la luna nera

IL CANZONIERE MINIMO


Non ho mai visto il Canzoniere minimo (1964) e mi dispiace. Un'altra epoca, un'altra storia, un'altra Italia. Eppure leggendo gli Apocalittici e integrati di Umberto Eco (1964) - che ho appena iniziato - pare che con Giorgo Gaber questa rubrica abbia "potuto prosperare in televisiobe facendo ascoltare cantanti che non urlano, che rinuniciano a ciò che la gente credeva fosse la melodia, che sembrano rifiutare il ritmo, se ritmo era per il grosso pubblico solo Celentano, che cantano canzoni in cui le parole contano e si fanno sentire. E sono parole che non parlano necessariamente di amore, ma di tante altre cose; e che se nominano l'amore non lo fanno per formule astratte, senza tempo e senza luogo, ma lo circoscrivono, gli danno come sfondo i bastioni di Porta Romana, o le domeniche tristi di una periferia industriale e lombarda... canzone civile, intrisa di problemi, a modo proprio vera e propria coscienza storica".Le mie improvvisazioni su questioni che credevo originali si dimostrano patetiche di fronte alle analisi scientifiche dei professori. Ma almeno il lato positivo è che dimostrano che dall'altra parte della cattedra c'è qualcuno che senza mezzi e conoscenza si domanda le stesse cose dello scienziato. Non per peccare di eccessiva arroganza, ovviamente.