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Molto fumo e niente arrosto

Post n°213 pubblicato il 08 Novembre 2010 da maiden.casoria
 

Non è mai troppo tardi per essere polemici, purché non si tratti di essere polemici a tutti i costi. Per l’appunto. Da cittadina casoriana avrei voluto salutare il lieto evento dell’inaugurazione della Biblioteca Comunale senza polemiche nonostante le inspiegabili lungaggini, ma (ahimé) è un privilegio che non mi è stato concesso. Venerdì 29 ottobre è stato il gran giorno:  molti hanno detto un giorno da ricordare. Piuttosto per i demeriti che per i meriti, aggiungo io. L’ obiezione più grande è per il nostro Primo Cittadino, il suo Vice e gli altri esponenti politici della maggioranza: tutti lì a celebrare “l’Amministrazione del fare” (cito testualmente) con parole che francamente sarebbe ingiusto non definire di circostanza se non addirittura propagandistiche. In primo luogo, oso chiedere al Signor Sindaco, che certo mi userà la gentilezza di rispondere, se “fare” per lui e i suoi sodali significhi, nel caso di specie, dare ai suoi cittadini - che a questo punto immagino presuma essere una massa di stolti privi di alcun senso critico - dei locali vuoti e fregiarli del titolo di biblioteca senza che di una biblioteca degna del termine vi sia alcuna traccia. Abbiamo inaugurato una struttura spoglia: senza libri, senza scaffali e librerie pronti ad ospitarli, senza postazioni di lettura che possano dirsi pronte all’uso, senza computer nella sala informatica. Quello che c’era era solo molto fumo negli occhi. Forse esiste un vocabolario in cui le espressioni buttare fumo negli occhi e fare sono sinonimi e sono io a non averlo letto. Me lo presta Lei questo vocabolario, Sindaco? Perché, sa, mi piacerebbe essere informata dell’evoluzione della lingua italiana, della nostra bellissima lingua madre di cui la maggior parte della classe dirigente della mia città sembra essere a digiuno non avendo avuto la capacità di dire quattro parole di senso compiuto staccandosi dal foglio o, se staccatisi dal foglio, di averle dette senza rispettare le più elementari regole grammaticali. C’è da rimanere a bocca aperta soprattutto se a fare questi strafalcioni è l’attuale assessore alla Pubblica Istruzione nonché ex assessore alla cultura. Se anche volessi stendere un velo pietoso su quanto già detto, resterebbe pure dell’altro su cui proprio la mia coscienza di cittadina non può transigere: anche ad uno sguardo distratto o ad un occhio miope sarebbe stato impossibile non notare l’inopportunità con cui l’evento – che è o dovrebbe essere una conquista per la cittadinanza tutta, quale che sia il simbolo che sbarra con una croce sulla scheda elettorale – è stato trasformato nel trionfo di una specifica parte politica. Altrettanto non casuale è che la biblioteca porti il nome di Paolo Borsellino: è di macroscopica evidenza il richiamo al circolo di quella specifica parte politica che si autocelebrava con “fanatismo leghista”, quasi fossimo ad Adro, Comune le cui vicende hanno fatto molto discutere. Poco ci mancava che anche nella nostra Biblioteca Comunale fossero apposti simboli, bandierine, loghi o quant’altro.

Un’ultima perplessità prima di concludere: non ho potuto fare a meno di notare con quanta insistenza sia stato sottolineato l’obiettivo dei millecinquecento volumi (preferito ad ogni altro obiettivo di buon funzionamento e di crescita della biblioteca), soglia indispensabile per avere accesso ai contributi regionali. Quando questi contributi arriveranno, chi vigilerà, chi darà conto alla cittadinanza della trasparenza con cui di essi verrà fatto uso? Perché non indicare a quali finalità saranno deputati, data la bramosia con la quale li si desidera? Saranno pure domande maliziose, ma l’Amministrazione di Casoria  certo saprà di avere dei doveri di responsabilità nella gestione della cosa pubblica: il consenso è difficile conquistarlo, ma molto di più lo è mantenerlo. E allo stato dei fatti saranno molti a pentirsi e dolersi con tutto il cuore di aver eletto questa maggioranza. Questo articolo è evidentemente zeppo di veleno: lo stesso veleno che ho dovuto mandare giù insieme a tanti altri venerdì pomeriggio quando, a mo’ di sfottò,  sono stata esortata a guardare il tutto come se fosse una conquista mentre non potevo che essere ancora una volta delusa ed indignata per come è stata maltrattata la mia città che sono ventitre anni che cerco di amare in modo diverso da questo amore amaro senza che nessuno mi abbia aiutato mai a vedere il suo lato buono, la sua bellezza, il suo orgoglio, i suoi talenti messi da parte per dare spazio a spocchiosi in cerca di onorificenze. E se non l’aveste capito, l’ultima frecciatina è proprio per i membri del Comitato Direttivo dal quale sono stati escluse più meritevoli personalità che il nostro territorio ha prodotto, nonostante tutto, a favore invece di qualcuno che, non avendone i meriti, un domani sarà costretto a sdebitarsi, e lo farà in termini elettorali, nei confronti di coloro a cui debbono un incarico per il quale non avevano i necessari requisiti.

Martiantonietta Milano

 
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icthus
icthus il 08/11/10 alle 10:53 via WEB
P.S. ringraziandovi per la vostra indignazione, in una città dove nessuno più si indigna, e il moderatismo fa solo il gioco dei soliti: un saluto da Giuseppe Pesce.
 
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