la luna nera

TEORIA DELLA VIOLENZA (sintesi dei capitoli 2, 3, 4, seconda parte dell'Antiduhring di Engels)


Per Duhring la formazione delle relazioni POLITICHE è il FATTO STORICO FONDAMENTALE e i fatti economici sono soltanto un EFFETTO o un caso speciale e perciò sono sempre FATTI DI SECONDO ORDINE. Il FATTO PRIMITIVO è da ricercarsi NELLA VIOLENZA POLITICA IMMEDIATA e non solamente in un'indiretta potenza economica.Robinson Crusoe asservisce Venerdì tramite la spada. Engels ci dice allora che se Venerdì un giorno si presenta con un revolver, il rapporto di violenza si rovescerebbe: Venerdì comanderebbe e Robinson dovrebbe sgobbare. La violenza allora non è un semplice atto di volontà, ma esige per manifestarsi condizioni preliminari molto reali, soprattutto strumenti di cui il più perfetto ha la meglio sul meno perfetto; questi strumenti devono essere prodotti, ciò significa che il il produttore di più perfette armi vince il produttore di strumenti meno perfetti e quindi la vittoria della violenza poggia sulla produzione di armi, e questa poggia a sua volta sulla produzione generale, quindi sulla potenza economica, sui mezzi materiali che stanno a disposizipone della violenza. La violenza è rappresentata dall'esercito e dalla marina da guerra e l'uno e l'altra costano una tremenda quantità di denaro. La violenza non può far denaro, tutt'al più può portare via quello che è già stato fatto. Il denaro deve essere fornito dalla produzione economica. La violenza dunque è a sua volta condizionata dall'ordine economico che le procura i mezzi per allestire e mantenere i suoi strumenti. Nell'esercito e nella marina armamento, composizione, organizzazione, tattica e strategia dipendono innanzitutto dal livello raggiunto dalla produzione e dalle comunicazioni. L'esercito è diventato fine precipuo dello Stato e fine a se stesso; i popoli non esistono più se non per fornire e nutrire i soldati. La concorrenza reciproca dei singoli Stati li costringe da una parte ad impiegare ogni anno più denaro per esercito, marina, cannoni ecc., e quindi ad effrettare sempre più la rovina finanziaria; dall'altra a prendere sempre più sul serio il servizio obbligatorio per tutti e con ciò, in definitiva, a familiarizzare il popolo con l'uso delle armi e a renderlo quindi capace di far valere ad un certo momento la sua volontà di fronte ai signori della casta militare che esercitano il comando. E questo momento si presenta non appena la massa del popolo, operai delle campagne e delle città e contadini, HA una volontà. A questo punto l'esercito dei principi si muta in esercito di popolo.I rapporti di dominio e di servitù nascono in due modi. All'inizio gli uomini, appena nelle origini emergono dal mondo animale (in senso stretto), fanno il loro ingresso nella storia: ancora mezzo animali, rozzi, ancora impotenti di fronte alle forze della natura, ancora ignari delle proprie forze; perciò poveri come gli animali e di poco più produttivi di essi. Domina una certa eguaglianza delle condizioni di vita e per i capi famiglia anche una specie di eguaglianza della posizione sociale: in ogni caso un'assenza di classi sociali, che perdura ancora nelle comunità naturali agricole dei popoli civili del periodo posteriore. In ognuna di tali comunità esistono sin da principio certi interessi comuni, la cui salvaguardia deve essere delegata ai singoli, se anche sotto il controllo. A poco a poco le forze produttive si accrescono; la maggiore densità della popolazione crea interessi, comuni in un luogo, contrastanti in un altro, tra le singole comunità il cui raggruppamento in complessi maggiori provoca a sua volta divisione del lavoro e la creazione di organi per la salvaguardia degli interessi comuni e la difesa contro gli interessi contrastanti. In secondo luogo la divisione naturale del lavoro in seno alla famiglia agricola permetteva, ad un certo livello di benessere, di introdurre una o più forze lavoro estranee. La produzione si era tanto sviluppata che ora la forza lavoro dell'uomo poteva produrre di più di quanto era necessario per il suo semplice mantenimento; i mezzi per mantenere più forze-lavoro c'erano e del pari di quelli per impiegarle; la forza-lavoro acquistò VALORE. Ma la comunità in sé e l'aggregato di cui essa faceva parte non fornivano non fornivano forze-lavoro eccedenti disponibili. Le forniva invece la guerra e la guerra era antica quanto la coesistenza simultanea di più gruppi di comunità. Sinora i prigionieri di guerra semplicemente venivano uccisi e prima ancora mangiati. Ma al livello raggiunto ora dall'"ordine economico" essi acquistarono un valore, furono quindi lasciati vivere e si utilizzò il loro lavoro. La SCHIAVITU' era stata scoperta.La schiavitù presto diventò la forma dominante di produzione presso tutti i popoli che si sviluppano superando la vecchia comunità, ma in definitiva divenne anche una delle cause principali della loro decadenza. Solo la schiavitù rese possibile che la divisione del lavoro tra agricoltura ed industria raggiungesse un livello considerevole e con ciò rese possibile il fiore del mondo antico: la civiltà ellenica. Senza la schiavitù non sarebbero esistiti né lo Stato, né l'arte, né la scienza della Grecia; senza la schiavitù non ci sarebbe stato l'impero romano. Ma senza basi della civiltà greca e dell'impero romano non ci sarebbe l'Europa moderna. Senza la schiavitù non ci sarebbe il moderno socialismo. L'introduzione di essa nelle circostanze di allora fu un grande progresso.Tutti gli antagonismi storici sinora esistiti tra classi sfruttatrici e classi sfruttate, classe dominanti e classi oppresse, trovano la loro spiegazione nella stessa produttività, relativamente poco o nulla sviluppata del lavoro umano. Sino a quando la popolazione effettivamente lavoratrice è stata tanto impegnata nel suo lavoro necessario da non aver tempo di occuparsi degli affari comuni della società , direzione del lavoro, affari dello Stato, questioni giuridiche, arte, scienza ecc., ha sempre dovuto esistere una classe particolare, che libera dall'effettivo lavoro si occupasse di questi affari; ma così facendo, in effetti, questa classe non ha mai mancato di addossare alle masse lavoratrici un fardello di lavoro sempre crescente per il proprio profitto. Solo l'enorme incremento delle forze porduttive, raggiunto mediante la grande industria, permette di distribuire il lavoro fra tutti i membri della società senza eccezioni, e perciò di limitare il tempo di lavoro di ciascuno in tal misura che per tutti rimanga un tempo libero sufficiente per partecipare sia teoricamente sia praticamente, agli affari generali della società. Quindi solo oggi ogni classe dominante e sfruttatrice è diventata superflua, anzi è diventata un ostacolo allo sviluppo della società e solo ora essa sarà anche inesorabilmente eliminata, per quanto possa essere in possesso della "violenza immediata".La funzione della violenza nella storia è chiaro quale sia. Primo, ogni forza politica è fondata originariamente su una funzione economica, sociale , si accresce nella misura in cui, con la dissoluzione delle comunità primitive, i membri della società vengono trasformati in produttori privati e quindi vengono estraniati ancor più da coloro che amministrano le funzioni comuni. Secondo, dopo che la forza politica si è resa indipendente di fronte alla società, si è trasformata da serva in padrona, essa può agire in duplice direzione. O agisce nel senso e nella direzione del regolare sviluppo economico. In questo caso fra i due membri non sussiste nessun conflitto e lo sviluppo economico viene accelerato. O invece agisce nel senso opposto, e in questo caso, con poche eccezioni, soggiace regolarmente allo sviluppo economico.