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Folletto - 3

Post n°36 pubblicato il 04 Settembre 2014 da Lycantropos

Creature designate come folletti


Paul Sébillot parla dei folletti come di una grande tribù e Anne Martineau ne conta 30000 specie soltanto in Francia. Nel 1992 se Pietro Dubois dice che la parole "folletto" designa comunemente l'insieme del piccolo popolo in Francia, insiste anche sul fatto che i folletti formano un'intera razza a parte, da non confondersi con i folletti di Vallonia e delle Ardenne francesi di cui l'habitat e le leggende sono differenti, né con i coboldi, né con i gobelins e gli gnomi distinti soprattutto per l'etimologia. La maggior parte degli scritti dei folletti sono specifici alla Francia e si trovano maggiormente in Bretagna, nelle Ardenne sulle Alpi e in Picardia, ma qualche testo ne evocano nella contea di Devon, nello Yorkshire, nelle Fiandre, in Germania e in Italia. Nel Berry e secondo George Sand, gli elfi sono soprattutto chiamati folletti.
Pierre Dubois include tra i folletti propriamente detti chorriquets, bonâmes, penettes, gullets, boudigs e bon noz di cui il ruolo è soprattutto di curare i cavalli e il bestiame e ci aggiunge la Bona d'Auvergne, che si traveste nel ruolo di cabrette. Altre creature sono qualificate degli elfi, come il fullettu della Corsica, che con la sua mano di stoppa e la sua mano di piombo si attacca alla gente sdraiata. In Provenza e in Languedoc, il Gripet e il Fantasti si occupano del bestiame e delle stalle. I Pirenei conoscono Truffandec, genio del focolare soprattutto notturno e diabolico, e il Paese basco il "laminak". L'Alsazia ha numerose storie dei elfi, come quella di Mikerlé nella valle di Guebwiller. La Svizzera usa il nome di folletto. Nell'Allier il folle fa degli scherzi villani, come lo gnomo del paese Poitevin. Il nome Fadet è attestato nella città di Vienna.




In Bretagna

In Bretagna si distinguono diverse categorie di folletti, ciascuno associato a un luogo o a determinate caratteristiche. Esempi di nomi di folletti sono i korils, i kannerez, i korikaneds. Ultimamente sono chiamati tutti "korrigan". I folletti bretoni sono relativamente simpatici secondo Sébillot. Partecipano efficacemente ai mestieri domestici, preparano i pasti, si occupano dei cavalli. I folletti bretoni sarebbero potuti essere stati ammessi nelle chiese della bassa Bretagna, ma sono dispettosi.


In Vallonia e Champagne-Ardenne

Il lûton delle Ardenne franco-belghe condivide la stessa origine con il folletto, ma le grotte, le caverne e i sotterranei sono l'essenziale del suo habitat secondo il folklore locale. Spesso sono misantropi e la loro origine è legata alla mitologia popolare, in particolare a quella del periodo gallo-romano. Altri folletti sono spaventosi e si manifestano sotto forma di fiamme, altri ancora come "il mangiatore di ossa" vivono nei cimiteri.


Nella Franca Contea, nelle Alpi ed in Svizzera

Ci sono folletti benevoli protettori del focolare e soprattutto del bestiame che egli guida in montagna. I paesani danno loro il primo latte del mattino per proteggersi dai loro raggiri. Nel Tirolo i folletti sono spesso rappresentati come anziani e vestiti di stracci e si pensa che vivano presso Hochfilzen e offrano molti servizi agli uomini. I paesani li ringraziano offrendo loro nutrimento negli chalets. Sono generalmente molto suscettibili se gli uomini dimenticano la loro razione di latte.


In America del nord, soprattutto in Québec

La credenza verso i folletti ha invaso l'America del Nord con i coloni francesi e più in particolare la zona del Québec, dove hanno preso le sembianze di animali. Questi folletti sono o buoni o cattivi, possono controllare i fenomeni atmosferici. Essi inoltre detestano il sale, condividono la loro vita con i cavalli.

In Nuova Caledonia

Gli autori francesi che studiano le tradizioni popolari della Nuova Caledonia, menzionano i folletti nella credenza dei "kanaks", per la quale la foresta è sacra.

In Italia

Nel saggio di Charles Godfrey Leland Etruscan Roman Remains in popular traditions (1892), sono citate numerose invocazioni ai folletti rivolte dagli abitanti della "Romagna Toscana".
Nel romanzo Il Monte dei Folletti (2012), di Giordano Berti, i folletti che dimorano sull'Alpe di Monghidoro, al confine della Romagna Toscana, salvo restando le loro prerogative di esseri fatati, rispecchiano fedelmente le virtù e i difetti degli esseri umani.
Fra le voci che nel folklore italiano (a seconda delle fonti) possono corrispondere alla descrizione generica dei folletti, si possono citare:
Aùra (Puglia)
Barabén (var. Barabanén), Mazapécc e Sèltapécc (Appennino bolognese)
Berbèch (provincia di Bergamo)
Buffardello o Beffardello (provincia di Lucca)
Cardinalen o Barabanén (Imola e dintorni)
Cjalcjùt (Friuli)
Culèis (Piemonte)
Fajettu (Calabria meridionale)
Fuddhittu e Mazzamareddu (Sicilia)
Gnefro (Terni e Valnerina)
Lauru (Puglia)
Lenghelo (Castelli Romani)
Linchetto (provincia di Lucca)
Mazapégul (Romagna)
Mazaròl o Massaruol o Massariòl (provincia di Belluno)
Mazzamurello (Marche)
Spremìngolo o Sprevéngolo (Marche centrali)
Mazzemarelle (Abruzzo)
Munaciello (Napoli)
Monachicchio (Basilicata)
Pàpolo (provincia di Massa e Carrara)
Ru Mazzamauriegliel o Mazzamauriell (Molise)
Sarvanot (Piemonte - Valle Varaita)
Sbilf - (Carnia - Friuli)
Squasc (Lombardia orientale)
Sa Surtore(Sardegna)
Salbanello e Salvanel (Veneto)
Scazzamurrieddhru (Salento) o Scazzamurrill (provincia di Foggia)
Sprenaggio (Uscio - Valle del Recco)
Tummà (tavoliere delle Puglie)

Evoluzione delle credenze

I folletti sono conosciuti attraverso delle favole e dai racconti popolari. In queste creature c'è un'importante evoluzione: il Nettuno acquatico primitivo è visto come un demone pericoloso, ma il genio del focolare molto servile più che incostante e suscettibile, è l'archetipo del folletto. Secondo Claude Lecouteux dal Medioevo al Rinascimento il concetto di genio domestico è molto vivo ed è attribuita ai folletti la paternità dei viaggi sfortunati. Ultimamente le storie sui folletti sono diventate semplici leggende popolari.

Medioevo

Una delle prime attestazioni di credenze nei confronti dei folletti è di Burchard de Worms che, verso il 1007, parla di Pilosus e Satyrus, sorta di geni domestici che si manifestavano nelle cantine delle case, ai quali c'è l'usanza di offrire delle scarpe o degli archi di piccola taglia. È probabile che egli abbia cercato di chiamarli con nomi latini lasciando perdere i nomi volgari.
Nel 1210, Gervais de Tilbury scrive in Les Divertissements per un imperatore un capitolo intitolato Sui fauni e sui satiri che forma la prima testimonianza dettagliata sul piccolo popolo medievale. Si parla di folletti chiamati "nuiton" in francese e "portuns" in inglese, nascosti sotto le spoglie di fauni satiri e succubi. Questi esserei abitano con i paesani ricchi nelle loro case e non hanno paura né dell'acqua benedetta né degli esorcismi, questo li dissocia dai Diavoli. Essi assistono "le persone semplici e di campagna" e si occupano facilmente e senza sforzo dei lavori più umili.
Senza essere dannosi, possono deridere gli abitanti. Essi entrano nelle case di notte attraverso le porte chiuse e si riuniscono attorno al fuoco per mangiare degli stracci grigliati. Essi hanno tuttavia la brutta abitudine di aggrapparsi ai cavalieri inglesi che galoppano di notte, per condurli nel pantano, prima di fuggire ridendo. L'insistenza con cui Gervais de Tilbury afferma che i folletti sono generalmente inoffensivi e non si spaventano degli oggetti religiosi lascia supporre che questa opinione non debba essere associata alla sua epoca. Egli aggiunge che i demoni prendono l'aspetto dei Lari, ossia degli spiriti della casa.
La religione cristiana ha un'influenza non trascurabile sulla percezione dei folletti. La Chiesa tuttavia non arriva a sradicare queste creature discendenti dalla mentalità pagana, malgrado i suoi sforzi, né la credenza secondo la quale i defunti si trasformino in spiriti per continuare a manifestarsi. Claude Lecouteux riporta un testo didattico del XV secolo secondo il quale i gobelins sarebbero dei diavoli inoffensivi, creatori di illusioni e fantasmi, che Dio lascia errare. Pierre Dubois evoca l'abbandono di un monastero domenicano nel 1402 a causa della presenza di un folletto in collera che non era stato possibile allontanare con nessuna preghiera.

http://it.wikipedia.org/wiki/Folletto

 
 
 
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