Il Duca era di bocca buona, però era assai se trovava avanzi da mettere sotto i denti. Soltanto se andava ai pubblici macelli gli buttavano là due occhi di bestia o un pezzetto di trippa. Allora il Duca faceva Pasqua.
Misero come era, senza casa, con gli abiti sbrindellati, faceva onore al suo nome. Alto, capelli lunghi, occhi azzurri, denti candidi. Si può dire che era bello ed imponente, il Duca.
Per dormire si accontentava di un angolo nell'ingresso dei cessi pubblici, una coperta per terra, il sonno lungo di chi non ha da pensare a nulla. Questo in cattiva stagione ma d'estate nessun problema per lui che dormiva sotto una pianta o sull'erba dei prati profumati delle Silerchie.
Il Duca, dunque, viveva la sua felicità alla giornata, la sua vita nella felicità. Non era raro sentirlo cantare - lui diceva - come gli uccelli dell'aria.
Alle Silerchie c'era una villa i padroni della quale gli avevano regalato più volte vestiti smessi o scarpe sfondate.
Andò su verso sera come tante altre volte e lo colpì il fatto che tutto fosse buio e come abbandonato. Allora si azzardò dentro il giardino e vide l'uscio della cantina dimenticato aperto.
L'odore degli insaccati appesi alle travi gli penetrò dentro come una truppa all'assalto e annullò i pensieri antiladro che l'avevano spinto a socchiudere la porta.
Lui ladro non si sentiva, non era mai stato, ma assaggiare un po' di quelle salsicce non gli sembrò reato e... mangiarne una, mangiane due, ne finì una filza.
Gli venne una sete atroce che gli allegava le labbra.
Cercò fra le bottiglie dello scaffale e trovò del vino, dolce, profumato di rose. Scendeva giù per la gola come un ruscello fresco e scatenava nello stomaco luci di gioia, risa sfrenate, un dolce sopore.
Forse ne bevve due, tre bottiglie, non lo seppe mai. Fatto sta che si addormentò di un sonno profondo, popolato di immagini. Lui, che non aveva mai visto il mare, si sognò che le onde gli lambivano i piedi; decine di ragazze procaci gli si facevano intorno e lo chiamavano: "Duca, Duca, vieni un po' qui da noi ..."
Grandi uccelli bianchi volavano come aquiloni e lui li passeggiava per aria dove voleva. Un cane, sceso dal cielo, gli leccò le guance barbose... I pescatori gli offrivano grossi pesci e siccome lui non li degnava, "Duca, Duca - gli dicevano - "svegliati... " e gli andavano dietro, gli urlavano nelle orecchie, lo scuotevano per le spalle: "Duca, Duca!"
- Lasciatemi in pace! - urlò il Duca e allora soltanto, nella foschia della sbornia, si accorse che erano due carabinieri.
- Che ho fatto?
- Effrazione di proprietà privata, furto...
Il Duca fece una smorfia. Non capiva, ma quando i carabinieri lo portavano via, disse:
- Meno male che ho trovato un vero letto, stanotte!
Inviato da: lupo282003
il 13/09/2007 alle 13:48
Inviato da: malissa0
il 06/09/2007 alle 12:10
Inviato da: mario0007
il 23/01/2007 alle 18:59
Inviato da: xgattoconglistivalix
il 09/01/2006 alle 14:36
Inviato da: lupo282003
il 21/12/2005 alle 12:42