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Riflessioni sul peccato.

Post n°3 pubblicato il 10 Agosto 2005 da lpmaggio73

Penso che il peccato abbia in sé un desiderio di positivo, che sia una forza vitale. Per esempio, tradire il marito o la moglie è considerato un peccato, no? Ma guardiamo la questione da un altro punto di vista: quell’uomo o quella donna che tradiscono, aspirano a un altro modo di vivere, migliore. Al posto dell’esistenza che stanno vivendo ne desiderano un’altra , più felice. Anche dire bugie è considerato peccato, no? Io invece lo ritengo un modo di inventarsi una felicità immaginaria. Che c’è di male? Il peccato lo vedo come un divenire dal negativo al positivo, quello che mi interessa è il momento del passaggio in cui avviene questa mutazione e il buddismo, non il cristianesimo, mi ha avviato a questa percezione di un continuo divenire dove non sono contemplati contrapposti assoluti.

Una volta dividevo in due, il bene e il male, poi mi sono reso conto che si può, anzi si deve dividere in tre. Che tutto ha un senso, che non esiste nulla di inutile, neanche il peccato è inutile, l’ho capito invecchiando.

Shusaku Endo

( autore Giapponese, cattolico)

 
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