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Il disegno criminale degli Illuminati (1)

Post n°43 pubblicato il 02 Maggio 2014 da myfriend.mi
 

Lo scopo degli Illuminati, che manovrano i nostri politici come marionette, è quello di distruggere le conquiste sociali e democratiche dell'Europa al solo scopo di ridurre tutti noi a schiavi ricattabili e manipolabili. Si creano delle crisi ad arte con lo scopo preciso di distruggere il benessere e, con esso, la democrazia. Una volta creata la crisi, questi bastardi usano i mass media per venderci l'dea che la soluzione alla crisi consiste nelle loro riforme.

E le loro riforme hanno un solo obiettivo: distruggere le Costituzioni democratiche, togliere sovranità ai popoli e instaurare una dittatura europea governata da loro e dalla loro èlite finanziaria.

Lo strumento principale di questa strategia è la globalizzazione e la delocalizzazione. E cioè togliere il lavoro ai popoli europei per trasferirlo nei cosiddetti paesi emergenti. Si ottiene, così, il duplice obiettivo di usare i popoli dei paesi emergenti come schiavi e di trasformare i popoli europei in morti di fame ricattabili e manipolabili.

Tazreen Fashions a Dhaka in Bangladesh

Il 24 novembre 2012, la Tazreen Fashion a Dhaka, da cui si rifornivano marchi internazionali dell’abbigliamento, è stata avvolta dalle fiamme.
112 persone hanno perso la vita restando intrappolate nella fabbrica.

Mentre emergono nuovi dettagli sull’incendio alla Tazreen Fashion, c’è il problema dei grandi marchi stranieri. Essi spiegano di aver rescisso i contratti con la ditta già da tempo, ma indumenti venduti dal colosso Usa Wall-Mart sono stati trovati tra i resti dello stabile. Condizioni al limite per gli operai delle fabbriche: turni diurni e notturni da 12 ore; stipendi di circa 30 euro al mese; edifici senza uscite d’emergenza e con grate alle finestre.

Magliette con Topolino e altri personaggi Disney; prodotti sartoriali della scozzese Edinburgh Woollen Mill; maglioni della francese Teddy Smith: a produrli erano, tra gli altri, anche i 112 operai morti nel rogo della Tazreen Fashion, in Bangladesh.

Tra ciò che resta dell’edificio, è facile riconoscere pantaloncini, magliette e altri capi venduti da Wall-mart, il colosso statunitense e terzo rivenditore al mondo. Vestiti cuciti in uno stabile di otto piani, con tre scale interne, senza uscite d’emergenza, in stanze dall’areazione scarsa e con le grate alle finestre.

Nella zona industriale di Ashulia (periferia di Dhaka), dove sorgeva la Tazreen Fashion, sono centinaia gli stabili di otto, nove, dodici piani che sorgono uno accanto all’altro, senza nemmeno lo spazio vitale per costruire uscite e scale di emergenza a norma di legge. Dentro, la situazione è ancora peggiore: corridoi ostruiti da materiale, stoffe e fili; stanze affollate da vecchi macchinari, con centinaia di persone che vi lavorano 12 ore al giorno, con turni diurni e notturni.

La paga media di un lavoratore non qualificato è di 40 dollari al mese, circa 30 euro. Con tali cifre, sopravvive chi riesce a dividere una stanza con altri colleghi. Pagare l’affitto per una famiglia intera è impossibile. Di solito, gli operai sono giovani provenienti dalle zone rurali: mandano un po’ di soldi al villaggio, e sperano di cavarsela e di trovare presto un lavoro migliore. Altri invece sono sposati, ma lasciano la famiglia al villaggio. Chi viene con moglie e figli conduce una vita di estrema miseria, perché non c’è sicurezza di lavorare, né assistenza sanitaria. In modo paradossale, proprio questa condizione di grande precarietà fa sì che trovare lavoro in fabbrica sia facile. Alla fine di ogni mese vi sono centinaia di persone in fila per iscriversi alle liste di attesa. Il mestiere dell’operaio è altalenante: lavorano qualche mese, poi si ammalano o sono troppo deboli per continuare, e lasciano. Altri prenderanno il loro posto: la gente resta disoccupata per breve tempo; intanto, il datore di lavoro ha sempre manodopera disponibile, e a bassissimo prezzo.

Fino ad oggi solo C&A si è prodigata per erogare fondi e per sviluppare un processo che ne garantisca la distribuzione alle vittime, e anche Li & Fung ha effettuato pagamenti. Mentre alcuni marchi hanno dichiarato di voler erogare contributi volontari, nessuno ha finora pagato quanto dovuto. Questi marchi comprendono: l’italiana Piazza Italia, Delta Apparel (USA), Dickies (USA), Disney (USA), Edinburgh Woollen Mill (UK), El Corte Ingles (Spagna), Enyce (USA), Karl Rieker (Germania), KiK (Germania), Sears (USA), Teddy Smith (Francia), and Walmart (USA).


 

 
 
 
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