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RIFORMA dell'EURO: con i CCF non si chiede il “permesso” a nessuno

Post n°1698 pubblicato il 27 Aprile 2014 da Lucky340
 

Non è la prima volta che ne parlo, ma chiarire gli equivoci non è mai tempo sprecato.
In merito alla Riforma Morbida, al progetto Certificati di Credito Fiscale: non è una via “violenta”, deflagrante come sarebbe il break-up dell’euro.
Ma questo NON SIGNIFICA ASSOLUTAMENTE che l’Italia dovrebbe negoziare, né chiedere permessi o autorizzazioni a qualcuno, prima di intraprenderla.
NON rileva che cosa ne pensa Bruxelles o che cosa ne pensa Berlino. Anche perché qual è l’alternativa ? forse che il break-up lo attueremmo “previa autorizzazione o consenso” di Bruxelles o di Berlino ?
La Riforma Morbida è morbida perché evita le complicazioni e i possibile danni collaterali del break-up, ma va attuata PER DECISIONE UNILATERALE dell’Italia (e di qualsiasi altro paese dell’attuale Eurozona che la intraprenderà).
Alle autorità UE ci si limiterà a dire (DOPO aver introdotto i CCF, e per educazione, non perché sia dovuto) quanto segue.
“Cari amici, l’architettura dell’Eurozona – MES, Fiscal Compact, unione bancaria, six pack, il limite 3% deficit pubblico / PIL) – ha una finalità: evitare il rischio di tensioni e di default sui debiti pubblici dei vari stati, che mettano in difficoltà i sistemi bancari dei singoli paesi e richiedano l’intervento dei partner UE per evitare crisi finanziarie.
Bene. La finalità è condivisibile. Ma i mezzi utilizzati non funzionano. Le politiche di austerità imposte agli stati in difficoltà hanno penalizzato PIL e occupazione e PEGGIORATO, non migliorato, i dati di finanza pubblica. E’ inutile dire che il keynesismo non funziona: il keynesismo si è rivelato totalmente corretto.
I Certificati di Credito Fiscale sono uno strumento finanziario CHE NON COMPORTA ALCUN RISCHIO DI DEFAULT (perché lo stato italiano non assume impegni di rimborso ma solo di accettazione dei CCF a fronte di imposte o altri impegni finanziari futuri nei suoi confronti). I partner UE non hanno ASSOLUTAMENTE TITOLO A DIRE NULLA al riguardo. Si tratta di modalità di gestione INTERNE all’economia italiana.
Manteniamo pure in essere, se volete, i limiti deficit pubblico / PIL e gli impegni di riduzione del debito pubblico (sempre in rapporto al PIL) previsti dal fiscal compact. Ma questi parametri possono essere interpretati SOLO COME RIFERITI a deficit e debito IN EURO. I CCF non entrano nel computo, perché non sono debito e perché (di conseguenza) NON ESISTE UN RISCHIO DI DEFAULT SUI CCF.
La Riforma Morbida non solo è compatibile con i limiti di bilancio concordati con i partner dell’Eurozona ma in realtà è la VIA PER RISPETTARLI.

Se tutto questo vi convince (come dovrebbe) cari partner UE, bene. Ma noi su questa strada GIA’ CI SIAMO INCAMMINATI.”

Carlo Cattaneo su http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/

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Data di creazione: 04/05/2010
 

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