lucignolo's corner

fuga di una farfalla


remengo vago solo, e pazzo, delirando. insieme all'incerto piede, e più, zoppica l'anima, volata via con una farfalla ferita. come mostrarmi a te se non tremante, di vergogna e di peccato il gran fardello, adesso che, più di prima, son distante, paralizzato, ormai, da quella e quello. segue impotente il volo, il guardo mio, della farfalla in fuga incontro al cielo, spettro ormai vuoto, né demone né dio, su me ristò, davanti agli occhi un velo. nel petto, crudo, un gelido macigno, schianta, impetuoso, chimere di speranza, mentre l'arbitro sommo scruta, arcigno, me, che la vedo andare in lontananza. e finitemi, orsù, possenti dei! che cotanta punizione è sì avvilente, ch'io, restituir, non possa a lei quel che l' sottrassi allor ignobilmente. remengo vago solo, e pazzo, delirando, schernito, già, da frotte di bambini, nel vilipendio dell'uomo messo al bando, pagando la mia viltà senza confini. alle labbra porto, allor, 'l calice ambito, più velenoso e tanto più m'è amaro, ad espiare il fio, così, di chi ha tradito, quanto più il viso ricordo come caro.                    l.