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TANTI I LUOGHI
Tanti sono i luoghi per poter conversare e riflettere...il mio è l'orto. Quando di buon mattino mi appresto a curare il mio "fazzoletto" di terra, raccogliendo un pomodoro, osservando la crescita della zucchina o il maturare della pannocchia di mais, la mente vola libera. La fatica dello zappare e del dissodare non può fermare il volo del pensiero. Accarezzo sogni, afferro idee, cullo ricordi, tutto in libertà, senza lacci né filo conduttore. Mi chiedo: è possibile condividere tutto questo?...Proviamo...
GUERRIERO SIOUX E POETA ROCK: JOHN TRUDELL
di Maurizio Bekar ©
John Trudell è nato a Omaha, in Nebraska, il 15 Febbraio 1946 da padre di origine Santee Sioux e madre messicana ed è cresciuto nella riserva indiana Santee al confine con il Dakota del Sud. Ha un passato di attivista e leader dell'AIM (American Indian Movement), che dagli anni '60 si batte per il rispetto dei diritti degli Indiani, così come stabiliti nei Trattati stipulati con il governo USA. Oggi è un poeta, e musicista rock. Nel 1969 Trudell partecipa ad una clamorosa occupazione dell'isola di Alcatraz da parte di 50 tribù indiane, che reclamano la proprietà indiana dell'isola, e lo nominano loro portavoce nazionale. Diviene poi presidente dell'AIM, che guida in varie iniziative di protesta, fino a divenire un sorvegliato speciale dell'FBI. Nel 1978 finisce in carcere. Nel 1979 guida una marcia sul quartier generale dell'FBI a Washington; poche ore dopo l'intera sua famiglia (compresi tre bambini) muore in un incendio di origine sospetta della sua casa. Le autorità lo considerano "un incidente", e non aprono nessuna inchiesta. Per Trudell invece "si trattò di un omicidio" perpetuato "come un atto di guerra" contro il movimento indiano. Il tragico evento sconvolse Trudell; che si ritirò dal mondo, trovando sfogo nella scrittura. Si scoprì così una vena poetica, che pensò poi di unire alla musica, per comunicare in una forma nuova i propri pensieri. Grazie all'amicizia con il musicista Jackson Browne si avvicina al mondo del rock; il risultato sono degli album che hanno ottenuto entusiasti apprezzamenti dalla critica, e da artisti quali Bob Dylan, Buffy Sainte-Marie, Bonnie Raitt e Kris Kristofferson.
(Le prime righe sono state aggiunte dal sottoscritto per aggiornare la biografia)
SPIRITO GUERRIERO E LINGUA TAGLIENTE
“Vedo la vostra società tec-no-logica / che vi divora sotto i vostri occhi / sento le vostre urla angosciate / che esaltano l’avidità attraverso il progresso / mentre cercate degli anticipi materiali / il suono dei fiori che muoiono / porta messaggi con il vento”.
John Trudell usa versi taglienti, per parlare del mondo di oggi. Esprime un anelito di spiritualità, di rispetto della sacralità della natura e della dignità umana; ed attacca il modello di Civiltà Occidentale, portatrice di violenza e di sopraffazione. Come quando svolgeva i suoi carismatici interventi nell’American Indian Movement (“Non dobbiamo farci confondere e ingannare dalle loro illusioni. Non esiste una cosa come il potere militare; esiste solo il terrorismo militare. Non esiste una cosa come il potere economico; esiste solo lo sfruttamento economico... Cercano di programmare le nostre menti e di ingannarci con queste illusioni per farci credere che sono loro ad avere il potere, ma non è così...”).Sin dai tempi dell’AIM non crede nella politica (“L’uno per cento che costituisce la classe dominante e sfruttatrice, e che oggi controlla le economie del mondo, non muterà con le attuali regole politiche. Ci mentiranno, creando l’illusione del cambiamento, e ci metteranno davanti una faccia dopo averci fatto altre promesse”).Con le sue canzoni denuncia i modelli della classe dominante: “Guerra del ricco / strade industriali / confini di classe / parla il denaro / che trasforma la lingua / in pezzi di carta / guerra del ricco / la società dell’uomo libero / furiosa / insicurezza violenta”. Non si considera però un ‘cantautore politico’: tratta tematiche che considera di significato universale, e che rivolge ad ogni persona inquieta e disposta ad ascoltare. Una caratteristica, questa, ancor più evidente nello struggente e crepuscolare CD “Blue Indians” (“Indiani melanconici”). Parla di amori finiti: “Tu eri la mia preghiera il mio libro di virtù / eri la mia eroina la mia cocaina / eri la mia ricchezza il mio splendore / eri i miei misteri e le mie risposte / eri il mio oggi e il mio domani / sei stata qui ma non abbastanza a lungo / Donna graziosa nella mia mente / quell’allegria nella mia anima / quei ricordi nel mio cuore / qui lasciati solitari”. Parla di solitudini esistenziali: “Nelle melanconie / ci sono giorni buoni e giorni brutti / con tutto e niente da perdere / mentre il sole che tramonta non si posa mai / e la notte non ha limiti / Il vuoto tra la libertà e l’essere libero / affrontando la realtà innaturale / un bisogno di vedere un bisogno di essere / fuoco d’erba il mio DNA ha bisogno di THC”. E lancia messaggi di denuncia e speranza: “I pensieri di sogni non sono / in realtà sogni / sfuggendo il nulla nulla sfugge / assassini di miti / minano le loro stesse realtà / nutrendo le anime di agitazioni / l’alterazione scorre / erodendo / cuori / consunti / marchiati in prigioni / di immaginazione e dubbio”. Sullo sfondo l’urlo di una chitarra elettrica, e il canto di un cuore Sioux.
© Maurizio Bekar, 1999: diritti riservati.
Questo testo può essere liberamente consultato, oltre che citato in estratto, riprodotto e ridistribuito, citando nelle note: “Da: Maurizio Bekar © 1999, www.bekar.net“ (se ripreso in estratto), o riproducendo integralmente questa nota di copyright, se ripreso integralmente. _________________________________________________________________
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Post n°81 pubblicato il 18 Giugno 2012 da lucatosoni60
Dei Nativi d'America ho amato da sempre la fierezza. Il loro sguardo non si è abbassato mai, la loro schiena è rimasta alta nonostante le sferzate e le angherie del bianco. Hanno avuto il coraggio di parlare con schiettezza senza doppio fine, hanno rifiutato la lingua biforcuta dei bianchi. Cavallo Pazzo, Geronimo, Cochise, Toro Seduto, Captain Jack, Capo Giuseppe sono rimasti guide fino all'ultimo istante e se si sono arresi è stato per salvaguardare la loro gente...sono morti ma senza essere schiavi. Oggi sembra succedere la stessa cosa. Chi porta le proprie ferite, i propri dolori con fierezza, chi parla senza timore sembra soccombere di fronte alla meschinità e all'arroganza di molti. Oggi emerge l'arte del piagnisteo, del non coraggio, del nascondersi per non dire ciò che si pensa.
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Post n°80 pubblicato il 03 Giugno 2012 da lucatosoni60
Sì, io non crederò mai in:
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Post n°79 pubblicato il 03 Giugno 2012 da lucatosoni60
"Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più duro, di più generoso, di più bello. |
Post n°78 pubblicato il 02 Giugno 2012 da lucatosoni60
Fernando Pessoa chiese gli occhiali e si addormentò |
Post n°77 pubblicato il 13 Maggio 2012 da lucatosoni60
"L'unica cosa che resta" E' sceso il buio intorno faremo fino in fondo ogni giorno è un salto meno male che si sei ancora
meno male che si sei ancora la notte è ferma adesso meno male che si sei ancora meno male che batte ancora passeremo freddo e vuoto
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INFO
Tosoni Luca è nato a Sant'Elpidio a Mare il 10 Giugno 1960, è Insegnante di Religione all'Istituto Statale Istruzione Tecnica, Professionale e Scientifica "L Einaudi" di Porto Sant' Elpidio. E'docente di Teologia Morale e di Sociologia della Religione presso l'Istituto Teologico Marchigiano (Fermo-Ancona) e di Teologia Morale speciale presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Mater Gratiae" di Ascoli Piceno. Ha conseguito il Dottorato in Teologia Morale presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino "Angelicum" (Roma) e si è laureato in Sociologia presso l'Università di Urbino. Sposato da venti anni, ha un figlio, Mattia. Insieme alla moglie Patrizia è stato responsabile della Pastorale familiare della Diocesi di Fermo. Tiene corsi di aggiornamento per insegnanti di Religione e collabora costantemente con Villa Nazareth (FM), casa diocesana di spiritualità familiare, tenendo relazioni per fidanzati e coppie. Ha pubblicato diversi articoli di taglio morale e sociologico su riviste specializzate sia locali che nazionali. Infine, è autore di varie pubblicazioni.
ARTICOLI PUBBLICATI
MIE PUBBLICAZIONI
Casa Editrice “La Piccola“ (Celleno-VT):
-Vivere e costruire l’amore. Itinerario di spiritualità coniugale (2001),
-Siate forti e coraggiosi. Il ruolo del genitore cristiano in una società che cambia (2002),
-I sentieri della vita. Riflessioni etiche sul nascere, vivere, morire (2003).
Casa Editrice Effata (Cantalupa-TO):
-Affidarsi alla vita. Il racconto di un affido familiare (2004),
-Coniugi in crisi, matrimoni in difficoltà. Teologia, magistero e pastorale si confrontano (2003). in collaborazione con D. Giancarlo Grandis
Casa Editrice Dehoniane (Bologna):
-Uno sguardo accogliente.Temi di spiritualità coniugale (2007),
Casa Editrice Aletti (Villalba di Guidonia- RM):
- La sofferenza e il dolore tra esperienza umana e speranza cristiana (2008).
- Mitakuye oyasin. Un racconto sui Lakota Sioux (2010)
Casa Editrice Zefiro (Fermo):
-Dalla cacca allo stallatico. Riflessioni semiserie sull’orto. Con ricette. (2008)
Casa Editrice AndreaOppure (Roma)
-Viaggio nel Pentateuco. Lettura, commento e proposta di attualizzazione di alcuni brani (2010).
Casa Editrice Kimerik (Messina)
-Gli anni delle immense compagnie. Storie di straordinaria follia (2009).
Casa Editrice SensoInverso
-Sonate deliranti. Brevi, rapidi e beffardi sguardi su quanto ci circonda (2010)
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Inviato da: quinlori
il 28/04/2012 alle 19:37
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