Il nostro protagonista è un giovane scrittore, Lorenzo è il suo nome, i suoi genitori volevano una femminuccia ma ahime sei nato tu, Priscilla ti chiamerai tu, ma per fortuna davanti al no dei medici, il padre e la madre furono costretti a cambiare i loro piani, tuttavia non sapevano come chiamarlo, finché ad un dottore venne un idea, "stanotte è la notte di San Lorenzo che ne dite?", il padre ci pensò un po’, poi tutto contento rispose, "ok allora lo chiameremo notte".
Un anestesista che era li presente, al sentire di tutta questa cocciutaggine, cerco di praticare al neo papà un anestesia, con il vaso dei fiori che era vicino al letto della neo mamma, bersaglio centrato, l'uomo ricevuto il colpo in testa disse, "grazie dei fiori, mi han fatto male e pure li ho graditi, son rose rosse parlano d'amor", e poi cadde d'un colpo a terra, quando si risvegliò non ricordava più cos'era successo.
Così per festeggiare la nascita del suo primo figlio, andò in giro per tutto l'ospedale, per offrire sigari a tutto il corpo medico, arrivando fino ad uno strano dottore che visitava i morti, "scusi- chiese incuriosito l'uomo- ma che fa questo dottore?", un infermiere che di li stava passando, gli rispose sospirando e agitando la mano, per far capire l'importanza del suo compito, "lui fa le autopsie", basito il neo papà rispose, "ah fa il secondo lavoro, e anche imprenditore, però questa marca d'auto non l'avevo mai sentita, autopsia", e poi con fare saputello concluse "questi so gli effetti della crisi".
E cosi a quel bambino fu dato il nome di Lorenzo, passati pochi giorni il padre e la madre portarono a casa il loro erede, e il padre prese a fantasticare, come fanno tutti i genitori su cosa avrebbe fatto il figlio da grande, lo vide grande motociclista duellare per la vittoria, poi si accorse che stava seguendo la moto gp, lo immaginò nella natura ad avere un frantoio tutto suo, e produrre l'olio di Lorenzo, poi si accorse del casotto che ne sarebbe conseguito, i diritti d'autore, una serie interminabili di udienze, risarcimento, no passiamo ad altro.
Finche in cielo non vide cadere una stella, era il 12 agosto e gli astronomi avevano detto che quel anno la pioggia di stelle cadenti, si sarebbe vista bene proprio quel giorno, e allora espresse un desiderio che suo figlio qualunque strada volesse percorrere, purché positiva, fosse felice delle proprie scelte, e in quel istante si sentì come mai prima d'ora, capì che quel bambino avrebbe cambiato per sempre la sua vita, e tra se e se disse, "no, ho sempre avuto un vitino da vespa, ora mi verranno le maniglie dell'amore, uffa".
Purtroppo aveva questo dono Giona, questo il nome dell'uomo, di riuscire a smontare anche il momento più romantico, spesso alla moglie diceva, "uomini come me non ne fanno più, hanno buttato lo stampo", la moglie Rita con molto senso dell'umorismo gli rispondeva, "beh se l'hanno fatto ci sarà un motivo", e nei momenti di collera, d'incomprensione che capitano in una coppia diceva, "ma possibile che a te nun te magna nessuna balena, così te fa sta zitto?", ma quando c'è l'amore, il vero amore nessuno in terra, anche se vuole, può separarlo mai, e quel bambino era la prova tangibile, del loro rapporto.
Il bambino crebbe, affrontando i vari momenti importanti della vita, il primo omogeneizzato, il primo dentino, il primo giorno passato all'asilo, il primo gattino che i suoi genitori gli regalarono, il primo funerale al gattino che aveva messo in lavatrice perché voleva lavarlo, ma la storia prosegue…
Inviato da: zelda.57
il 03/01/2011 alle 18:03
Inviato da: lunadglo0
il 22/09/2010 alle 22:39
Inviato da: lesbichina89
il 16/09/2010 alle 18:09
Inviato da: zelda.57
il 03/04/2010 alle 15:37
Inviato da: zelda.57
il 28/02/2010 alle 11:31