I miei gioielli

I grandi del '500


Nel 1500 a Roma lavorarono numerosi artisti di un certo rilievo
come Raffaello e Michelangelo e i loro allievi. Si evidenziano in questo periodo il prevalere del disegno ad opera degli artisti toscani e l'espressione del "colore tonale" ad opera degli artisti veneti; cambia anche la considerazione della pittura che non è più annoverata tra le arti manuali, ma al pari della letteratura viene posta tra le arti liberali. Come già abbiamo avuto modo di dire, grande importanza viene data al al disegno, che viene studiato nelle Accademie. Fautrice di questi luoghi di cultura è la Chiesa, che, con la Controriforma, vuole abolire ogni personale interpretazione dei testi sacri e vede nella formazione di scuole, sulla cui attività di insegnamento esercita un severo controllo, la
garanzia del rispetto della propria autorità. Così, invece di ispirarsi direttamente alla natura od alle opere del mondo antico, i giovani artisti studiano come modelli le opere di tre grandi interpreti del Rinascimento come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello Sanzio. Tuttavia, per distaccarsi un poco da queste tre grandi personalità e per cercare una propria originalità, si accentua il virtuosismo tecnico e si determina l'effetto drammatico attraverso i gesti esasperati, fino alla deformazione della figura e dell'espressione dei volti. Questa tendenza viene detta "Manierismo" proprio perché rielabora la maniera di dipingere, ritenuta perfetta, dei grandi maestri. Importanti esponenti del Manierismo sono il Pontormo e il Parmigianino.