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La Porta degli Inferi - Ploutonion

Post n°7 pubblicato il 23 Agosto 2014 da Lycantropos

Il Ploutonion, o Casa di Ade, era il luogo sacro in cui era officiato il culto ad Ade e alla sua compagna, Persefone/Kore, e attraverso il quale era possibile raggiungere gli Inferi attraverso un’apertura, che gli antichi collocavano in diversi punti della terra, tra cui l’antica città di Hierapolis.

Le fonti letterarie antiche, in particolare Strabone (Geog., XIII, 4, 14; XIV, 1, 15 e 47), ne parlano come uno dei più grandi santuari dell’antichità, in cui avvenivano sacrifici di tori che erano fatti avvicinare all’apertura della grotta da dove fuoriusciva gas. Sempre secondo gli autori antichi, gli unici immuni a questo gas erano gli Eunuchi di Cibele che, secondo alcune ipotesi, data la loro menomazione, riuscivano più degli altri a trattenere il respiro.

Dal punto di vista archeologico il Ploutonion era stato precedentemente individuato nel Santuario di Apollo, divinità protettrice della città, per la presenza di un’apertura da cui fuoriuscivano esalazioni di gas. Con il prosieguo degli scavi nella zona limitrofa al santuario, nonché in un’area centrale della città antica, tra l’imponente teatro e l’agorà, si è messo in luce un complesso formato da una gradinata lunga 30 m, una grotta e una tholos con due vasche ai lati per i bagni terapeutici nelle acque termali. Il dislivello di 2 m tra il piano dove si apre la grotta e la gradinata permetteva ai fedeli di assistere ai sacrifici che venivano fatti in onore di Plutone e Kore. Infatti, una delle prove della individuazione del complesso come Ploutonion è l’iscrizione in greco che si trova sulla quinta dove si apre la grotta che recita: ΠΛΟΥΤΩΝΙ ΚΑΙ ΚΟΡΗ …

In età bizantina, la facciata della grotta fu chiusa volontariamente e venne eretto un muro con materiali di reimpiego; inoltre, la tholos, quale simbolo di sacralità, fu demolita. La zona prospiciente l’apertura della grotta fu riempita di materiali e durante gli scavi sono stati ritrovati numerosi reperti tra cui frammenti architettonici, un’iscrizione di età neroniana e la statua di un serpente attorcigliato, animale ctonio per eccellenza e legato agli Inferi.

Alcuni filosofi neoplatonici bizantini, legati ancora alle credenze pagane, continuavano a visitare il santuario. Uno di essi, Damascio (480-550 d. C.), racconta di essere riuscito ad entrare nella grotta e di aver sognato di essere diventato Attis, il paredro di Cibele, durante le celebrazioni delle Hilariae, festa romana dell’equinozio di primavera in cui si celebra la rinascita della natura all’interno dei riti in onore della dea frigia, il cui culto a Roma fu introdotto nel 204 a. C.




Si evince come il luogo non fosse solo legato ai culti in onore di Ade, ma anche alla dea-madre frigia Cibele.

Per quanto riguarda il dio degli Inferi, sono stati ritrovati frammenti di una statua colossale, alta ca. 4 m secondo le ipotesi ricostruttive, che doveva raffigura Ade seduto. Il confronto con una statua, di dimensioni minori ritrovata all’interno del teatro, mostra come il dio doveva essere accompagnato dalla figura di Cerbero, il famoso cane a tre teste. E infatti, proprio l’ultimo giorno, racconta il Prof. D’Andria, dallo svuotamento della zona antistante l’apertura della grotta, la quale durante gli scavi si era riempita di acqua proveniente dal sottosuolo, è stata ritrovata una statua di Cerbero, frontale, un unicum per le dimensioni. Inoltre, le fattezze del muso dell’animale sono quelle tipiche del cane pastore anatolico, il Kangal, una razza canina molto forte che può scontrarsi con i lupi.

Per quanto riguarda Cibele, oltre alle testimonianze delle fonti letterarie, durante l’ultima campagna sono emersi due importanti elementi. Il primo è che la roccia sopra la grotta è stata intagliata a mo’ di altare, una caratteristica tipica del culto officiato alla dea frigia. Il secondo elemento, ancor più interessante, è il ritrovamento di un frammento di ceramica a rilievo del VI sec. a. C. sul quale è rappresentato un personaggio, con il berretto frigio ripiegato, tipico di Attis, che suona il doppio flauto frigio, caratteristico per avere un flauto dritto e uno a forma di corno, rappresentato anche in alcune pitture minoiche cretesi. Dunque, prima della fondazione della città, avvenuta nel III sec. a. C., il luogo in cui è poi sorto il Ploutonion era un posto di aggregazione per il popolo frigio che officiava un culto a Cibele che è continuato anche in età posteriore.

 

Antonella Saponara


http://archeoblog.associazionevolo.it/2014/01/19/la-porta-degli-inferi-le-straordinarie-scoperte-della-missione-archeologica-italiana-a-hierapolis-in-turchia/

 
 
 
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