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Perdete ogni speranza…

Post n°167 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da maiden.casoria
 

Non è una semplice esortazione o peggio ancora un vuoto modo di dire, ma la cinica constatazione di chi ha capito che ormai di speranze non ce ne sono. Quindi al bando i sogni, le utopie e quelle stucchevoli idee gloriose su un futuro radioso ma irrealizzabile, per Casoria non c’è nulla da fare, la paralisi che la blocca è un male incurabile. Credere ancora in chi ci prospetta una soluzione a tutti i nostri problemi è un esercizio troppo faticoso ed in alcuni casi controproducente. Noi cittadini dobbiamo essere consapevoli di vivere in una città sfasciata, malandata, imbruttita, che non ricorda la propria storia e che quindi non sa nemmeno costruirsi un futuro.

Non prendete queste parole come le nefaste profezie di una cassandra locale, è partendo dalla consapevolezza della propria situazione che si tenta almeno di risalire la china, arginando qualche danno. E’ da questo punto che vogliamo partire: dal fondo più nero in cui è sprofondata la nostra città, dandoci la spinta per risalire a galla.

Non parliamo più di uomini o di amministrazioni che si sono dati il cambio al governo di questa città, sarebbe solo un gioco al massacro fatto di accuse reciproche. Ciò che più manca è la classe dirigente nella sua interezza; l’accusa potrebbe sembrare banale e qualunquista eppure non ci sembra di poter trovare altra spiegazione alle nostre sciagure. Anche in questo caso siamo disposti a sgombrare il campo da qualsiasi utopia: non chiediamo super eroi dotati di poteri paranormali e votati esclusivamente al servizio del cittadino. A nostro avviso basterebbero poche qualità quali: la competenza, la serietà, la voglia di fare e la predisposizione al dialogo. Un catalogo esiguo ma difficilmente rintracciabile nella classe politica in generale. Sembrano invece essere di moda l’approssimazione, il divismo, l’arroganza, ed una certa dose di slealtà.

Del resto i criteri di selezione con cui viene scelta la classe dirigente sono del tutto campati in aria. La designazione degli uomini che sono chiamati a rappresentarci è fatta esclusivamente dai partiti e non più dagli elettori che si affidano interamente alle decisioni dei vertici della nomenclatura e magari questo sarebbe anche accettabile se almeno i capi dell’apparato partitico fossero eletti democraticamente. Ma purtroppo la situazione è questa e per il momento non ci sono alternative. La scelta è tra arrendersi o tentare con mille difficoltà di andare avanti contrastando il sistema dall’interno, accettando implicitamente la morte del partito ideologico ed adeguandosi ad una sorta di individualismo politico che rende impossibile una collocazione certa in uno schieramento in quanto non supportata da nessuna ideologia ma semplicemente dall’opportunità del momento. I cittadini votanti devono imparare ad esprimere la loro preferenza elettorale basandosi non più sulle idee, ma sui progetti, sapendo comunque di non avere nessun arma di pressione sull’eventuale candidato che risponderà sempre, della sue elezione, ai vertici e non alla base. Una realtà ancora in costruzione ma che sembra ormai imminente, inesorabile. E’ difficile prevedere i risvolti di un tale mutamento, anche se la democrazia italiana non sembra pronta ad un passo del genere.

Emilio Polizio

 
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