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UNA VITA TRASCORSA IN MUSICA PER IL MAESTRO CHE COMPOSE LE MARCE PER LE NOSTRE VARE

Post n°17 pubblicato il 18 Giugno 2012 da cristarray
 
Tag: notizie
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Una vita per la musica. Nella nostra rassegna sugli illustri nisseni totalmente finiti nel dimenticatoio di questa città, riscopriamo la figura di un personaggio che dedicò ben quarant'anni della sua esistenza all'insegnamento della musica in una delle istituzioni cittadine più antiche e, all'epoca, più efficienti e rappresentative, vale a dire l'Ospizio provinciale di Beneficenza. Parliamo del maestro Giuseppe Alù, un nome che forse oggi in pochi conoscono, ma che ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende musicali della nostra città nella seconda metà dell'Ottocento, formando generazioni di allievi che avrebbero a loro volta svolto attività musicale su più fronti. Il riscoprire la sua figura è anche occasione per ricordare quella grande "fucina" formativa che fu, per tante discipline, il predetto Ospizio di Beneficenza che proprio sul fronte musicale ebbe lunga e onorata tradizione.
Giuseppe Alù nasce a Caltanissetta il 16 dicembre 1836 da Nicolò e Calogera Lachiusa. Frequenta da piccolo l'Ospizio di San Michele, vale a dire l'antesignano di quello che sarà il Regio Ospizio di Beneficenza, istituzione facente capo all'Amministrazione provinciale: il "San Michele" (operante dal 1847 al 1853, anno di fondazione del nuovo Ospizio) accoglie fanciulli poveri, le cui spese di mantenimento sono assicurate dall'allora intendente Salvatore Murena, dal vescovo Antonino Stromillo e da altri notabili della città; ha sede (fino al 1848) nella casa dell'avvocato Giuseppe Rava, in via Ayala, e poi in locali del sottostante convento di Sant'Antonino.
Il giovane Alù comincia a prendere lezioni di musica sotto la guida di valenti maestri: per la parte strumentale lo guidano il salernitano Tommaso Cardaci (anche lui impegnato, per un certo periodo, nell'insegnamento all'Ospizio di Beneficenza) e il palermitano Visco; per la parte teoretica, il sancataldese Giovanni Torregrossa, che ritroviamo nel 1861 sovrintendente sempre dello stesso Ospizio (sarà anche consigliere di Prefettura, morirà a Palermo nel 1867).
Nell'ottobre 1862 Alù comincia la sua lunga attività d'insegnante presso l'istituzione, e la prima nomina è quella con la qualifica di «professore conoscitore di strumenti musicali», mentre nel 1871 gli si attribuisce quella di «maestro di musica». Sempre in quell'anno il giovane contrae matrimonio a Caltanissetta con Giuseppa Lombardo, e da questa unione nasceranno ben otto figli.
Sono gli anni in cui, ad assicurare l'insegnamento di musica all'Ospizio sono lui e Cardaci, con quest'ultimo subentrato al precedente "direttore della musica", il catanzarese Francesco Saverio Pucci formatosi al Real Conservatorio musicale San Pietro a Majella di Napoli e che avrebbe poi insegnato al Conservatorio di Livorno.
Nel marzo 1868 a Cardaci subentra il napoletano Giovanni Majorana (congedatosi da capo musica del 54° Reggimento Fanteria) fino al dicembre 1869, quando lo stesso si dimette per altri impegni, ed è così che Alù chiede di assumerne le funzioni, e quindi anche la direzione del corpo bandistico formato dagli alunni dell'istituto.
Ed è proprio sotto la sua guida che, come detto, si formeranno musicalmente - per circa quarant'anni - generazioni di allievi: molti, una volta usciti dall'Ospizio, presteranno servizio nell'esercito andando a far parte delle bande musicali militari, mentre altri entreranno nei ranghi della banda comunale, che si ritroverà quasi per intero formata proprio da ex allievi dell'Ospizio; ma altri ancora si faranno onore a più alti livelli.
Tre le curiosità riscontrate nel periodo compreso tra il 1884 e il 1892, troviamo che gli allievi della banda dell'istituto diretta da Alù indossano una divisa blu con i bottoni argentati, e portano anche una daga. Rimanendo in tema, da citare che sotto la direzione di Ignazio Testasecca l'Ospizio conosce un periodo florido, compresa quindi l'attività del corpo bandistico: basti pensare che l'aristocratico filantropo (non ancora insignito del titolo di conte) provvede a far confezionare le nuove divise per gli allievi, «di panno bianco crema, con bottoni d'argento e kepì».
Ed è con questa elegante divisa che Alù e i suoi allievi si presentano nel 1892 all'importante appuntamento dell'Esposizione Nazionale di Palermo, ove hanno modo di farsi apprezzare per l'esibizione musicale organizzata per l'occasione e che fa ottenere al maestro «il diploma di menzione onorevole per una sinfonia a grande orchestra e banda», per come ricorderà in brevissimi appunti inediti lo storiografo di casa nostra Giovanni Mulé Bertòlo, che a proposito di Alù citerà anche che «scrisse molte composizioni liriche, che furono ammirate per freschezza di frase e per forza di espressione».
Da ricordare, inoltre, la pubblicazione del musicista nisseno «Elementi di grammatica musicale per Giuseppe Alù maestro di musica presso l'Ospizio di Beneficenza», stampata nel 1895 dalla tipografia cittadina Imbrosciano. Ma sono varie le sue composizioni, soprattutto marce per strumenti a fiato e a percussione, alcune delle quali composte espressamente per i grandi gruppi statuari del Giovedì santo. E a proposito di Giovedì santo, lo scrittore Michele Alesso, autore nel 1903 del volume sulla storia della processione cittadina delle «vare», riporta in esso lo spartito di una tipica "ladata" locale nella trascrizione curata proprio da Alù.
Frattanto è proseguita la sua attività all'Ospizio che, invero, in quel periodo ha conosciuto alterne fortune, fino ad arrivare alla temporanea chiusura (ottobre 1893), con conseguente disimpegno degli insegnanti delle varie scuole, compresa quella di musica. Alù viene richiamato in servizio nel 1894, quando viene riavviata l'attività dell'istituto. Ma sono gli ultimi anni del suo lungo servizio e dal primo marzo 1902 eccolo collocato a riposo. Alle prese con problemi di salute, gli rimarrà invero poco da vivere: il maestro si spegne nella nostra città il 20 luglio 1903.
Tramonta, con lui, l'epoca d'oro dell'insegnamento musicale a Caltanissetta, che per quanto concerne l'Ospizio di Beneficenza proseguirà comunque con altri apprezzati maestri, dal clarinettista Ettore Lucchesi Palli a Luigi Cornia, dal violoncellista Clemente Di Santo al maestro Tringali, dal violinista Francesco Paolo Neglia ad Antonio Mercurio. In quanto all'esistenza del corpo bandistico dell'istituto, cesserà del tutto con l'ultima guerra.
(articolo tratto dal sito giornaleonline/lasicilia.it)

 
 
 
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