Libera nos a malo

L'uomo di carta

L’uomo di carta non può parlare, non può decidere, non può respirare perché tanto l’aria, non gli serve.

L’uomo di carta si piega, ricerca il vento e dal vento viene respinto, oscilla, barcolla, traballa, s’arrabbia; ma l’uomo di carta, non si spezza.

L’uomo di carta s’illude di contare, poi fa il conto con chi i conti li fa per davvero e si accorge che si stava solamente illudendo. L’uomo di carta non conta nulla.

L’uomo di carta non può dire nulla quando si parla di lavoro, di “amici”, di nemici, di agenzie, di scuola, di biliardini, di “omettini”, di mercati, di opere belle ed opere buffe. Non può comprare una macchina usata da quel tizio e la macchina usata non c’e l’avrà mai.

Perché l’uomo di carta non è nemmeno un pagliaccio: non deve far ridere per forza e per forza non deve ridere. Può stare nei suoi pensieri? Questo no, non esageriamo.

In questo caso l’uomo di carta, diventa carta straniera e un pochettino “snob” : di quelli un pochino che se la tirano. Eh no… niente carta in questo caso.

L’uomo di carta viaggia in compagnia, dalla compagnia non è attratto. E’sbarcato sulla Luna prima di chiunque altro e si era già accorto che non era poi sto granché.

L’uomo di carta piange per poco: altrimenti si bagna e si spezza.

L’uomo di carta consuma se stesso con i pensieri, consuma i pensieri con il lanternino della stupidità, consuma la stupidità dietro agli ottusi, dirige gli ottusi con bacchetta in ciliegio.

L’uomo di carta non si permetta di dire che le persone sono sbagliate e portano su strade “sbagliate”. L’uomo di carta non incanta nessuno. L’uomo di carta…

L’uomo di carta sta seduto da solo in chiesa al funerale di una persona che conosce da poco e si commuove pensandosi nella situazione di una donna più vecchia di lui, ma molto più forte e decisa di lui: probabilmente lei non è di carta.

L’uomo di carta si stupisce di come gli altri facciano a non essere di carta: prende il quaderno degli appunti e si annota cosa deve fare. Allora vediamo, occorre essere cattivi, umoristi, individualisti, moralisti, bacchettoni, semplicisti, lavoratori veri (banditi a stato di uomini di carta riciclata tutti quelli che fanno attività per cui occorre una laurea), pinzocheri, censori, conformisti, integralisti.

Ma l’uomo di carta almeno su questo non cede: rilegge ciò che ha scritto e getta via tutto.

Meglio uomo di carta che uomo di merda.

L’uomo di carta s’innamora, piange per una foto fatta su una piccola macchinina rossa al centro di un parco giochi dei bambini. L’uomo di carta non tradisce. Ha solo paura di essere tagliato.

L’uomo di carta, che non può piangere, piange dentro. Piange la sua condizione inutile, ringrazia l’inutilità di avergli dato una condizione.