

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pag. 22 

RIPENSARE L'ORIENTALISMO

Ikeda:L'esperienza mi ha insegnato quanto sia importante osservare un'altra cultura così com'è ed esserne sinceramente stupiti, emozionati, elettrizzati. Gli uomini del nostro tempo tendono a mettersi sulla difensiva ogni volta che si imbattono in qualcosa di non familiare, etichettando come "alieno, strano, malvagio".

Tehranian: Questo è precisamente ciò che Edzard Said definì "orientalismo", criticandone così la mentalità: "Gli uomini divisero sempre il mondo in regioni, con differenze sia effettive sia immaginarie. L'assoluto divario fra Occidente e Oriente, che Balfour e Cromer accettano tanto di buon grado, ha impiegato anni, se non secoli a crearsi....(...) Molti termini furono usati per esprimere il rapporto (fra Oriente e Occidente). L'orientale è irrazionale, depravato, (decaduto), infantile, "diverso"; di conseguenza l'europeo è razionale, virtuoso, maturo, "normale".

Ikeda: Fra critici le valutazioni sulle interpretazioni di Edward Said non sono univoche, ma senza dubbio il suo Orientalismo è un'opera epocale. Tanto i suoi avversari quanto i suoi estimatori dovrebbero prendere in seria considerazione questo libro quando discutono dell'Asia e del colonialismo.

Said soffriva di una grave malattia - leucemia, credo - e si è sempre schierato dalla parte delle minoranze.

Ho una grande stima per la sua incrollabile forza di volontà, lucidità e capacità di agire.

In ogni caso, quando si opera una discriminazione a danno di un'altra persona, la causa non sta nella vittima ma nel persecutore: non è la prima a essere inferiore, bensì il secondo a essere condizionato da un pregiudizio.

Tehranian: Di fatto non è possibile dividere il mondo nelle categorie semplicistiche di "Oriente" e "Occidente". Molte grandi religioni (l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islamismo) hanno avuto origine in Medio Oriente.

Ikeda: Il Novecento ha assistito a molte tragedie, più e più volte ripetute, perchè i popoli si fanno spesso trascinare da queste chimere.

Per molti anni ho dialogato con persone di cultura, razza e religione differenti, così come sto facendo con lei, allo scopo di stimolare un dibattito che espanda su scala globale i limiti della rete multidimensionale di scambio e così perseguire la pace.

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pag. 25

EBRAISMO, CRISTIANESIMO E ISLAM

Ikeda: La posizione dell'Islam nel rapporto fra Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo è chiaramente espressa dal Corano, dove si asserisce che le tre fedi non sono altro che manifestazioni della stessa religione in contesti storici differenti.

Tehranian: Esatto. L'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam vengono talvolta chiamate religioni "abramiche" per via del rispetto che riservano, nelle rispettive tradizioni, al fondatore del monoteismo. 

Ikeda: In secondo luogo, l'Islam afferma che il suo fondatore, Maometto, è un profeta come Mosè e Gesù, ed è l'ultimo dei numerosi profeti inviati da Dio, vale a dire "il culmine e il coronamento delle profezie".

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LA VITA DI MAOMETTO: le rivelazioni da lui ricevute

Ikeda: Parliamo brevemente della vita del profeta Maometto. Si dice che nacque verso il 570 d. C. nella tribù dei quereish, al potere alla Mecca. Perse il padre prima ancora di nascere, e la madre morì quando aveva soltanto sei anni, perciò fu cresciuto dallo zio.

Tehranian: Come orfano conobbe molte prove : il dolore e la sofferenza della povertà e la morte prematura dei genitori, che certamente esercitarono un notevole influsso sulla sua infanzia. Poi, a venticinque anni, si sposò Khadija, una ricca vedova più vecchia di lui, la quale gli affidò le proprie sostanze.

Ikeda: Tuttavia, Maometto conservò una profonda consapevolezza della miseria che aveva conosciuto, che restò come una sorta di spina nel suo cuore. Nel Corano vi sono numerosi passi che ammoniscono a prendersi cura degli orfani, dei poveri e di chi è solo.

Tehranian: Si, nella sura intitolata "L'avanzata mattina" si legge: "Non ha egli (il Signore) fatto sforzi per te, orfanello, e non ti ha dato riparo? /Eri errabondo, egli ti ha guidato)Giacevi in povertà, egli ti ha arricchito" (93,6-8).

Ikeda: Un altro passo del Corano che esprime bene la sensibilità di Maometto recita: "Perchè non vi accorgete che la vita di quaggiù è gioco, vano divertimento e addobbo sciocco, sfoggio di cose vane tra di voi, e stupida rivalità nell'abbondanza di beni e di figli?" (57,20).

In realtà in gioventù anche Shakyamuni, il fondatore del Buddismo, avvertiva nel cuore una "spina" esistenziale. Nacque principe, ma perse la madre appena una settimana dopo la nascita. Dal punto di vista economico era in grado di condurre una vita sfarzosa, eppure si sentiva sempre turbato dall'enorme divario fra il ricco e il povero, dalla dissolutezza della vita di corte e da altre contraddizioni della società. Quando penso alla vita dei fondatori delle grandi religioni, trovo in loro due tipi di sensibilità fuori dell'ordinario: una per le sofferenze del prossimo, l'altra per ciò che è eterno.

Tehranian: Nella terminologia buddista, si parla di "compassione" e di "saggezza" vero?

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dal libro: "CIVILTA' GLOBALE DI D. Ikeda e M. Tehranian-Sperling&Kupfer edit." le pagine più interessanti 4^ PUBBLIC.

Post n°152 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da loredanafina1964
Foto di loredanafina1964

pag. 4 

LA FOLLIA DELLA GUERRA: UOMINI TRASFORMATI IN BELVE

Ikeda: Molto interessante. I giorni sereni della mia infanzia non durarono a lungo: quando avevo undici anni scoppiò quell'orribile conflitto, la seconda guerra mondiale.

Tehranian: Allora io avevo solo tre anni. Nonostante si fosse proclamato neutrale, l'Iran fu invaso e occupato dalle forze degli Alleati. Il nostro Paese fu anche usato come "ponte della vittoria" per trasportare materiale bellico dal Golfo Persico all'Unione Sovietica in difficoltà.

Nel frattempo la mia città natale fu bombardata e occupata dai russi. Mentre camminavo per le strade, ricordo che mi nascondevo dietro il chador di mia madre per non essere colpito dai loro ordigni.

Ikeda:La guerra distrugge completamente la felicità di un popolo, riduce in cenere intere città nel giro di una sola notte e ci toglie la vita dei nostri cari e dei nostri amici. L'orrore che provoca va al di là di qualsiasi immaginazione, a meno che lo si sia provato personalmente.

Tehranian: Ho un unico ricordo veramente brutto. Un giorno i miei fratelli maggiori stavano nuotando nella piscina pubblica della città. All'improvviso arrivarono alcuni soldati russi e cominciarono a fare i prepotenti: li tenevano sott'acqua finchè annaspavano senza fiato, poi li tiravano fuori, ridendo della loro paura. Si divertivano a maltrattare dei bambini! Così, diventai dolorosamente consapevole che la guerra trasforma gli uomini in belve. A volte i militari russi ci regalavano dei dolci, ma la loro gentilezza era un'eccezione, non certo la regola.

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pag. 9

LA RIVOLUZIONE UMANA: UNA FONTE DI CREAZIONE DI VALORE

Ikeda: "Trascenderre le preoccupazioni e le sofferenze personali e trasformarsi in modo da portare un contributo, ognuno nella propria misura, alla società e all'umanità": questo è il motto del movimento SGI, che mira ad attuare la rivoluzione umana.

Tehranian: Per questo trovo particolarmente significativo il nome Soka, cioè "creazione di valore". Prendiamo il Mahatma Gandhi o Martin Luther King, personaggi che hanno aperto una nuova strada creativa nella storia: nacquero e agirono in un epoca in cui i valori costituiti erano in crisi.

Per vivere con pienezza in  un periodo così difficile e far risplendere una "saggezza per la creazione" di nuovi valori occorre coltivare una gran buona volontà e una forte autodisciplina, in modo da essere in grado di affrontare con successo ogni avversità. In generale, più una persona è disciplinata, più è probabile che sfidi l'autorità costituita, aprendo una nuova via nel corso della lotta contro quella vecchia.

Ikeda: Sono assolutamente d'accordo.

Il professor Nur Yalman di Harvard mi spiegò di credere che "affrontare una sfida è fonte di una grande creazione di valore". Nella mia personale interpretazione, "affrontare una sfida" vuol dire che ogni essere umano deve affinare il proprio sapere per realizzare una rete di solidarietà fra persone consapevoli. La pace, per esempio, rimarrà un sogno vuoto, a meno che i popoli non riescano a controllare ogni atto dissennato dell'èlite al potere; la tragedia della guerra non cesserà mai se non ci uniremo tutti per prevenirla.

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pag. 11

A PROPOSITO DEL TITOLO

Ikeda: Ricordo che, quando ne parlammo la prima volta, lei avrebbe voluto intitolare questo libro Scegliere il dialogo.

Tehranian: Le sue precedenti conversazioni con due eminenti studiosi, Arnold Toynbee e Johan Galtung, erano intitolati rispettivamente Dialoghi: l'uomo deve scegliere e Scegliere la pace. Entrambe si incentravano su come tutelare la santità della vita perseguendo la pace con mezzi nonviolenti.

Sono tematiche antiche come l'umanità, pur rimanendo a tutt'oggi di primaria importanza; ora, però siamo entrati in una fase della storia nella quale il dialogo è diventato necessario quanto la vita e la pace. Di fatto, il confronto dialettico è l'unico strumento per garantire la vita e la pace.

Ikeda:La prova che gli esseri umani sono umani consiste nello spirito del dialogo. Nel XIII secolo il grande poeta persiano Sa'adi scrisse: "L'uomo è superiore alla bestia perchè è capace di parlare, ma se non parla di cose buone, sarà superiore la bestia".

Tehranian: La globalizzazione dei mercati e delle società ha posto differenti nazioni, culture e civiltà a stretto contatto, su larga scala.

D'altro canto, ciò ha condotto a formazioni politiche ed economiche sia competitive sia di cooperazione, a conflitti d'interessi e di sensibilità quanto a forme di colloquio e trattative, al punto che, se non c'è dialogo, come accade nei casi in cui dominano la violenza e l'oppressione, il seme dell'odio verrà sparso per anni o per decenni.

Ikeda: Suppongo sia contro una situazione del genere che studiosi come il professor Samuel Huntington di Harvard hanno elaborato la teoria dello "scontro di civiltà" e altre idee analoghe.

Dal mio punto di vista, ritenere inevitabile uno scontro non solo non è corretto, ma è anche pericoloso, perchè può incoraggiare a fissarsi su una visione conflittuale del mondo. Quand'anche dovesse verificarsi un contrasto, non vanno biasimate le culture in sè e per sè, perchè la vera causa risiede in quel tipo di barbarie che rifiuta di accettare popoli diversi dal proprio.

Al fine di prevenire tali scontri, non si sottolineerà mai troppo l'importanza dello spirito di dialogo, in quanto un dibattito sincero richiede una totale fiducia nella bontà dei popoli, nonchè uno sforzo per toccare la corda giusta nella mente di ogni individuo.

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