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ROMA (Reuters) - Mentre il probabile candidato premier del M5S Luigi Di Maio ribadiva ieri l'idea di un referendum per sondare il popolo italiano sulla volontà di lasciare l'euro [nL5N1H41UC], sul blog di Beppe Grillo, leader del Movimento, veniva proposto un più serio e meno cruento piano B, basato sulla cosiddetta moneta fiscale da affiancare all'euro. Gennaro Zezza, dell'Università degli Studi di Cassino, ha spiegato in un post (here) che si tratta di "una moneta che non è moneta legale e quindi non va a violare i nostri trattati, ma che possa restituire al governo la capacità di effettuare un piano di investimenti e per sostenere il reddito dei cittadini, insomma un piano di rilancio". Zezza ha così fatto sua, e del M5s, un'idea di Marco Cattaneo nata nel 2012 e poi affinata e presentata nel 2015 con un gruppo di ricercatori ed economisti tra cui Biagio Bossone, Luciano Gallino, Enrico Grazzini, Stefano Sylos Labini. Al cuore dell'idea c'è l'emissione e l'assegnazione gratuita di Certificati di Credito Fiscale a lavoratori, aziende, pensionati, disoccupati per stimolare l'economia dal lato della domanda. "Con Zezza siamo in contatto e ora il M5s ha deciso di lanciare questa idea che da tempo circola", ha detto a Reuters Sylos Labini. "Per noi questa è l'unica strada praticabile, perché uscire dall'euro è un suicidio e continuare con le regole europee un disastro", dice l'economista. In questo modo, spiega, si può immettere potere di acquisto nell'economia, perché i Ccf danno il diritto a uno sconto fiscale dopo due anni dall'emissione, sono trasferibili a terzi, non generano un debito al momento dell'emissione e rispettano i vincoli imposti dai trattati e dai regolamenti dell'Eurozona". Essendo non payable tax credit, cioè crediti che non hanno diritto al rimborso in euro ma solo ad essere utilizzati per scontare pagamenti fiscali, spiega a Reuters Cattaneo, non sono spesa pubblica. L'effetto sui conti pubblici come riduzione di gettito tributario lo avranno al momento del loro utilizzo "ma c'è ampio margine per far sì che nel momento in cui ci sarà l'esercizio la perdita di gettito verrà ampiamente compensata da quello che si è creato nei due anni intercorrenti e per effetto della maggiore attività economica", sostiene Cattaneo.
La loro proposta, presentata in un sito-manifesto (monetafiscale.it/), era stata commentata favorevolmente in un report di Mediobanca del 2015 a cui aveva contribuito proprio Cattaneo. "Mediobanca ha esaminato gli effetti di un'emissione di 20 miliardi di Ccf nel 2016, incrementati a 40 dal 2017 in poi. Benché più contenuto rispetto ad altre ipotesi elaborate dal nostro gruppo di ricerca, il conseguente accrescimento di potere d'acquisto in circolazione e domanda aggregata porta lo sviluppo del PIL al 3% annuo circa", scrive Cattaneo sul suo blog (here) in cui dà conto di quella nota.
Ma se questa soluzione, a detta dei proponenti, sembra avere poche controindicazioni, meno chiaro è perchè non sia mai stata presa in considerazione dai governi che da Monti a Renzi si sono succeduti in questi ultimi anni di crisi.
"L'ipotesi che mi sembra più plausibile è che si sia ritenuto che questo percorso di ultra rigore fiscale e di pressione a che l'economia venisse riformata, avrebbe dovuto dar luogo un miglioramento strutturale più virtuoso di una ripresa indotta da un recupero della domanda", dice Cattaneo che invita però a guardare a che punto siamo arrivati con quelle politiche. "I M5s sono fuori dell'establishment, ma se esponenti dei partiti che hanno governato in questi ultimi anni introducessero questa cosa, allora sarebbe un riconoscimento di aver instradato il Paese lungo una via che non ha funzionato", aggiunge. In realtà l'idea di cercare una strada parallela e non alternativa all'euro, come questa del Ccf, non è isolata. "In effetti sui Ccf c'è un livello di attenzione crescente in Parlamento", nota Cattaneo, che oltre ai pentastellati, cita l'area a sinistra del Pd. Poi c'è Berlusconi, che ha evocato di recente una doppia circolazione euro-lira, ma senza dettagliare come farlo. "Se vuole realmente farlo, questa è la strada", dice Cattaneo. "Non stiamo soppiantando l'euro, non stiamo emettendo una moneta. E' una soluzione perfettamente legale ed è molto più facile che spaccare l'euro".
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