La vita come viene

Cortili


Mentre percorro un cortile di un palazzo di Porta Romana, ripenso ai cortili in cui ho vissuto io.Cominciando da quello di Torino, dove giocavamo con la neve piu' alta di noi, gonfi di maglioni e sciarpe, a far da corona festante alla contadina di Giaveno che arrivava in bici a vendere i suoi prodotti, i conigli, le galline direttamente in cortile.E poi quello in Puglia pieno di vita, da dove sparii in una tarda mattinata di settembre per intraprendere il primo viaggio della mia vita, a cinque anni. Alla ricerca di un cagnone marrone che giocava con noi in cortile. Era un vecchio randagio, ma ogni giorno veniva per partecipare ai nostri giochi con l'entusiasmo di un bambino. Dopo tre giorni che non veniva piu' a trovarci, ed una mattinata passata a progettare spedizioni di ricerche, pensai che toccava a me ritrovarlo e ridare al cortile il suo protagonista di giochi. E succede ancora adesso cosi', e' stata una costante della mia vita decidere che in una battaglia in cui nessuno si fa avanti, quel passo avanti lo faccia io e che diventi la mia battaglia. Avevamo deciso, non chiedetemi perche', che qualcuno l'avesse rapito ed ora si trovasse legato da qualche parte, prigioniero di chissa' quale mostro.Per quello salii da mia nonna a prendere un coltello da cucina e partii verso la periferia non senza aver mostrato fiero ai compagni di cortile il coltello, lo strumento che avrebbe liberato il nostro cagnone. Mentre gli altri rimanevano nel cortile.All'ora di pranzo, scoprirono che non ero piu' in cortile, e che avevo preso un coltello dalla nonna.Si scateno' una ricerca con decine di parenti in giro fino all'estrema periferia.E fu uno di loro che mi trovo', nel tardo pomeriggio, mentre vagavo nei terreni dell'arcivescovato dove di li' a poco, sarebbero sorti enormi grattacieli.La gioia di avermi trovato soffoco' del tutto la voglia di sculacciarmi, ma con grande dispiacere, mi proibirono di andare in cortile per quasi due settimane. Ma il dolore piu' grande, fu non aver trovato il cagnone, che non torno', mai piu'.E guardo i cortili di oggi, zeppi di cartelli di divieto.E' proibito parcheggiare, auto, moto, biciclette.E' proibito schiamazzare in cortile, e' proibito depositare merce di qualsiasi natura, anche temporaneamente, anche i bambini.Ma oggi forse i bambini sono tutti a casa, attaccati alla playstation, oppure in piscine, palestre e campi a pagamento dove li iscriviamo. Allora chiudo gli occhi, e risento le voci dei compagni di cortile di allora, i latrati felici del cane marrone, e mia nonna che mi chiama dal balcone.Forse perche' oggi siamo piu' ricchi, abbiamo piu' esigenze indotte da soddisfare.Ma non le scambierei col mio cortile, un pallone Super Santos ed un vecchio cane marrone.