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di Anatole Kaletsky – Da quattro anni dall’inizio della Grande Recessione, l’economia globale non si è ripresa, gli elettori stanno perdendo la pazienza e i governi di tutto il mondo stanno cadendo come birilli. E’ una situazione favorevole a una rivoluzione del pensiero, se non in politica, ancora, almeno forse in economia. Nei mesi scorsi il Fondo Monetario Internazionale, in precedenza un bastione di austerità, si è spostato a favore di politiche fiscali espansive. La Federal Reserve si è impegnata a stampare moneta senza limiti fino al ripristino della piena occupazione. La Banca Centrale Europea ha annunciato l’acquisto illimitato di obbligazioni con stampa di moneta, una politica denunciata, letteralmente, come una diavoleria dal presidente tedesco della Bundesbank.
Questa settimana in Gran Bretagna è uscito in pubblico un dibattito ancora più radicale. Sir Mervyn King, governatore della Banca d’Inghilterra, si è trovato a combattere una battaglia di retroguardia contro un’ondata di sostegno a favore del “far cadere i soldi dagli elicotteri” – una proposta fatta da Milton Friedman nel 1969 come cura definitiva per le depressioni economiche intrattabili e recentemente descritta qui come il “quantitative easing per il popolo.”
King ha dovuto parlarne perché il tipo di calcoli presentati qui la scorsa estate hanno iniziato a prendere piede in Gran Bretagna. La BoE ha speso £ 50 miliardi negli ultimi sei mesi per sostenere i prezzi delle obbligazioni. Con questa somma avrebbe potuto finanziare un trasferimento in contanti di £ 830 per ogni uomo, donna e bambino in Gran Bretagna, o £ 3,300 per una famiglia tipo di quattro persone. Negli Stati Uniti, i 40 miliardi di dollari mensili che la Fed ha promesso di trasferire, senza limiti di tempo, a banche e fondi obbligazionari, potrebbero invece finanziare un trasferimento mensile in contanti di $ 500 a famiglia – continuo e a tempo indeterminato fino a quando non verrà ripristinata la piena occupazione. Due settimane fa in Gran Bretagna il dibattito sul QEP (Quantitative Easing per il Popolo) ha raggiunto il suo apice con un audace discorso di Lord Adair Turner, presidente della Financial Services Authority, e uno dei due principali contendenti alla carica di governatore della BoE, al posto di King. Turner è un ex consulente di management famoso in Gran Bretagna per la ricerca di soluzioni creative a problemi apparentemente insolubili, dalla politica del cambiamento climatico alla riforma del Servizio Sanitario Nazionale. Benché abbia evitato di sostenere pubblicamente il “denaro dagli elicotteri”, Turner ha alluso chiaramente a questa soluzione, con un invito a pensare a forme di intervento “ancora più innovative e non convenzionali”, dal momento che il QE non sembra funzionare. Il suo discorso è stato seguito da una raffica di editoriali sul Financial Times, la BBC e altri mezzi di comunicazione, che parlavano dei soldi dall’elicottero e della necessità di una seria riflessione della BoE alla ricerca di idee radicali. Il governatore Mervin King si è sentito in dovere di contrattaccare in difesa della banca centrale tradizionale. In un discorso tenuto martedì egli ha dato l’indicazione di “distinguere tra creazione di moneta ‘buona’ e ‘cattiva’ e ha denunciato il pericolo di “parlare della possibilità che il denaro creato dalla banca potrebbe essere utilizzato direttamente per finanziare la spesa aggiuntiva del governo, o anche che potrebbe essere dato via.” Ma la sua opposizione al QEP è stata sorprendentemente tiepida, non basata su argomenti economici, ma su convenzioni burocratiche.
La critica tiepida di King al QEP indica forse che anche lui sta perdendo la fiducia nel QE convenzionale e vorrebbe che i politici attuassero qualcosa di più audace? Se fosse così, le implicazioni globali sarebbero enormi, in quanto King è vicino nel suo modo di pensare al presidente della Fed Ben Bernanke e alla FED. Più probabilmente, King, come la maggior parte dei banchieri centrali in carica, è davvero terrorizzato dalla prospettiva di combinare la politica monetaria e fiscale. Ma il fatto è che la politica monetaria e fiscale diventano quasi indistinguibili una volta che i tassi di interesse scendono a zero, in quanto non vi è alcuna differenza tra il denaro e i titoli di Stato.
Il che ci porta alla proposta ancora più radicale, strettamente legata al dibattito sul QEP, che è emersa recentemente dal FMI. In una ricerca che ha girato in modo virale tra gli economisti, Jaromir Benes e Michael Kumhof, due importanti membri dello staff del FMI, descrivono una riforma della gestione monetaria che potenzialmente potrebbe ripristinare tutto il livello di produzione perso nella Grande Recessione e contemporaneamente eliminare gli oneri del debito pubblico degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della maggior parte dei paesi europei.
L’idea radicale di privare le banche della loro funzione di creazione della moneta – come l’idea di far cadere il denaro dagli elicotteri - fu proposta per la prima volta nel 1936 dagli economisti conservatori di Chicago, Henry Simons e Irving Fisher. Un illustre pedigree conservatore non renderà la perdita dei diritti di signoraggio accettabile ai lobbisti delle banche più di quanto renda accettabile ai banchieri centrali convenzionali la moneta sparsa dagli elicotteri. Ma se la stagnazione economica globale continua, la pazienza del pubblico verso le risposte convenzionali si esaurirà – e le idee che oggi sembrano rivoluzionarie possono diventare convenzionale saggezza.
Articolo originale: Is a revolution in economic thinking under way? |
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L'essenziale è che la banche creano credito, non erogano come prestito i soldi che hanno ricevuto. Non sono nemmeno in senso proprio prestiti quelli che fanno, perchè un prestito ad esempio di una bicicletta significa che prestandola poi tu la puoi usare e io non posso più usarla. Nel caso della banca che eroga 100mila euro questa invece non ha 100mila di meno perchè te li ha accreditati perchè tecnicamente ha creato un nuovo deposito senza trasferire denaro che esisteva prima da qualche parte.
Anche il Financial Times o i report delle banche centrali dicono che la raccolta dei depositi è svincolata e indipendente dall'erogazione di credito. Non c'è nessuna relazione, statistica, logica e contabile tra la raccolta di depositi e la creazione di credito. Avvengono nella stessa istituzione bancaria ovviamente, ma la raccolta dei depositi non precede l'erogazione di credito, non la consente e non la causa, nè a livello micro ne a livello aggregato macro di tutto il sistema bancario. Questo è un fatto empirico dimostrato ed un fatto tecnico verificabile.
Quando una banca crea un prestito se per caso non ha riserve sufficienti le prende a prestito e se per caso deve pagare dei bonifici o assegni e non ha la copertura la chiede alla Banca Centrale che le accredita l'importo creando una passività ad hoc. L'unica cosa che impedisce di far prestiti a chi li chiede per una banca è il proprio giudizio sulla solvibilità del debitore e sulla profittabilità del credito.
Questo perchè tecnicamente il credito erogato da una banca oggi viene creato senza fare riferimento a niente in pratica, depositi, riserve o ratio di riserva. Dipende solo dai rischi e rendimenti che la banca a livello locale e nazionale stima da un dato impiego (fido, mutuo, credito al consumo, bond, investimento...). L'unico vincolo sulle riserve che deve tenere in pratica è un 1% circa dell'importo, quindi quasi irrilevante.
E' vero che legalmente la Banca Centrale può intervenire con direttive formali e non per indirizzare o limitarle la concessione di credito e una volta la Banca d'Italia lo faceva spesso. Ma tutte le banche centrali hanno quasi smesso da una ventina d'anni di intervenire attivamente e sono interventi ad hoc che non rientrano nel normale funzionamento del sistema. La Banca centrale ha poteri ovviamente verso le singole banche o il sistema bancario di indirizzo che può esercitare, ma è un altro discorso, il funzionamento normale del sistema attuale è che le banche CREANO CREDITO INDIPENDENTEMENTE DAI DEPOSITI O DALLE RISERVE
da Cobraf