Creato da lucignolo.52 il 13/04/2009
tentazioni... appagamenti e rinunce nella vita
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per un
cuore dannato
una notte all'inferno...
... una lunga notte.
eccomi qua, perdio, ci sono ancora,
non aspettate di udir il mio lamento,
esere perso dagli altri mi rincuora
e dell'anima peccante son contento.
gonfia d'ipocrisia la cornamusa,
canta, l'uomo, la sua infamità,
muore, il cuore, con la sua musa
e poi dannato, per sempre, sarà.
« la bitta e il capitano | riedizione » |
remengo vago solo, e pazzo, delirando. insieme all'incerto piede, e più, zoppica l'anima, volata via con una farfalla ferita. come mostrarmi a te se non tremante, di vergogna e di peccato il gran fardello, adesso che, più di prima, son distante, paralizzato, ormai, da quella e quello. segue impotente il volo, il guardo mio, della farfalla in fuga incontro al cielo, spettro ormai vuoto, né demone né dio, su me ristò, davanti agli occhi un velo. nel petto, crudo, un gelido macigno, schianta, impetuoso, chimere di speranza, mentre l'arbitro sommo scruta, arcigno, me, che la vedo andare in lontananza. e finitemi, orsù, possenti dei! che cotanta punizione è sì avvilente, ch'io, restituir, non possa a lei quel che l' sottrassi allor ignobilmente. remengo vago solo, e pazzo, delirando, schernito, già, da frotte di bambini, nel vilipendio dell'uomo messo al bando, pagando la mia viltà senza confini. alle labbra porto, allor, 'l calice ambito, più velenoso e tanto più m'è amaro, ad espiare il fio, così, di chi ha tradito, quanto più il viso ricordo come caro. l.
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Chi può scrivere sul blog
dagli epigrammi di lucignolo
la tua mano si protende incontrollata a dare, marcuccio amico
ma si ritrae se l'altra, grata, le va incontro a prendere.
là dove non si da c'è gran risparmio, è noto.
ma allora, amico caro, puoi far meglio,
risparmia i due viaggi della mano.
la verità è opinabile finchè non costa niente,
scettico amico.
giocatici la casa e, vedrai che, fra le opinioni,
sceglierai l'unica giusta.
quale pensiero frena la tua mano, piero,
quando le chiedo di allungarsi amica,
è per micragna la censura ordita,
o d'infausto crampo soffrono le dita?
se dei tuoi averi puoi disporre in nero
dall'altrui occhio attento e ragioniero
ma del mio impegno dubiti davvero,
tu sei già povero, disorientato piero.
una volta era lei che seguivi fedele,
di notte, amico, per le discoteche.
adesso fai lo stesso appresso al cavaliere.
qual bizzarro diletto, amico, il tuo:
non aver di lei le grazie e dare le tue a lui.