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Un errore la battaglia contro la moneta europea. - di marcopedroni

Post n°73 pubblicato il 10 Febbraio 2014 da eurolanguage
 

EurozonaSbagliata la battaglia contro la moneta europea sostenuta dalla Lega Nord e cavalcata anche da Forza Italia. La debolezza dell'economia, del mercato del lavoro, del livello di reddito-pro capite italiani non sono imputabili all'introduzione dell'Euro. Sarebbe troppo semplice pensare che, uscendo dall'Euro, avremmo risolto i nostri problemi. E' molto semplice da dimostrare. Alcuni paesi europei che hanno aderito all'Euro hanno avuto un vero e proprio boom economico e di benessere. Inoltre, la maggior parte dei paesi dell'Euro hanno accresciuto PIL interno, redditi pro-capite, occupazione. Questo è successo, sia nei paesi che stavano già meglio di noi prima della moneta unica e sia nei paesi in cui stavano peggio. Certo, non avere la possibilità di svalutare la moneta toglie un'efficace strumento ai nostri governanti. Questa sottrazione, dal punto di vista del cittadino comune, potrebbe essere considerata positivamente, visto la disastrosa quantità di debito che abbiamo accumulato. L'eccesso di debito infatti, è dovuto proprio alla grande elasticità con la quale veniva applicata la politica monetaria nel nostro paese. Oggi non è più possibile e facciamo fatica ad abituarci. Infatti, proprio di abitudine si tratta. Ogni anno applicavamo aumenti spropositati ai prezzi, per rincorrere l'inflazione. Ogni anno prendevamo, fiduciosi, soldi in prestito dalle banche e queste, anch'esse fiduciose, ne elargivano senza le adeguate garanzie. Questo eccesso di fiducia è stato mal riposto, i consumi non hanno seguito l'aumento dei prezzi e si sono contratti, i debiti non sono stati onorati. Complice primo, uno stato ingordo che tutt'ora, invece di seguire il mercato, imperterrito continua nell'alzamento delle percentuali d'imposta e della spesa pubblica, spesso solo clientelare. Le ragioni del crollo di alcune nazioni europee tra le quali l'Italia non è dovuto all'introduzione dell'Euro ma semmai, nel caso dell'italia, in parte, dall'incapacità di capire (i nostri governanti non l'hanno ancora fatto) la differenza delle nuove regole monetarie che contrastano profondamente con le precedenti prassi svalutative e inflazionistiche, molto dalle resistenze burocratiche e sindacali di apparati incapaci di modernizzarsi, ma soprattutto per l'apertura al capitalismo dei paesi orientali. A differenza nostra i paesi Europei più solidi riescono, in parte, a sostenerne il contraccolpo e a cavalcare l'opportunità dell'espansione dei loro brands prestigiosi in quei paesi emergenti. I paesi europei più poveri del nostro invece, si trovano in una buona situazione di competitività con l'oriente a causa del loro irrisorio costo del lavoro dovuto alla situazione preesistente.  

 
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