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FUORI TUTTI

Post n°80 pubblicato il 31 Luglio 2006 da scemo81
Foto di scemo81

L'approvazione del provvedimento sull'indulto, varata dal governo Prodi, ha acceso non poche discussioni tra le persone comuni. In queste ore, la testimonianza più scioccante arriva da una madre di un carcerato tossicodipendente che, in una lettera spedita al ministro Mastella, manifesta la grande paura di vedere scarcerato il proprio figlio. Nella lettera, la donna, afferma che se avverrà il fatto non esiterà a suicidarsi, prima che il figlio uccida lei.

Sicuramente, le parole di questa madre impaurita, hanno fatto il giro del paese, alimentando le polemiche su un provvedimento quantomeno incauto. Si stima, infatti, che i beneficiari dell'indulto saranno circa tredicimila. Tra questi, spiccano nomi noti come quelli dei due baby assassini Erika ed Omar.

Tutto questo credo faccia parte della logica del malcostume italiano. Il nostro paese è noto in tutto il pianeta per mantenere impuniti i colpevoli di qualsivoglia reato. La domanda che mi pongo, in questo caso, è: non si poteva risolvere il tutto costruendo nuove carceri? Evidentemente no. O almeno, chi sta "al di sopra" non la pensa come me.

Detto questo, riflettendoci, questa mattina mi è raffiorata alla mente una vecchia (ma nemmeno tanto) canzone dei Pooh. Il titolo del brano è "In Italia si può", ed il suo testo è decisamente significativo, a distanza di quattordici anni (il brano è inserito nell'album "Il cielo è blu sopra le nuvole", datato 1992).
Leggetelo e fate un po' i vostri conti.



Mastella vedrà madre di carcerato
Donna contro indulto a figlio drogato

Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, riceverà nei prossimi giorni la madre del tossicodipendente, che ha chiesto di incontrare il Guardasigilli. La donna teme di essere vittima di nuovi episodi di violenza da parte del figlio, ora detenuto in una comunità e che, a suo dire, tornerà in libertà con l'indulto. "Ho perso ogni speranza: o mi riceve o mi ucciderò" ha detto la madre disperata, una romana di 68 anni.

La storia
"Mio figlio, ormai solo biologico - racconta la donna - ha oggi 47 anni e delinque da circa 30: entra ed esce dal carcere. Si è macchiato di gravi reati, comprese rapine a mano armata, si e' finto malato terminale per realizzare alcune truffe. La famiglia lo ha seguito fino al 1993, sempre lungo gli itinerari previsti dalla legge: il Sert, i centri di recupero, le comunità. Tutto inutile. Gli è stata data l' ultima chance. Anche questa inutile. Da allora le violenze di mio figlio contro di me sono aumentate, sempre finalizzate ad ottenere soldi per comprare la droga. In oltre un decennio di terrore, ha devastato piu' volte la casa, mi ha picchiata, mi ha umiliata. Ed io sono caduta in uno stato di depressione severa".

"Tornerà a torturarmi"
Nel 2003 - continua - "mio figlio e' stato arrestato dalla polizia mentre tornava a casa armato di un coltello a serramanico con il quale, probabilmente, aveva intenzione di scagliarsi contro di me. Al momento della cattura ha anche ferito un agente. E' stato processato, condannato e - da quanto ho saputo da un funzionario di polizia - durante la detenzione è anche evaso da un ospedale nel quale era stato ricoverato". Ciononostante l' uomo - racconta la madre - ha ottenuto alcuni mesi fa gli arresti domiciliari in una comunita'. Ora, in conseguenza dell' indulto, tornera' libero. "Tornerà  a fare rapine, a picchiarmi, a torturarmi - dice la donna - a devastare la casa giorno e notte, pronto anche ad uccidermi". Di fronte a questa prospettiva, la madre, disperata, invoca l'intervento del ministro affinché un "atto di buonismo verso i rei qual è l' indulto" non diventi "un atto di ingiustizia verso i cittadini per bene".

La richiesta
"Signor Mastella mi riceva. Vorrei chiederle se mi accoglierà a casa sua; o se mi darà un alloggio protetto; o se mi assegnerà una scorta per difendermi dal mio figlio biologico. In alternativa, se è possibile che io sia arrestata e rinchiusa in un carcere invivibile, il peggior carcere, ma pur sempre piu' sicuro della mia casa. Se tutto questo non sarà possibile, signor Ministro, io ho giàdeciso: mi togliero' la vita. Vorro' farlo io  per impedire che lo faccia mio figlio: non voglio vedere i suoi occhi
mentre mi uccide"


IN ITALIA SI PUO' - Pooh

(Siamo i piccoli italiani,
Ferrari e maccheroni
ambarabà cicci coccò,
in Italia si può.)
Ma dove vai?
Vieni in Italia che si sta bene.
È una tribu
che già a vent'anni si va in pensione.
Oltre frontiera, o lavori o ti caccian fuori;
in Italia no,
che problema c'è?
In Italia si può.
Ma dove vai?
Questo è il paese dell'abbondanza.
Anche in galera,
anche pagando non c'è una stanza.
Bella straniera
in T.V. qui si fa carriera,
basta stare zitte, basta aver le tette.
In Italia si può fare quello che vuoi,
è l'aereo più pazzo del mondo.
Qui comandano tutti è la banda bassotti,
mangiamo e rubiamo cantando.
Immagina per te e tutti i figli tuoi
un posto più incredibile.
In Italia si può fare quello che vuoi,
e le mamme ci vogliono bene.
In Italia si può.
Ma dove vai?
Vieni in Italia che si respira.
Siamo i migliori
a fare i ricchi senza una lira.
Siam professori della moda e dei terni al lotto
e negli ospedali ci curiamo da soli.
In Italia si può fare quello che vuoi
l'importante è tirare a campare,
qui le torri pendenti non cascano mai
basta stringer la cinghia e tirare.
Immagina per noi e tutti i figli tuoi
un posto più incredibile.
(Siamo i piccoli italiani,
cinquantaseimilioni di figli di papà,
sole, pizza e malandrini,
polenta e mandolini,
Ambarabà cicci coccò.
Siamo i piccoli italiani,
cinquantaseimilioni di figli di papà,
sole, pizza e malandrini,
polenta e mandolini,
Ambarabà cicci coccò.)
In Italia si può fare quello che vuoi,
siamo alpini e picciotti di cuore,
noi siamo poeti, noi siam marinai,
anche se non sappiamo nuotare.
In Italia si può fare quello che vuoi,
siamo alpini e`picciotti di cuore,
noi siamo poeti, noi siam marinai,
anche se non sappiamo nuotare.



www.manuel1781.net , il mio sito ufficiale

www.per-sempre.net , il sito ufficiale del mio primo romanzo


 
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