Creato da: wolf20060 il 26/10/2006
Un uccello può vivere senza volare? Ed un uomo può vivere senza amare? Questo è un blog dedicato alle rappresentazioni della vita. Dedicato all'armonia, al bello e alla sua essenza. Otto von Cische
Post n°74 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da wolf20060
"Anghelos"…
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PREGHIERA
Ancora! Vieni, dona, cedi tutta la tua forza a mei Da lungi una bassa parola àlita sul cervello scoppiante la sua calma crudele, angoscia della sommissione, addolcendo il suo terrore come ad anima predestinata. Cessa, silenzioso amore! Mio fato! Accècami con la tua cupa vicinanza, oh abbi pietà, adorato nemico del mio volere! Resistere non oso al freddo tocco che mi spaura. Trai da me ancora la mia torpida vita! Su me più basso chinati, minacciosa testa, tu del mio crollo fiera, rammemorante, pietosa, colui che è, colui che fu! Ancora! Insieme, avviluppati dalla notte, sulla terra giacciono. lo odo da lungi la sua bassa parola alitare sul mio cervello scoppiante. Vieni! lo cedo. Su me più basso chinati. Son qui. Soggiogatore, non mi abbandonare! Sola gioia, sola angoscia, prendimi, salvami, calmami, oh risparmiami! James Joyce
Post n°72 pubblicato il 15 Settembre 2008 da wolf20060
Il
James Taylor e Carole King You've got a friend
Post n°71 pubblicato il 05 Settembre 2008 da wolf20060
Tempio della Concordia Valle dei Templi - Agrigento Pindaro: un encomio
Per Teosseno di Tenedo Al momento opportuno dovevi, animo mio, con gelida fiamma. Disprezzato morsa dal calore, mi consumo, quando guardo Tinturia - Sicilia bedda
Post n°69 pubblicato il 14 Giugno 2008 da wolf20060
Senza di te tornavo, come ebbro, Laura Pausini - La solitudine
Post n°67 pubblicato il 13 Maggio 2008 da wolf20060
Dio creò questo paese e ci collocò gli indiani. Creò questo fiume, i pesci in questo fiume e i cervi su queste montagne. Gli indiani si moltiplicarono e divennero un popolo. Questo è nostro di diritto come lo era un tempo remoto a cui risale la memoria dei miei bisnonni. Questo cibo ci permetteva di vivere. Mia madre raccoglieva bacche; mio padre pescava e cacciava. Fino a quando vivrò, non cambierò opinione. Il mio sangue, la mia forza, viene dai pesci, dalle radici e dalle bacche, sono l'essenza della mia vita. Io non venni portato qui da un paese straniero, non arrivai qui. E' il creatore che mi ci mise. (Meninock, Yokima)
Post n°62 pubblicato il 29 Aprile 2008 da wolf20060
“Elogio della follia” è un saggio scritto nel 1509 da Erasmo da Rotterdam e pubblicato per la prima volta nel 1511. Il lavoro fu redatto, compilato e completato originariamente nel giro di una settimana mentre soggiornava con Thomas More nella residenza di quest'ultimo a Bucklersbury. Elogio della follia è considerato uno dei lavori letterari più influenti della civiltà occidentale e il catalizzatore della Riforma protestante. Inizia con un encomio in forma satirica alla maniera del satirico greco Luciano di Samosata, i cui lavori erano stati recentemente tradotti da Erasmo e Tommaso in latino, un pezzo di sciocchezza virtuosa; acquisisce dunque un tono più scuro in una serie di orazioni, quando la Follia predica di auto-ingannarsi e a diventare matti e muove verso un esame critico dei pii ma superstiziosi abusi della dottrina cattolica e di alcune pratiche corrotte della Chiesa cattolica romana - alla quale per altro Erasmo era stato sempre fedele - e la follia dei maestri (incluso Erasmo). Erasmo era ritornato recentemente deluso da Roma, dove aveva rifiutato di essere promosso gerarchicamente nella curia papale, e la Follia si prende lentamente la voce di rimprovero dello stesso Erasmo. Il saggio finisce con una schietta e commovente dichiarazione sui veri ideali cristiani. Erasmo era un buon amico di Thomas More — un altro fedele cattolico romano e denigratore di Martin Lutero, con il quale condivideva una passione per l'umorismo asciutto ed altre occupazioni intellettuali. Il titolo "Moriae Encomium" può essere anche letto con il significato "In elogio di Moro". I doppi o tripli significati si trovano un po' ovunque nel testo. Il saggio è pieno di allusioni classiche recapitato con uno stile classico dei dotti umanisti del Rinascimento. La Follia sfila come uno degli dei, figlia di Plutos e della Freschezza e allevata dall'ignoranza e dall'ubriachezza, i cui fedeli compagni includono Philautia (Vanità), Kolakia (Adulazione), Lethe (Dimenticanza), Misoponia (Accidia), Hedone (Piacere), Anoia (Demenza), Tryphe (Licensiosità), Komos (Intemperanza) and Eegretos Hypnos (sonno mortale). Moriae Encomium diventò molto popolare, per lo stupore ed a volte sgomento di Erasmo stesso. Il papa Leone X pensò che fosse buffo. Prima della morte di Erasmo era stato ristampato più volte e tradotto in Francese e Tedesco. Subito dopo ne seguì pure un'edizione inglese. Influenzò l'insegnamento della retorica durante la fine del sedicesimo secolo, e l'arte dell'adossografia o elogio di soggetti senza valore divenne un esercizio popolare nelle scuole di Grammatica elisabettiane: si veda Charles O. McDonald, La Retorica della Tragedia (Amherst, 1966). Una delle edizioni del 1511 fu illustrata con xilografie da Hans Holbein il Vecchio. Queste sono le più famose illustrazione di Elogio della Follia. Per Giovanni Papini e altri Erasmo per la sua opera si sarebbe ispirato al lavoro di un umanista italiano: Faustino Perisauli, "De triumpho stultitiae" (con studio introduttivo di Alberto Viviani e note di Giannino Fabbri),Il Fauno editore, Firenze, 1963. Arabesque
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