lucignolo's corner

oggi che un altr'anno s'è fatto,
son felice, e se ne chiedi ti dico,
che è perchè demoniaco patto
strinsi un dì con satanico amico.

chiese che a ogni anno passato,
rubassi un'anima al nazareno
e in cambio del nuovo dannato
un anno lo avrei avuto in meno.

ciao vekkiacci!!!         lucignolo

l'anima cercar rifugio, ancor, nel desco,
istupidir l'indomita ragione,
perdere il fior, prima del frutto, il pesco
e di necessità far religione.

passar, la luce amica, l'occhio chiuso,
la libagione ottundere la mente
per far del buio, ancora amico, l'uso,
la testa giù, sul tavolo, cadente.

(la luce amica è la candela ;b)    l.

se breve e lungo è stato il sentiero,
mentre il nuovo tornava all'antico,
invano, adesso, a sentirlo davvero
quanto dato al nemico e all'amico.
poi, subito...
tale all'acqua sul ferro rovente
che friggendo si gonfia e dissolve,
quel ricordo abbandona la mente
e il codardo giudizio mi assolve.
e intanto...
sale l'alba, piano, e il firmamento,
rete di stelle ancorate alla luna,
morente, mi saluta in un momento
si spengono le luci ad una ad una.
                                     l.

trovarsi a calpestar virtual sentiero
e perdersi, poi, la mente nell'ottuso,
perdere gli occhi la luce del pensiero
e rammaricar, di sé, quanto diffuso.
                                                 l.

Ricorderò
Averti o non averti,
ogni momento,
volere e non voler,
dolce tormento.
Tenerti,
come il filo l’aquilone,
e perderti,
‘sì come un’illusione.
Un lampo e soffia il vento
dell’immaginazione,
mettendo, in un momento,
le vesti in confusione.
Ma poi, come d’incanto,
si placa il temporale,
si accomoda un rimpianto,
sul mio saper star male.
E quando ti allontani,
mi resta solamente,
di stringere le mani
e avere dentro, niente.
Era ormai estate,
o ancora primavera?
Ricordi non passate,
la sento ancora vera.
Dolcissimo il sorriso fra i capelli
e tenere le labbra e gli occhi belli.
                                         l.

S’è vero che ‘na palla po’ rotolà ‘n discesa,
com’è che mo’ la donna nun vole fa la spesa? 

Che forse ‘na mattina, scennenno pé la strada,
se po’ vedé che ‘n cane se  magna la biada? 

Oppure che ‘na vecchia, co’ tanto de dentiera,
se mette er tanga ar mare, pe’ fasse tutta nera? 

Eppure mo le donne te sbatteno la porta
e tutte quante ‘nsieme, te fanno la rivorta. 

Dicono che, sempre, ner monno hanno patito,
che ‘r compito co’ l’omo vorebbero ‘nvertito.

Che loro mo ce castreno così le donne famo...
pe' fallo cresce a loro? Che famo l'annaffiamo?
                                                      l.

il falco ferito

il volo sbilenco del falco ferito
disegna nel cielo l'incerta traccia,
guarda dall'alto, l'occhio impietrito,
ma non v'è panico sulla sua faccia.

poi, fatalmente, si abbassa la quota,
stretti gli artigli a comprimer se stessi
e intanto la vita di senso si svuota,
lo sguardo a cercare smarriti riflessi.

gli balena il ricordo del volo solenne,
padrone dell'aria a ghermire l'ebbrezza,
ma colano sangue, scomposte, le penne
e sembrare sconfitta l'antica fierezza.

poi, in giù, malinconico, il volo radente,
con gli occhi ridotti a sottile fessura,
nemmeno l'anima, ormai, dà più niente,
sfiorando rocce, tra rami e verzura.

ed infine, pietosa, la pace lo coglie,
sulla sua ombra finisce, lo schianto,
ristare, sgraziato, a morir tra le foglie,
sembrare un sorriso il lieve rimpianto.

                                                           l.

tevere biondo nostro
che te scioji giù come 'no scialle
su roma nostra antica,
da come nasci in arto fino a valle
nun te scomponi mica,
passanno vedi, si, le pene sue
ma taji solo le brutture in due
                                            l.