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Tu, figlio del cielo

Tu, figlio del cielo
che dormi in questo freddo grembo;
figlio del giorno
che vivi al luminoso Sole:
non c’è Primavera
che calmi il tuo tormento
e non c’è Estate
che può scaldarti il cuore.

La nera notte
pulsa nel profondo:
brillanti accenti giungono da lontano
come speranze dentro cuori ardenti
che dall’oscurità si lasciano rapire.

Adesso tu, cittadino scalzo
cammini sulla Terra dei tuoi avi
a piedi nudi, senza nessun conforto
deluso dai tuoi simili terreni
per non aver capito la tua pena.

E sulla paglia giaci
in questa notte bella
mentre l’argentea luna
il suo freddo fascino sprigiona.

Come coperta il cielo;
come cuscino il vento;
come fratello il Sole:
l’acqua come sussurro
ti muove l’emozione.

Un candido giaciglio
in mezzo a tanta Pace
ed un immenso spazio
per riporre le tue cose
e il giorno che ti guarda
quasi con ammirazione

Pensando teneramente ai senzatetto

Silvano Montanari