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EVENTI CALAMITOSI

Post n°69 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da maniamicheass.vol
 

Il popolo Napoletano dalla fondazione ai nostri giorni, nell'arco di 2500 anni, ha subito le dominazioni straniere e sofferto per le calamità naturali.
In origine a turbare la tranquillità della Napoli greca, furono i Sanniti, bellicoso popolo proveniente dai monti della Campania. Seguirono i Romani che non imposero la propria cultura assimilando molto bene quella greca.
Cessato il dominio romano, subentrarono i Bizantini che dal IX al XII secolo consentirono ai Napoletani una certa autonomia. Seguirono infine varie dominazioni straniere, dai Normanni agli Svevi; dagli Angioini agli Aragonesi; dagli Spagnoli ai Borboni fino all'unità d'Italia.
Ad esclusione di un lungo periodo di governo autonomo, la città dovette soccombere alle dominazioni straniere assimilandone usi e costumi, e subire le secolari sopraffazioni di un assolitismo monarchico che favoriva sia l'indebito arricchimento di classi diririgenti affiancati a ricchi feudatari, che l'impoverimento del ceto popolare, quel popolo la cui atavica miserevole condizione sociale doveva subire ulteriori emozioni per le calamità naturali ( eruzioni vulcaniche, terremoti, carestie e pestilenze). Delle calamità, quelle che maggiormente lasciarono il segno in un popolo debole ed indifeso furono:
Il maremoto del 1343; il terremoto del 1456; terremoto ed eruzione vulcanica del 1538 che vide la nascita del monte Somma; il catastrofico terremoto del 1631 e quello del 1688 durante il quale crollò il pronao dell'antico tempio di Castore e Polluce; le carestie del 1506 e 1560; le pestilenze del 1461, del 1526 e soprattutto la peste del 1656 che decimando la popolazione e riducendola del 50%.
Si ricorda infine l'epidemia colerica del 1884 che dette origine al risanamento della città attraverso lo svetramento dei quartieri di Mercato-Pendino e Porto di cui i principali artefici furono Nicola Amore primo sindaco d'Italia dopo l'unità, e il Duca di S. Donato. Non possiamo tra l'altro ignorare che il risanamento risolse solo il problema igienico sanitario, in quanto se da un lato furono abbattuti fondaci e vecchi edifici con abitazioni sovraffollate, in cui vivevano in totale assenza delle più elementari norme igieniche; dall'altro ci fù la cancellazione di memoria storica per la demolizione nell'ambito dello sventramento di antiche chiese ed antichi edifici non solo, ma le nuove costruzioni ( vedi Corso Umberto come era lecito aspettarsi) , non ospitarono il ceto meno ambiente, evacuato dallo sventramento,il quale fu costretto ad affollare le abitazioni piu prossime che non erano state abbattute ( cosi come avvenne per gli abitanti di S.Lucia).

 
 
 
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