Through the Wire

Breve


Quando scrissi per la prima volta "I nati del Giorno" avevo 18-19 anni. All'epoca mi dilettavo a scrivere brevi racconti su spaccati di vita immaginata, astratta, condita con un pò di vissuto magari. Ricordo che in quel periodo avvertivo una forte pesantenzza che mi soffocava quasi. Poi mi accadde una sera al cinema di stare male. Sono svenuta, non tanto per l'argomento della pellicola, probabilmente un calo di zuccheri o, come poi è successo, la necessità di una visita dall'oculista. Sudavo freddo, non riuscivo a muovermi nè a chiedere aiuto; poi il buio e io che sentivo le membra che si intorpidivano...mi sembrava di essere risucchiata nella poltroncina, in un totale oblio. E da qui il brano. Forse la prima volta che pensai o almeno, che fantasticai riguardo a cosa si può sentire in quel momento, quando abbandoni il corpo. Ma il futuro aveva in serbo per me altre esperienze.