Creato da: italoted il 02/10/2008
L'alba dell'utopia

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Stanley Clarke, Marcus Miller

 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

italotedstella69aextrainer1vanille_noiremgf70saffina0banny120paolina1870strong_passionPROXY_ORIGINALvololowpochosmaandraxlorenzoragazzu
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

 

 

L'economista Lidia Undiemi a linea notte: Il governo Monti è un fallimento

Post n°50 pubblicato il 14 Marzo 2013 da italoted
 

un analisi lucida chiarissima e inteligente dello stato attuale, allora ci sono le persone informate in Italia solo che non le vedi nei canali pubblici Nazionali e se li vedi è perchè sei insonne visto l'ora in cui viene trasmessa un intervista del genere....l'Italia ha un futuro se si cacciano gli emilio fede e i napolitano nei ricoveri e ai vertici del potere si mettono persone come Lei...la consapevolezza è l'unica cosa che può salvarci......

                                                                                                             by Italo
guardare il video: http://www.youtube.com/watch?v=RPIZYZrEq0g

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Ambasciatore Usa a giovani: “Agite per riforme come M5S”. Pd e Pdl protestano

Post n°49 pubblicato il 14 Marzo 2013 da italoted
 

IL PD COME IL PDL SI LAMENTANO PER L’INGERENZA DELL’AMBASCIATORE AMERICANO SULLE QUESTIONI INTERNE ITALIANE, E L’INGERENZA NELLA NOSTRA VITA CHE CI CONDIZIONA CONTINUAMENTE CONTRO OGNI NOSTRA VOLONTA? C’E SOLO UNA COSA DA FARE PER QUESTI FINTI DEMOCRATICI CHE PRETENDONO DI GESTIRE LE NOSTRE VITE COME VOGLIONO LORO: ANDARE A CASA!!!!  SENZA SE E SENZA MA!!!!   “ ….. In un momento tanto delicato della nostra vita politica e istituzionale …!!???”queste le parole del democratico Michele Anzaldi;   da quanto dura questo “momento tanto delicato”?   ma se è da decenni  che il paese si trova in queste condizione ….. parlano come se lo Status Quo si fosse aggravato solo negli ultimi due-tre mesi ….. ma quanto fa paura questo Movimento5S... si sono accorti come dice Grillo che sono dei zombi che camminano, che per loro è finita la pacchia, che la gente ha capito che non sarebbe mai cambiato niente fino a che loro (la cosiddetta casta) rimarranno attaccati ai loro scranni di potere e non verranno  mandati a ca..... (casa), per cui ogni cosa detta che riguarda il movimento viene analizzata, interpretata, sezionata scrupolosamente, una scoreggia viene presa per un attentato alla democrazia,come se noi fino ad ora abbiam vissuto in un paese Democratico. Dov’era la tanto decantata Democrazia quando si  faceva noi referendum che poi non venivano  presi  in considerazione? Qualche esempio delle fregature che abbiamo preso?  Eccoli:


Referendum Giustizia;
Anno 1987 Responsabilità civile dei giudici: hanno votato in quasi 30 milioni(65,10%). 80,20% per la responsabilità. Indipendentemente che fosse giusto o meno, sta di fatto che il popolo si è manifestato in maniera schiacciante ma il Parlamento se ne è fregato dando uno sberlone in faccia alla stragrande maggioranza degli italiani.

Referendum sul Finanziamento pubblico dei partiti;
Anno 1993 Finanziamento pubblico dei partiti: hanno votato in quasi 37 milioni(77,00%). 90,30% per l'abolizione. Indipendentemente che fosse giusto o meno,sta di fatto che il popolo si è manifestato in maniera schiacciante ma ilParlamento se ne è fregato dando uno sberlone in faccia alla stragrande maggioranza degli italiani trovando un altro modo di finanziare

Referendum per abolire il Ministero Agricoltura e Foreste;
Anno 1993 Abolizione del Ministero Agricoltura e Foreste: hanno votato in quasi37 milioni (76,90%). 70,20% per l'abolizione. Indipendentemente che fosse giusto o meno, sta di fatto che il popolo si è manifestato in maniera schiacciante, ma il Parlamento se ne è fregato dando uno sberlone in faccia alla stragrande maggioranza degli italiani, istituendo al suo posto il Ministero delle Risorse Agricole

Referendum per privatizzare la RAI;
Anno 1995. Privatizzazione della RAI. Hanno votato in quasi 28 milioni(57,40%). 54,90% per la privatizzazione. Indipendentemente che fosse giusto o meno, sta di fatto che il popolo si è manifestato in maniera netta ma il Parlamento se ne è fregato dando uno sberlone in faccia alla maggioranza degli italiani, in sedici anni tutti se ne sono fregati di quel che avevamo deciso.

Referendum per la elezione diretta dei Sindaci non solo nei piccoli ma in tuttii Comuni;
In questo caso la cosa non è andata giù agli italiani che al referendum si sono pronunciati: niente elezione diretta a Sondrio, Milano, Roma ecc. Indipendentemente che fosse giusto (lo era e come! d'altronde lo si è visto) o meno, sta di fatto che a Roma se ne sono fregati e l'elezione diretta l'hanno approvata.

Questi solo alcuni, ce ancora quello sull’acqua pubblica ecc.ecc.  espressi in un modo e poi presi in giro vedendo realizzato il contrario…..       QUESTA E DEMOCRAZIA!!!??

 by italo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Il lato oscuro del cardinal Bergoglio

Post n°48 pubblicato il 14 Marzo 2013 da italoted
 


In un libro le collusioni dell'arcivescovo di Buenos Aires con la dittatura militare

Papa Giovanni Paolo II con il Cardinal Jorge Mario BergoglioIl cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, presidente dei vescovi argentini, nonché tra i più votati, un anno fa, nel conclave Vaticano che ha scelto il successore di Giovanni Paolo II, è accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò novemila persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo 1976, sono racchiuse nel libro L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, del giornalista argentino Horacio Verbitsky, che da anni studia e indaga sul periodo più tragico del Paese sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi attraverso ricerche serie e attente.
 
I fatti riferiti da Verbitsky. Nei primi anni Settanta Bergoglio, 36 anni, gesuita, divenne il più giovane Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Entrando a capo della congregazione, ereditò molta influenza e molto potere, dato che in quel periodo l'istituzione religiosa ricopriva un ruolo determinante in tutte le comunità ecclesiastiche di base, attive nelle baraccopoli di Buenos Aires. Tutti i sacerdoti gesuiti che operavano nell’area erano sotto le sue dipendenze. Fu così che nel febbraio del ’76, un mese prima del colpo di stato, Bergoglio chiese a due dei gesuiti impegnati nelle comunità di abbandonare il loro lavoro nelle baraccopoli e di andarsene. Erano Orlando Yorio e Francisco Jalics, che si rifiutarono di andarsene. Non se la sentirono di abbandonare tutta quella gente povera che faceva affidamento su di loro.
 
Cardinal Jorge Mario BergoglioLa svolta. Verbitsky racconta come Bergoglio reagì con due provvedimenti immediati. Innanzitutto li escluse dalla Compagnia di Gesù senza nemmeno informarli, poi fece pressioni all’allora arcivescovo di Buenos Aires per toglier loro l’autorizzazione a dir messa. Pochi giorni dopo il golpe, furono rapiti. Secondo quanto sostenuto dai due sacerdoti, quella revoca fu il segnale per i militari, il via libera ad agire: la protezione della Chiesa era ormai venuta meno. E la colpa fu proprio di Bergoglio, accusato di aver segnalato i due padri alla dittatura come sovversivi. Con l’accezione “sovversivo”, nell’Argentina di quegli anni, venivano qualificate persone di ogni ordine e grado: dai professori universitari simpatizzanti del peronismo a chi cantava canzoni di protesta, dalle donne che osavano indossare le minigonne a chi viaggiava armato fino ai denti, fino ad arrivare a chi era impegnato nel sociale ed educava la gente umile a prendere coscienza di diritti e libertà. Dopo sei mesi di sevizie nella famigerata Scuola di meccanica della marina (Esma), i due religiosi furono rilasciati, grazie alle pressioni del Vaticano.
 
Escuela de Mecanica de la Armada, teatro delle torture dei desaparecidos argentiniBotta e risposta.  Alle accuse dei padri gesuiti di averli traditi e denunciati, il cardinal Bergoglio si difende spiegando che la richiesta di lasciare la baraccopoli era un modo per metterli in guardia di fronte a un imminente pericolo. Un botta e risposta che è andato avanti per anni e che Verbitsky ha sempre riportato fedelmente, fiutando che la verità fosse nel mezzo. Poi la luce: dagli archivi del ministero degli Esteri sono emersi documenti che confermano la versione dei due sacerdoti, mettendo fine a ogni diatriba. In particolare Verbitsky fa riferimento a un episodio specifico: nel 1979 padre Francisco Jalics si era rifugiato in Germania, da dove chiese il rinnovo del passaporto per evitare di rimetter piede nell’Argentina delle torture. Bergoglio si offrì di fare da intermediario, fingendo di perorare la causa del padre: invece l’istanza fu respinta. Nella nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, c’è scritto: “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è stato detenuto nell’Esma”. Poi termina dicendo che la fonte di queste informazioni su Jalics è proprio il Superiore provinciale dei gesuiti padre Bergoglio, che raccomanda che non si dia corso all’istanza.
E non finisce qui. Un altro documento evidenzia ancora più chiaramente il ruolo di Bergoglio: “Nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la Compagnia Argentina non ha fatto pulizia al suo interno. I gesuiti furbi per qualche tempo sono rimasti in disparte, ma adesso con gran sostegno dall’esterno di certi vescovi terzomondisti hanno cominciato una nuova fase”. È il documento classificato Direzione del culto, raccoglitore 9, schedario B2B, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9. Nel libro di Verbitsky sono pubblicati anche i resoconti dell’incontro fra il giornalista argentino e il cardinale, durante i quali quest’ultimo ha cercato di presentare le prove che ridimensionassero il suo ruolo. “Non ebbi mai modo di etichettarli come guerriglieri o comunisti – affermò l’arcivescovo – tra l’altro perché no ho mai creduto che lo fossero”.
 
Militari argentina accusati di crimini di guerraMa… Ad inchiodarlo c’è anche la testimonianza di padre Orlando Yorio, morto nel 2000 in Uruguay e mai ripresosi pienamente dalle torture, dalla terribile esperienza vissuta chiuso nell’Esma. In un’intervista rilasciata a Verbistky nel 1999 racconta il suo arrivo a Roma dopo la partenza dall’Argentina: “Padre Gavigna, segretario generale dei gesuiti, mi aprì gli occhi – raccontò in quell’occasione – Era un colombiano che aveva vissuto in Argentina e mi conosceva bene. Mi riferì che l’ambasciatore argentino presso la Santa Sede lo aveva informato che secondo il governo eravamo stati catturati dalle Forze armate perché i nostri superiori ecclesiastici lo avevano informato che almeno uno di noi era un guerrigliero. Chiesi a Gavigna di mettermelo per iscritto e lo fece”.
Nel libro, inoltre, Verbistky spiega come Bergoglio, durante la dittatura militare, abbia svolto attività politica nella Guardia di ferro, un’organizzazione della destra peronista, che ha lo stesso nome di una formazione rumena sviluppatasi fra gli anni Venti e i Trenta del Novecento, legata al nazionalsocialismo. Secondo il giornalista, l’attuale arcivescovo di Buenos Aires, quando ricoprì il ruolo di Provinciale della Compagnia di Gesù, decise che l’Università gestita dai gesuiti fosse collegata a un’associazione privata controllata dalla Guardia di ferro. Controllo che terminò proprio quando Bergoglio fu trasferito di ruolo. “Io non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”, incalza Verbitsky. “Lui agisce con il tipico stile di un politico. È in relazione costante con il mondo politico, ha persino incontri costanti con ministri del governo.
 
El Silencio, l'ultimo libro di Horacio VerbitskyOggi. Nonostante non abbia mai ammesso le sue colpe, il presidente dei vescovi argentini ha spinto la Chiesa del paese latinoamericano a pubblicare una sorta di mea culpa in occasione del 30esimo anniversario del colpo di Stato, celebratosi lo scorso marzo. “Ricordare il passato per costruire saggiamente il presente” è il titolo della missiva apostolica, dove viene chiesto agli argentini di volgere lo sguardo al passato per ricordare la rottura della vita democratica, la violazione della dignità umana e il disprezzo per la legge e le istituzioni. “Questo, avvenuto in un contesto di grande fragilità istituzionale – hanno scritto i vescovi argentini – e reso possibile dai dirigenti di quel periodo storico, ebbe gravi conseguenze che segnarono negativamente la vita e la convivenza del nostro popolo. Questi fatti del passato che ci parlano di enormi errori contro la vita e del disprezzo per la legge e le istituzioni sono un’occasione propizia affinché come argentini ci pentiamo una volta di più dai nostri errori  per assimilare l’insegnamento della nostra storia nella costruzione del presente”.
Tanti tasselli, quelli raccolti dal giornalista argentino nel suo libro che ci aiutano a vedere un po’ meglio in un mosaico tanto complesso quanto doloroso della storia recente di Santa Romana Chiesa.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La macchina del tempo esiste ed è in Vaticano

Post n°47 pubblicato il 11 Marzo 2013 da italoted
 

La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l'intera umanità: il "cronovisore”, così si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell'isola di San Giorgio Maggiore, dove è morto otto anni fa, nel 1994.
A rivelare la scoperta è un libro "bomba" appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: "Le noveau mystère du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano") del teologo francese padre Francois Brune. Brune è un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.
Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c'erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
Dall'altra c'erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell'umanità. 
Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i più coinvolti. 
Poi improvvisamente il benedettino si trincerò in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l'interesse andò lentamente scemando e dopo qualche anno della “macchina del tempo" non si parlò più.
Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalità al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui è difficile fare opposizione. 
Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore è realmente esistito, anche se l’argomento è, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza. 
Negli anni '60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter­restre, con una macchina che sa­rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia­scuno, ma addi­rittura la storia. 
La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno dì noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di sé come una doppia scia, "visiva e sonora", poiché ogni uomo altro non è che energia visiva e sonora. «Tutta la nostra ''fisionomia" -spiega Ernetti nel saggio "Bibbia, teologia; magia e scienza" del 1987- è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio». Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi passò ad avvenimenti dell'età romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava "Thiestes" della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l'intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccontò a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.
Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova “sequestrata" in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane C'era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E così aveva confidato tutto all'amico teologo francese. 
Chi scrive ha conosciuto personalmente padre Ernetti, era un sacerdote dotato di grande carisma e umanità. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai sudi studi sulla prepolifonia, sulla pneumofonia e all’attività di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni. Non mi ha mai parlato della macchina del tempo. Del resto oggi nessuno ne sa più niente e tutta la vicenda ha assunto un aspetto davvero misterioso. Forse il volume di Brune porterà finalmente alla luce la realtà.

                   Fonte:http://www.disinformazione.it/Cronovisore.htm 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La profezia della rivelazione si avvicina a grandi passi.......

Post n°46 pubblicato il 10 Marzo 2013 da italoted
 

Dall’estate le banche svedesi hanno messo in atto la più determinata offensiva ai pagamenti in contanti. Coadiuvate dalla rete di banda larga più avanzata del mondo e sotto la regia della Banca Centrale, Riksbank, tre delle quattro maggiori banche del Paese, ossia 530 delle 780 filiali, non accettano banconote in pagamento né pagano in contanti. Ormai 200 su 300 uffici della Nordea Bank, e tre quarti degli sportelli della Swedbank, fanno solo transazioni elettroniche.

«Stiamo attivamente riducendo il contante nella società», vanta Peter Borsos, portavoce della Swedbank. I motivi proclamati dalla propaganda sono quelli che già conosciamo: non già che alle banche conviene prelevare una commissione da ogni transazione, questo no; i pagamenti elettronici sono più sicuri, riducono il pericolo di furti e rapine, e soprattutto – per toccare la corda «verde» della popolazione – «il trasporto del denaro su automezzi blindati produce centinaia di tonnellate di gas-serra; noi soli della Swedbank emettiamo 700 tonnellate di biossido di carbonio per questo, con un costo per la società di 11 miliardi l’anno». Orrore, orrore.

Come resistere al richiamo alla responsabilità ecologista? Ristoranti di sushi ad Uppsala sono passati di botto al «no contanti». Le chiese luterane (sempre all’avanguardia del politicamente corretto) hanno approntato all’entrata impianti per raccogliere offerte ed elemosine, i kollektomat.
Ma la cittadinanza, benché storicamente ligia, progressista e disciplinata, non sembra abboccare alle meravigliose promesse della «cashless society». L’anno scorso il valore delle transazioni in contanti è stato di 99 miliardi di krona, solo lievemente inferiore rispetto a un decennio prima. I piccoli negozi continuano ad accettare pagamenti in contanti tra un terzo e la metà dei casi. Un’indagine sulla soddisfazione dei clienti delle banche condotto dallo «Swedish Quality Index» ha mostrato che i clienti sono, appunto, poco soddisfatti di quelle banche che praticano il «niente contanti».

Il guaio è che il passaggio al «niente contanti» non è stato reso obbligatorio, e il più grande istituto bancario del Paese, Handelsbanken, s’è dissociato dall’iniziativa, «vediamo arrivare clienti da altre banche», dichiara Kai Jokitulppo, il capo dei servizi privati del grande gruppo bancario. «Finché i nostri clienti chiedono banconote, è nostro compito, come banca, fornirle». Le 461 filiali della Handelbanken trattano banconote, tranne una decina, e la banca si propone di continuare a farlo nel 2013».

La Svezia è all’avanguardia delle sperimentazioni sociali di marca «progressista»; negli anni ‘90 provò la legalizzazione degli stupefacenti, per poi tornare indietro quando l’esperimento rivelò un aumento disastroso del consumo tra i giovanissimi; il progressismo svedese non giunge fino all’accecamento ideologico. Per questo l’esperimento «no-cash» in corso è da seguire con attenzione. Perché certamente il prossimo governo Bersani-PD, con o senza Mario Monti, imporrà anche agli italiani fiere limitazioni all’uso del contante; più di quanto abbia già fatto Monti vietando i pagamenti oltre mille euro. Del resto, il «Contrasto all’uso del contante» è già scritto nella finanziaria di Monti, orwellianamente ridenominata «Decreto Salva Italia».

La convergenza d’interessi fra le grandi banche, il professore e il Partito a questo fine sono patenti. Basti ricordare che il presidente dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, ha recentemente chiamato il contrasto al contante annunciato da Monti «una battaglia di civiltà». E chi è il presidente dell’ABI? Lo sapete: il compagno Giuseppe Mussari, già capo supremo del Monte dei Paschi di Siena. La banca dei compagni, che lui e loro hanno mandato in rovina utilizzandola come vaso della marmellata per le loro clientele, e che Mario Monti ha salvato in molti modi. Prima, esentando Montepaschi dal pagamento degli interessi che doveva sui Tremonti Bond, i 2 miliardi di euro che aveva ottenuto in prestito dallo Stato (e non ancora rimborsati), circa 200 milioni che grazie a Monti noi contribuenti non rivedremo più. (Tassati per arricchire i banchieri)

Non è bastato. In bancarotta, Montepaschi avrebbe dovuto rivolgersi al «mercato» per raccogliere 4 miliardi di fondi. Ma così facendo, le azioni in mano ai compagni del direttivo PD che possiedono la banca, si sarebbero diluiti, e il PD avrebbe perso il controllo assoluto della sua vacca da latte. Ma il «liberismo di mercato» ha incontrato un limite in questo caso. Il governo Monti ha versato a Montepaschi i 4 miliardi che gli servivano: come ha notato sarcastico Tremonti, è l’intero gettito dell’Imu sulla prima casa. Invece di impiegarlo per i tanti pressanti bisogni del Paese, dalla riduzione del debito alle pensioni degli esodati (ridotti in quello stato dalla Fornero), il governo «tecnico» ha semplicemente girato l’introito fiscale della patrimoniale alla banca dei rossi. Che è un buco nero da cui nulla sarà più restituito.

Da qui si capisce che Bersani e il suo governo comunista, e i banchieri, abbiano il medesimo interesse all’abolizione del contante nelle transazioni, come ne hanno all’imposizione di una più feroce patrimoniale sui piccoli patrimoni visibili (immobili, conti bancari) per girarla ai grandi patrimoni finanziari dissestati.
A questa spoliazione del ceto medio il PD porterà tutto il know-how propagandistico-incitante che ha affinato nei decenni in cui si chiamava PCI e dipendeva dall’URSS. «Lotta all’evasione», «colpire le grandi fortune», tutto ciò che invelenisce l’invidia sociale (molla primaria dell’elettorato di sinistra) sono i motivi che notoriamente vengono agitati.
Quando la sinistra sarà al potere, preso possesso di tutti i mezzi televisivi di propaganda (pardon, «informazione») di Stato, la demonizzazione del contante – e di chi lo usa – diverrà assordante.

Non si potrà più ribattere che il contante come mezzo di evasione conta poco, e solo il piccolo «nero» dei meccanici e degli idraulici, ma che il governo lascia impunita la grande evasione fiscale fatta per i loro clienti privilegiati, o per se stesse, dalle banche; sarete bollati come complici dell’evasione, gente che «non ama la nostra Costituzione». Provate a dire che il ministro Passera è indagato per una evasione miliardaria fatta quando era capintesta di Intesa, e fatta a forza di transazioni elettroniche all’estero, ciò che dimostra che l’evasione riesce meglio senza contanti. (Passera indagato per frode fiscale)

Il titano bancario anglo-americano HSBC è stato trovato colpevole (ancorché non processato, «per non destabilizzare il sistema») di aver riciclato almeno 7 miliardi di dollari dal cartello dei narcos messicani: ossia ha trasformato vagonate di contanti sporchi in bit elettronici candidi e profumati. Delitto che un divieto dell’uso del contante non avrebbe certo ostacolato.
Persino la Bundesbank, ed è tutto dire, ha smentito i miti demonizzanti sull’uso del contante («insicuro, costoso, inquinante, pericoloso») in un recente seminario, riscoprendo l’acqua calda, cioè che «il pagamento in contanti è il più naturale» (e infatti in Germania l’80% degli acquisti avviene in contanti). (Cash symposium)

Ma tutte le obiezioni saranno inutili: il governo Bersani scatenerà la guerra al contante, indurirà la campagna già lanciata da Monti. Lo farà per molti motivi. Uno, perché questo è uno dei cavalli di battaglia ideologici delle sinistre, come le «nozze gay», e bisogna accontentare settori estremi, come la Gabanelli che hanno proposto di tassare l’uso del contante (perché già, occorre renderlo costoso come l’uso delle carte di credito: le banche lo chiedono).

Il secondo motivo attiene al fatto che il PD è il nucleo di grossi e concreti interessi, che «naturalmente» convergono con quelli dei banchieri. Chi crede Bersani «una brava» persona perché ha una faccia così e l’accento emiliano, tende a dimenticare che è il rappresentante e l’agente dei conglomerati d’affari detti Cooperative Rosse: polipi con tentacoli grossi e idrovori dappertutto, nella grande distribuzione come nella banche, nelle assicurazioni come nelle grandi opere e nei «servizi» sanitari. Tra parentesi, le COOP sono dei campioni di evasione fiscale: «legale», ovviamente, perché profittano di agevolazioni nate nel tempo in cui «cooperativa» voleva dire un gruppo di operai poveri e solidali, mica Unipol, Ipercoop e CMC. È interesse del PD sviare l’attenzione verso gli idraulici che fanno il nero.

Finché siamo in tempo, opponiamoci. Converrà ricordare i motivi profondi per cui il sistema bancario vuole ad ogni costo abolire il contante. Ovviamente, nei miliardi di pagamenti in contanti le banche non ci guadagnano nulla, e vogliono trovare il modo di annullare questo «scandalo», vogliono estrarre la loro commissione dal caffè e cornetto mattutino, incettare il loro tributo dalla corsa in taxi e dalle verdure che compriamo al fruttivendolo. Ma questo è solo il motivo più evidente. Molto più importante è il seguente:

Imponendo la «cashless society», le banche si liberano del loro incubo secolare: la corsa agli sportelli. Le banche non hanno veramente in cassa i soldi che avete dato loro in deposito; li hanno impegnati dieci o venti volte il loro valore, in «investimenti» vari; lucrano gli interessi su questa moneta fittizia. Il gioco regge perché la gente non conosce questo fatto – la frode fondamentale del credito frazionale – e crede che i suoi depositi «siano al sicuro in banca». Ma basta che spaventata da qualche crack la massa dei risparmiatori si presenti agli sportelli a reclamare i suoi depositi, e scopre che essi non ci sono più. Che la banca non ha nemmeno l’obbligo di restituirli, essendone diventata per il codice civile, la proprietaria. Ma la corsa agli sportelli rivela la frode fondamentale e scuote la cosiddetta «fiducia» nel sistema, in modo permanente.
Nella cashless society, il problema è risolto. La banca può mancare di banconote in cassa, ma non è mai a corto di bit elettronici. Volete 10 mila euro? Oggi, chiamano il direttore, ti dicono che «è vietato», e se proprio insisti, ti dicono di passare «fra cinque giorni». Domani: pronti, i 10 mila euro sono già versati nel vostro borsellino virtuale, che può essere anche il vostro smartphone.

E qui si apre un altro grande business, in rapido sviluppo. Voi umani non siete capaci di vedere quei 10 mila euro in bit sul vostro smartphone. Ma li «vedono» le migliaia di sensori di cui presto saranno sparse le città, dai cartelloni pubblicitari alle entrate dei negozi: e faranno a gara per farveli spendere. Passate accanto a un ristorante? Un SMS vi trilla: «Amico entra! Oggi lasagne al pesto, cima genovese e tiramisù alla pera!». Un manifesto della Toyota vi «sente», scruta il vostro borsellino, e vi invita all’acquisto dell’ultima utilitaria a «9.990 euro TAEG Zero». Qualunque entità economica o poliziesca vi segue passo passo, conoscendo perfettamente la vostra identità, la vostra posizione geografica, la vostra possibilità economica e la capienza del vostro protafoglio in bit.

Non ci credete? È l’esperimento in corso a Tokio, dove esistono già 650 mila carte (Edy Cards, le chiamano) che possono essere lette da sensori a distanza, WiFi. Queste carte hanno una inquietante caratteristica: che non c’è bisogno di strisciarle in una macchinetta, né di digitare un pin o una password per effettuare il pagamento. Ciò ha un vantaggio: salite in metropolitana, e il prezzo del biglietto vi viene detratto dal vostro smartphone automaticamente dal sensore appena passate la bussola girevole. Ciò ha anche uno svantaggio enorme: un buon gruppo di hacker può svuotarvi il borsellino elettronico senza che voi ve ne accorgiate. Nasce il borsaiolo elettronico, con la mano più leggera che si possa immaginare. Ecco il punto da tener presente quando la banca vi dice che il contante è esposto a furti e rapine, quindi non è sicuro. Coi bit, la banca si libera da questo rischio, e lo accolla a voi. Come fa sempre, del resto.

Naturalmente al termine di questo «progresso» ci sono i chips RFID impiantati sottopelle, che fanno di voi un essere di cui chiunque lo voglia, e ne abbia i mezzi tecnici, saprà tutto di voi. Saremo alla società descritta dall’Apocalisse 13, in cui l’Anticristo o il suo portavoce «obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e gli schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome». Numero che, come sapete, è 666.
Sarete perfettamente trasparenti al potere, bancario o statale che sia (sempre più i due poteri coincidono, essendo ex funzionari di Goldman Sachs a governare in Occidente). È ciò che pretendono, del resto, i virtuosi cittadini che militano soprattutto a sinistra, gli innocenti, i puri angeli che proclamano: «Mi intercettino pure, non ho niente da nascondere, IO».

Questi innocenti creano il clima, in cui chi non vuole essere intercettato al telefono o nella e-mail, viene bollato come sospetto, e oggetto di indagini poliziesche o tributarie. Una società in cui non sarà più possibile difendere il principio: «Non è affar vostro sapere come spendo i miei soldi, una volta che li ho guadagnati onestamente», perché ciò sarà visto come potenzialmente delinquenziale. Dove, cioè, è sospetto l’esercizio della volontà individuale – altro nome della libertà. La tecnologia fornisce i mezzi a questa società della trasparenza assoluta, voluta dagli «innocenti» fra noi. Una società di dossier, dove si accumuleranno i dati imbarazzanti per voi: quel giorno in cui siete andati fuori porta con l’amante invece che con la moglie, quel giorno in cui vi siete fatti visitare da uno specialista di un genere di malattie che non volete divulgare, eccetera, eccetera. Il «magistrato» Ingroia e la procura di Palermo si volevano tenere care le intercettazioni telefoniche tra Napolitano e Manini; eppure dicevano che in queste non si configurava alcun reato: e allora perché tenerle, se non per ricattare?

Una società senza contanti è una società della sorveglianza totale e più intrusiva: via satellite, fibre ottiche, sensori e chips, sarete sempre allo scoperto. Nel romanzo 1984, il protagonista Winston poteva almeno sottrarsi allo sguardo del Grande Fratello dietro una nicchia del muro; qui, nessuna nicchia. Chi è tentato di dar ragione agli «innocenti» che esigono trasparenza assoluta, si prenda una vista del tipo di società che vogliono instaurare, guardando un film degli anni ‘70, l’utopia realizzata in distopia mortale: «La fuga di Logan». (La fuga di Logan)

Vedrà quegli «innocenti», che quando vengono avvertiti da Logan che la loro felicità governata da un supercomputer termina in realtà dentro una macelleria cannibalica gestita da un androide in delirio d’onnipotenza, non gli prestano credito, anzi in pratica nemmeno lo vedono. Ci ricorda già qualcosa...
E qui veniamo al motivo più fondamentale per cui personalmente, benché non abbia «nero» da proteggere, sento un pericolo estremo nella cashless society: che in essa, nessun oppositore politico può più esistere. Se disturbi il potere vigente, esso ti neutralizza in silenzio, senza spararti per la strada né arrestarti di notte; ti condanna senza processo e senza appello. Senza che nessuno lo sappia. Togliendoti i bit-denaro. Il monitor del Bancomat ti risponde: «Carta di credito non riconosciuta», e tu sei un paria. A poche ore dal prossimo pasto che non potrai consumare, alla fame che piega ogni velleità di resistenza. Nemmeno potrai più chiedere l’elemosina di un panino, o il prestito di un amico. Non avrai nemmeno i soldi elettronici per comprare un biglietto e saltare sul primo treno per la Svizzera, rifugio di perseguitati (se hai da mantenerti): Addio Lugano bella, mai più ti rivedrò.

Ora capite meglio la strana convergenza di interessi ed intese per cui il governo Bersani, in accordo con il tecnico Monti, e il sistema bancario, vuole abolire il contante. Non è solo che «la sinistra fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo» (Spengler). È che vuole sorvegliarti. Vuole controllare cosa fai, come eserciti la tua privata volontà (altresì detta libertà), che il Partito trova indebita e illegittima. La sorveglianza totale è la sua passione e la sua ossessione; è nel suo DNA fin dai tempi in cui i comunisti non fingevano di essere altro che comunisti sovietici. Loro devono sapere tutto di te, tu non saprai nulla di loro: banchieri o partitanti, è lo stesso.

La società della trasparenza globale è a senso unico. Senza contanti, il Partito – e la Banca, o la banca-partito – ti tiene in pugno. Te e me, tutti noi.
Se la prospettiva non vi piace, vi invito ad aderire all’iniziativa Contante Libero, una raccolta di firme in favore dell’uso e della circolazione del denaro contante, dunque per impedire alle banche e al governo di controllare la nostra vita e espropriare la nostra ricchezza, non solo materiale. Il manifesto dell’iniziativa si trova qui: Manifesto per il contante libero. Più in breve, 10 Punti per Il Contante Libero: 10 punti per il contante libero.

fonte: www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=219625:bersani-fara-la-guerra-al-contante-opponiamoci&catid=83:free&Itemid=100021

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

GLI HUNZA, LA POPOLAZIONE PIù LONGEVA DEL MONDO

Post n°45 pubblicato il 10 Marzo 2013 da italoted
 
Foto di italoted

Con questo articolo completo la tematica iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.E’ il popolo degli Huntza: questa popalazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.Digiuno e prodotti vegetaliGli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.Il digiuno nel mondo animaleAnche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.Acqua alcalinaL’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata. L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il ph rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.Oggi il territorio degli Huntza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.ConclusioniRagioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.

 

fonte http://www.magozine.it/gli-huntza-la-popolazione-piu-longeva-al-mondo#ixzz2N9u7M13M

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

I MODERNI FRESCOBALDI NWO

Post n°44 pubblicato il 10 Marzo 2013 da italoted
 

I moderni Frescobaldi...

Ci stiamo dirigendo verso il governo unico mondiale: un pianeta globalizzato diviso in pochi padroni e miliardi di schiavi.
E' un progetto che nasce a Venezia nel XIV secolo ed ha il suo perno nella famiglia Frescobaldi.
Quasi tutte le grandi monarchie mondiali traggono origine dai Frescobaldi e lo stesso si può dire delle altre grandi e ricche famiglie che dominano da secoli il mondo.
Il progetto è "disumano" come ebbe a dire Dante Alighieri, e prevede la "messa in schiavitù" dell'intera umanità... ma grazie a uomini di immensa statura morale e culturale (Dante, Petrarca, Boccaccio, Chaucer, Rabelais, Cervantes...) trova una grande opposizione popolare e, nel 1509, tutta l'Europa si allea contro Venezia nella "Lega di Cambrai".
Subito dopo fu scontro armato nella battaglia di Agnadello, in cui i mercenari veneziani furono annientati.

Da lì in poi i Frescobaldi capiscono che Venezia non è più il luogo ideale per "coltivare quel progetto" e si trasferiscono in Britannia, a Londra, da dove cominciano a tessere le loro ragnatele di potere che, il 29 Maggio 1954 portano alla nascita del Bilderberg Group: un'elite mondiale che annovera tra le sue fila gli uomini e le donne più potenti del pianeta.

Perché un unico governo mondiale?
Perché rende più facile il controllo di miliardi di "schiavi"... certamente molto più facile dell'avere centinaia di governi nazionali ognuno con la sua cultura e la sua storia...
Se vuoi condurre le mandrie al macello, devi prima metterle tutte in fila dietro al cane che le conduce verso quell'unica meta...
Se vuoi instaurare il pensiero unico, devi prima distruggere la storia e la cultura di ognuno.

Ma che ci guadagnano a dominare il mondo... non hanno già abbastanza soldi?
Questo, vedete picciotte e picciotti, è uno dei risultati già ottenuti dai "manipolatori del pensiero": vi hanno convinto che l'obiettivo di qualsiasi progetto umano sia solo l'arricchimento... il denaro... e, quindi, voi vi ponete sempre la domanda sbagliata.
Giovinotti, potete essere gli uomini più ricchi dell'Universo, ma se non controllate le menti dei vostri sudditi, sarete sempre esposti alle loro reazioni e potreste perdere tutto da un momento all'altro...

I Frescobaldi lo capirono dopo l'alleanza di tutta l'Europa contro Venezia nella Lega di Cambrai e la successiva battaglia di Agnadello.
Gli altri regnanti lo capirono dopo la rivoluzione francese del 1789, in cui la ricchissima famiglia reale francese fu mandata a morte dal popolo in rivolta. Se avessero controllato le menti dei loro sudditi, non sarebbe successo.
Il denaro e la ricchezza sono solo "effetti collaterali", il vero obiettivo è impadronirsi delle menti e dei pensieri dei propri "schiavi".
Il 30% dei siciliani chiamati alle armi nella prima guerra mondiale disertarono... e gli altri partirono solo perché un vero esercito di carabinieri stanò alcuni disertori nei loro rifugi e fece delle plateali esecuzioni di massa...

Se non controlli le menti dei tuoi "cittadini" quelli si rivoltano e non ti obbediscono.
Venticinque anni dopo, allo scoppio della seconda guerra mondiale, moltissimi siciliani partirono volontari... Mussolini era riuscito ad impadronirsi dei loro pensieri...
Vedete la differenza?
Mussolini e Hitler erano maestri del controllo delle masse: manipolavano l'informazione ed ottenevano consenso incondizionato.
...Cosa mai avrebbe condotto un ragazzo di Canicattì nella steppa russa a combattere contro i cosacchi, se avesse avuto la sua testa "libera" di pensare in proprio?
E cosa ci facevano i giovani tedeschi nei campi di concentramento a gasare ebrei, omosessuali, zingari etc... se non rispondere ad un condizionamento mentale di cui i nazisti erano maestri?

Non è, dunque, il denaro l'obiettivo degli "eredi dei Frescobaldi" (quello arriva di conseguenza), ma le nostre menti: più ci instupidiscono e più ci neutralizzano trasformandoci in zombie...
Non è, quindi, il nostro impoverimento materiale che perseguono, ma il nostro annientamento culturale... che ci trasforma in macchine ubbidienti...

Guardate ai fatti italiani di questi ultimi anni: dopo una crisi che sembra senza fine, ci arriva un governo "non richiesto e non eletto"...
Avremmo dovuto tutti gridare al golpe, imbracciare i fucili e scendere in piazza per difendere la nostra democrazia...
Invece...Monti all'inizio è stato salutato come il salvatore della Patria con quasi l'80% dei consensi...
Capite la tecnica usata?

Crei un grande problema (la crisi che non passa) e proponi la soluzione (Monti).
In quale altra maniera uno come Monti sarebbe arrivato al governo?

Quindi la "crisi" fa parte della "strategia" per arrivare al controllo delle masse mondiali?
Ovvio... perché, non era chiaro?

Picciotti, l'uomo ha fatto passi da gigante nella sua evoluzione solo quando ha risolto i problemi di base dell'esistenza: cibo, riparo, assistenza... Il leone tutti i giorni deve risolvere il problema della sua sopravvivenza (il cibo) e, dunque, solo di questo si interesserà...
L'uomo agiato che ha risolto i problemi di base, si può dedicare ad altro (studiare, pensare...); invece l'uomo che deve mettere insieme pranzo e cena, o arrivare a fare quadrare un bilancio familiare molto stretto, non avrà nè tempo e né voglia di pensare ad altro... Capite perché le crisi e la miseria che esse portano sono "fondamentali" in questo progetto?

Immaginatevi senza lavoro, senza introiti e con una famiglia da mantenere... cosa non sareste disposti a fare pur di risolvere (o attenuare) il vostro problema?
Quanti Mario Monti accettereste se solo vi facessero intravedere la possibilità di essere la soluzione che cercate?
Quanta voglia avreste di capire cosa sta succedendo davvero, se i vostri figli stessero morendo di fame? Le crisi e la miseria che portano, sono strumenti essenziali per "condurci" alla schiavitù...
Anche l'Europa?

Picciotti, per arrivare al governo unico, occorrono una serie di passaggi intermedi (aggregazioni parziali)... e, quindi, il progetto finale ha bisogno di un'Europa unita, un'America latina aggregata... etc...
C'è qualcuno che riesce a darmi dei validi motivi per cui italiani, spagnoli, greci, portoghesi... etc... stanno dentro ad un'Europa che li sta conducendo in miseria?
Lo vedete, ancora un volta, il controllo delle menti?

Si parla di Europa... di ideali... di padri fondatori... e non si parla mai di cose concrete, tipo: ma a noi, 'sta cazzo d'Europa ci conviene?
Avete mai visto o sentito qualcuno spiegarvi (con numeri e fatti) che i vantaggi assommano a molto più degli svantaggi?
No... sono tutti impegnatissimi a spiegarvi che l'uscita dall'euro sarebbe una catastrofe (senza numeri e fatti che lo spieghino concretamente)... trascurando di dirvi che il rimanerci è già una catastrofe che stiamo pagando tutti giornalmente.

Il controllo delle menti passa per lo svilimento della Scuola: se riesci a sfornare dei simul-analfabeti sei già sulla buona strada verso il governo unico mondiale e la messa in schiavitù delle masse.
Il resto del lavoro lo faranno la Tv e gli altri media (quasi tutti controllati dai membri del Bilderberg Group)...
Ma, mi direte, oggi c'è Internet e le idee circolano velocemente...
Ma davvero?

Ammettiamo pure (per amore di esempio) che io dica delle cose intelligenti e concrete... a quante persone mi rivolgo?
Qualche migliaio (circa 150.000 nel mio video più visto).
Larry Page e Sergey Brin (fondatori di Google), Mark Zuckerberg (fondatore di Facebook)... tanto per citarne alcuni, si rivolgono a milioni di persone tutti i giorni...
Io tiro con la fionda e quelli dispongono di armi nucleari.
... E quasi tutti quelli che hanno accesso alle "menti" di milioni di uomini e donne, sono "affiliati" al Bilderberg...

Inoltre, il giorno che quelli come me dovessero diventare pericolosi, saremmo "zittiti" senza difficoltà dalle solite "proposte che non si possono rifiutare"...
... Non so se mi ho capito...??
Quindi, non c'è speranza?
... C'è... ma è una sola ed è molto tenue... si chiama "conoscenza"...
Se io e quelli come me riuscissimo a risvegliare il "piacere di sapere" di quelli che ci ascoltano (come fecero Dante, Petrarca e gli altri citati sopra), allora una nuova Lega di Cambrai potrebbe essere possibile...

Ma è molto difficile... innanzitutto perché tra me ed i miei contemporanei, non c’è alcuna possibilità di paragone con quelli (Dante, Petrarca... etc..) che risvegliarono le coscienze dell'Europa molti secoli fa...
E poi perché i Frescobaldi di oggi hanno molte più frecce al loro arco (potere, media, etc..).
E' una partita tra il Brasile di Garrincha e Pelè, contro l'Igea Virtus di Barcellona Pozzo di Gotto...
La giochiamo perché ritirarci sarebbe ancora più disonorevole... ma non ci facciamo alcuna illusione.

      Fonte: Giuseppe Migliorino - www.borsari.it

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La televisione ci sta trasformando in zombie

Post n°43 pubblicato il 21 Febbraio 2013 da italoted
 

La scatola dell‘idioziaMentre da un lato queste parole suonano come la solita metafora utilizzata per evidenziare quanta immondizia ci viene oggi propinata attraverso la televisione, sono anche una terribile affermazione che descrive in modo letterale la nostra realtà. Solo in quest’ultimo mese duestudi separati hanno rivelato che un eccessivo uso della televisione, anche se lasciata in sottofondo, può avere effetti deleteri sullo sviluppo cerebrale nei bambini, al punto che, quando crescono, mostrano difficoltà nelle relazioni sociali. Se a questo aggiungiamo l’impatto ampiamente documentato che la TV ha su ognuno di noi, il potere che ha di alterare letteralmente la nostra coscienza e deprimere il pensiero critico, si può comprendere perché già da tempo è stata definita la «scatola dell‘idiozia». Come ha riportato in quest’ultimo mese la Reuters, ricercatori dell’Università della North Carolina Wilmington(UNCW), hanno scoperto che i rumori di sottofondo emessi dalla televisione distraggono e confondono a tal punto i bambini da pregiudicare, nel lungo termine, la loro capacità di interagire con altri esseri umani, rallentarne il pensiero cognitivo e lo sviluppo del linguaggio. Lo studio, pubblicato nella rivista Pediatrics, ha rivelato che i bambini statunitensi sono attualmente esposti a una media di cinque ore di televisione al giorno. Matthew Lapierre, che ha coordinato lo studio, ha spiegato che quei bambini che sono più esposti alla televisione passano meno tempo a interagire con i genitori e i coetanei. Lapierre ha anche osservato che sono i bambini più piccoli quelli maggiormente esposti alla televisione di sottofondo. «Questo è un chiaro avvertimento per i genitori: quando non stanno guardando la televisione, la devono spegnere». Ha detto il Dr. Victor Strasburger, un pediatra dell’Università del New Mexico di Albuquerque che in precedenza aveva studiato l’esposizione dei bambini ai mezzi di comunicazione.E ha aggiunto«É anche un consiglio ai genitori di evitare totalmente la televisione per i bambini sotto i due anni». «Avere voci indistinte di sottofondo genera confusione nei bambini in fase di comprensione ed elaborazione del linguaggio», ha sottolineato Strasburger, e ha aggiunto agli intervistatori che quando i genitori gli portano i loro bambini, riesce facilmente a individuare quali sono più esposti alla televisione e quali meno. «I bambini ai quali viene spesso letto, chiacchierano in modo disinvolto, mentre quelli che stanno davanti alla televisione per lungo tempo, sono più silenziosi», ha detto. «Questo significa che viene messo in pericolo lo sviluppo del loro linguaggio. Possono recuperare, sì, ma è comunque un problema». In un altro studio, alcuni medici del Royal College of Paediatrics and Child Health («College Reale di Pediatria e di Salute Infantile») di Londra, hanno scoperto che i bambini che nascono oggi, all’età di sette anni avranno visto un intero anno di televisione. Lo studio ha anche rivelato che in media i bambini oggi passano più tempo davanti alla televisione di quanto ne passino a scuola. Il Dr. Aric Sigman ha pubblicato lo studio negli Archives Of Disease In Childhood («Archivi di malattie infantili»), una rivista medica associata al gruppo del British Medical Journal. Sigman ha evidenziato che una taleesposizione elevata alla televisione può provocare delle lacune nei rapporti sociali, problemi di deficit d’attenzione e provocare gravi danni psicologici. Sigman ha aggiunto che la sovraesposizione a nuove tecnologie come la televisione in 3D e laconsole di gioco possono causare nei bambini gravi difetti nello sviluppo della percezione della profondità spaziale. Lo studio consiglia di evitare che bambini sotto i tre anni guardino la televisione tutti insieme, e aggiunge che il tempo dedicato alla televisione è bene che sia limitato a un massimo di due ore al giorno. «Avendo appurato che i problemi arrivano quando si supera il limite massimo delle due ore di schermo al giorno, e benché i nostri bambini siano attualmente esposti in media tre volte questo tetto, una decisa iniziativa mirata a ridurre il tempo giornaliero dedicato alla televisione porterà certamente dei miglioramenti nella salute e nello sviluppo infantile», ha detto Sigman. In un rapporto pubblicato un anno fa, l’American Academy of Pediatrics ha evidenziato che numerosi studi precedenti sono arrivati alle stesse conclusioni; ovvero che esiste un collegamento diretto tra l’aumento dei tempi televisivi e i ritardi cognitivi dei bambini. Nel 2010, un altro studio pubblicato in Pediatrics, riportò che dall’analisi di oltre 1.000 bambini di età compresa tra i dieci e gli undici anni, si scoprì che quelli che passavano almeno due ore al giorno davanti alla TV avevano il 60% in più di probabilità di sviluppare problemi psicologici di quegli altri bambini che ne passavano meno o per niente. Lo studio rivelò anche che quei bambini impegnati in attività fisiche, e che comunque guardavano molta televisione, avevano il 50% di probabilità in più di soffrire di problemi d’iperattività, difficoltà a relazionarsi con i coetanei e gli amici, cattivo carattere e comportamenti antisociali.Altri studi pubblicati in Archives of Pediatrics & Adolescent Medicine («Archivi di Medicina Pediatrica e Adolescenziale»), mostrarono che i bambini maggiormente esposti allo schermo televisivo hanno più probabilità di sviluppare comportamenti aggressivi e avere uno scarso rendimento scolastico. Inoltre, i dati mostravano che i bambini che guardano più televisione tendono a mangiare più cibi non sani e a diventare vittime di atti di bullismo da parte dei compagni di scuola, conseguenze che causano dei «corto-circuiti» a livello cerebrale. Altri studi recenti hanno rivelato che molti programmi televisivi creati apposta per i bambini possono addirittura avere effetti dannosi sul loro sviluppo, perché contengono immagini e animazioni troppo veloci, sovraccaricando quindi il cervello e provocando una ridotta capacità di attenzione. A causa di questi effetti della televisione e dei videogiochi, la mente dei bambini è obnubilata prima ancora di potersi sviluppare. Quando diventeranno adulti, agiranno sulla base di scelte e comportamenti presi per lo più a livello inconscio. In pratica, degli zombie; umani che agiscono secondo un processo mentale impulsivo e reattivo, penalizzando la logica e il pensiero critico. E non sono solo i bambini a essere esposti al rischio di creare un esercito di morti viventi. É noto che le fluttuazioni luminose dello schermo televisivo inducono onde cerebrali alpha, cullando il cervello in uno stato di subconscio simile al sonno, causando una sorta d’ipnosi che rende più suscettibili alle suggestioni. Questo è noto fin dagli anni ’60 e fu dimostrato chiaramente in un esperimento del 1969 da Herbert Krugman. La ricerca intrapresa da Krugman nel quadro di un più ampio progetto relativo alla pubblicità, rivelò che l’emisfero cerebrale sinistro, che elabora le informazioni in maniera logica e analitica, viene completamente disattivato quando un individuo guarda la televisione. La luce radiante e le oscillazioni luminose degli schermi televisivi riducono l’attività cerebrale a uno stato «theta» (onde theta). Si riduce il pensiero critico, lasciando attive le parti del cervello che conservano i ricordi, le sensazioni e le emozioni. Tutto ciò che arriva dalla TV in qualche maniera «bypassa» la mente logica e va a inserirsi direttamente nel subconscio. In altre parole, la TV fa presa più sulle emozioni che sulla logica. Numerosi studi hanno anche mostrato che le oscillazioni luminose nei videogiochi causano stati di alterazione della coscienza. In alcuni casi l’attività cerebrale si riduce al di sotto della frequenza delta. Altri studi hanno anche evidenziato un collegamento tra l’eccessiva esposizione alla televisione e la malattia di Alzheimer. Lo stato semi-conscio indotto dalla TV pare che influenzi direttamente i meccanismi della memoria, del linguaggio e delle percezioni.Krugman ha anche scoperto che leggere e ascoltare aumentano la cognizione e costruiscono nuovi percorsi neuronali, poiché quando si ascolta si è costretti a pensare in modo critico e a visualizzare il «teatro della mente». Inoltre, il passaggio dal cervello sinistro al destro indotto dalla visione degli schermi televisivi, causa un rilascio degli oppiacei naturali del corpo, simile al rilascio delle endorfine durante l’attività fisica. Questo provoca nello spettatore un effetto di piacere. Di conseguenza, quando si spegne lo schermo si scatenano dei sintomi di dipendenza. E come in ogni situazione di astinenza da oppiacei, tali sintomi comprendono ansia, frustrazione e depressione. Alcuni esperimenti eseguiti negli anni ’70 dimostrarono che le persone che tenevano la televisione spenta per lunghi periodi, dopo visioni prolungate, tendevano a soffrire di depressione; alcuni si sentivano come se avessero «perso un amico». Una combinazione di quattro studi, pubblicati nel Journal of Experimental Social Psychology («Rivista di psicologia sociale sperimentale»), concludeva che la televisione può indurre un senso di dipendenza in spettatori con poca autostima e con scarse relazioni sociali. Riferendosi all’ipotesi di surrogato sociale, degli psicologi dell’Università di Buffalo e Miami (Ohio) dimostrarono che per riempire il vuoto emotivo della privazione sociale, alcune persone instauravano dei rapporti con i personaggi dei programmi televisivi. La TV è davvero l‘oppio dei popoliOvviamente quello di cui parlo qui è solo un flash. Oggi siamo bombardati da ogni parte da distrazioni, sostanze e condizioni create per trasformare il modo in cui interpretiamo la nostra realtà. Siamo condizionati fin dalla nascita ad agire sempre più senza coscienza, proprio la cosa che ci distingue da ogni altro organismo vivente dell’Universo conosciuto. Siamo letteralmente programmati a uno stato di sonno vigile, un’esistenza da zombie. Abbiamo il dovere di agire in modo cosciente e educare gli altri allo stesso modo, se vogliamo spezzare questa dannosa «programmazione» e preservare l’umanità.FONTE http://www.losai.eu/la-televisione-ci-sta-trasformando-in-zombie/

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Il bel Paese

Post n°41 pubblicato il 19 Febbraio 2013 da italoted


Che paese di merda..... ma quello che mi fa paura è che tutti crediamo e siamo convinti che le merde siano solo i politici, ed invece la merda è molto più in  basso, è un paese basato sulla furbizia e sulla truffa, dove tutti i cittadini sono complici di un sistema marcio che trova il suo apice nella politica, ma loro sono solo la massima espressione di ciò che noi siamo,un accozzaglia di pecore allo sbando dove ognuno vive una vita a se,senza il minimo senso civico …. tutti individualisti e farabutti …

                                                 by italo

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Loquace allegro andante

Post n°40 pubblicato il 19 Febbraio 2013 da italoted
 

 

 

Non capisco come si fa ad avere tempi morti,  e succede spesso che non si ha niente da dire o da fare....  Amo quelli che non stanno mai zitti,  chiaramente non devono sparare stronzate a raffica...  ma trovano sempre un tema da approfondire,  un qualcosa da analizzare o  una citazione,  un pensiero folgorante...  come lo adoro!!!  ...e son pochi quelli che ho conosciuto con questa qualità,  una caratteristica non da poco...

                                                                                             by Italo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963