DUELLO PER IL SOLE
Palinodia per il solstizio d'estate
Paventavo, come sempre, il suo arrivo.
Mi dibattevo inerme tra le giornate diseguali che mi aggredivano con una regolarità disarmante. Ma si avvicinava inesorabile come una giustizia divina, da cui non puoi nasconderti, che non puoi evitare, perché sai che prima o poi ti troverà, anche ai confini del mondo.
Cercai dei diversivi. Addestrai la mia mente a concentrarsi su pensieri freddi che a loro volta avrebbero addestrato il corpo a combattere quando sarebbe giunto il momento dello scontro. Intanto il calendario lentamente si assottigliava, la notte perdeva terreno e il buio pian piano si scrostava dalle case. Dovevo raccogliere le forze, evitare qualsiasi dispersione di energia, non soccombere alla calura.
Infine arrivò.
Era sfolgorante nella sua luce piena, come Achille sulla piana di Troia. Per un attimo ripensai a quante volte l'avevo già incontrata ed ebbi un moto di nostalgia. Un indugio sarebbe però stato fatale. Dovevo affrontarla quel giorno e solo quello se volevo averne ragione.
Ci fronteggiammo come fossimo in un duello di altre epoche, ma non era per una donna contesa o per l'onore infangato che ci stavamo battendo, e nemmeno per la conquista di una città. La nostra era una questione di mera sopravvivenza.
Era giovane e forte, e sicura di sé. Per questo forse, al calare della sera, ebbi il sopravvento e infine l'uccisi: il 21 giugno finalmente uccisi l'estate nascente. La seppellii la notte stessa, quando il sole era rivolto da un'altra parte e non poteva accorgersi di nulla.
Da quel giorno il freddo invase la Terra, questa cambiò nome e iniziò il futuro.
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il 11/05/2009 alle 11:06
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