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Titolo: Racconti Paralleli
Autore: Luca Gaudino
Genere: Narrativa Fantasy
Art director: Carlo Alberto Cecchini
GRUPPO REDAZIONALE Parva Inutilia Management
Form. (mm.) 130 x 200
Spessore: 8
Pag. 118
Prezzo: 12.00
ISBN – 978-88-6354-316-2
 

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Creato da: Luca.Gaudino il 18/02/2011
Scrittori Esordienti

 

 
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RACCONTO DELL'AUTUNNO - IL PIRATA E LA STATUA D'ORO

Post n°11 pubblicato il 01 Aprile 2011 da Luca.Gaudino
 

Molto tempo fa, poco dopo la creazione dell’umanità, viveva in un piccolo paese una donna. Si chiamava Miriam ed era innamorata di Gioele, un giovane pastore.
Il ragazzo portava ogni giorno il gregge del padre a pascolare e ne approfittava per stare un po’ da solo con la fidanzata: i due erano innamorati e stavano progettando di sposarsi.
Miriam però non era amata soltanto da Gioele, ma anche da Samael, uno degli angeli più potenti del paradiso.
Un giorno, mentre il ragazzo era fuori con il gregge, Samael si presentò alla donna con un dono e le dichiarò il suo amore. Miriam ringraziò l’angelo sentendosi onorata per il sentimento da lui provato, ma declinò il regalo, facendogli presente di essere già fidanzata.
Lui non fu felice dell’atteggiamento della donna e preso dall’ira disse: «Osi quindi rifiutare il mio amore, tu, figlia dell’uomo?»
«Non rifiuto il tuo sentimento per capriccio, ma per amore di un altro!» rispose impaurita.
Proprio in quel momento Gioele tornava dal pascolo.
Samael vedendolo arrivare, si alzò in volo e, dopo aver estratto la spada di luce, urlò: «Se non posso averti io, non ti avrà nessun altro!»
Tese la spada verso Miriam e, dopo aver pronunciato alcune parole in una strana lingua, la tramutò in una statua d’oro. Dopo averla maledetta, si allontanò dal posto, giurando vendetta contro gli esseri umani.
Gioele corse verso la ragazza e quando vide che l’amata era ormai diventata un blocco d’oro, brandì un pugnale e si uccise. Il suo corpo cadde al suolo e il sangue bagnò i piedi della statua.
Un vecchietto si trovò a passare per quel luogo e capendo ciò che era accaduto, disse: «Samael, pagherai per quello che hai fatto.»
Seppellì il povero pastore e poi prese la statua e la portò con sé su un’isola, ponendola in una grotta. Prima di andar via, la guardò e cercando di porre rimedio alla maledizione dell’angelo, pronunciò una benedizione: «Se un giorno incontrerai un uomo capace di amarti come ha fatto Gioele, allora ritornerai a vivere, ma solo in sua presenza.»
Dopo essersi assicurato che la statua fosse al sicuro, andò via.

Passarono molti secoli. Giunse un’epoca turbolenta: quella della pirateria.
Il quel tempo, un vascello Inglese stava attraversando l’oceano, per recarsi nel Nuovo Mondo; a bordo c’erano alcuni diplomatici, fra i quali Sir George Brown, uomo di fiducia del re e suo figlio Jim, un bambino di cinque anni.
Durante la notte, la nave fu attaccata e depredata dai pirati, i quali uccisero tutti tranne il piccolo, che invece fu portato a bordo con la forza.
Il bambino fu privato del suo nome e della sua terra, oltre che della famiglia. Fu venduto come schiavo e imbarcato per le colonie, insieme con altri disgraziati senza storia. Fu acquistato da un vecchio bucaniere e arruolato con la forza nella ciurma. Il giovane però non dimenticò le proprie origini e fece di tutto per fuggire, ma senza successo.
Passò il tempo e Jim fu spesso sottoposto a punizioni: la prima volta fu picchiato dal capitano della nave; la seconda fu frustato; la terza i pirati lo legarono all’ancora, sottoponendolo a continue immersioni, ai fini di farlo annegare.
Nonostante ciò, riuscì sempre a cavarsela fino a quando un giorno, diventato uomo, scatenò un vero e proprio ammutinamento e, con l’appoggio degli altri pirati, uccise il vecchio capitano e assunse il comando della nave.
Nel suo cuore provava odio tanto per i pirati rivali, quanto per gli aristocratici del suo paese e non solo. Nessuno in patria aveva inviato la flotta per cercarlo, per liberarlo; aveva dovuto sopportare varie atrocità per tutto quel tempo. Ora però, era giunto il momento della vendetta.
Cominciò così la sua carriera nella pirateria.
Decise di operare tanto nei Caraibi quanto in Africa.
Ogni nave che incrociava la sua era assaltata e depredata. I tesori conquistati erano poi seppelliti su alcune isole sconosciute per le mappe ufficiali del tempo.
Un giorno, dopo aver depredato un galeone mercantile, Jim scorse un’isola mai vista prima. Ordinò al timoniere di far rotta verso quella terra e, quando la nave giunse a una certa distanza dalla spiaggia, fece gettare l’ancora e calare una scialuppa in acqua.
«Ciurma, ci stabiliremo qui per un po’ di tempo, fino a quando le potenze europee non avranno smesso di cercarci!» urlò al suo equipaggio [...]

Il resto del racconto è su "Racconti Paralleli".

 
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