Se l'amore umano potesse splendere come un sole d'oro,
uscirei dalla spelonca delle mie paure e gli darei la pelle da bruciare,
ma e' un astro senza luce e i miei occhi ormai abituati non temeno il buio.
Ho smesso da tempo di piangere e gridare, di sognare.
Rabbiosa, ho venduto la mia forza a guerrieri pagani
Ora rimpiango tenerezze con le quali avrei fasciato ferite di un futuro che non sarà…
Tornero' alla mia gabbia di sogno, al tepore di una solitudine pensosa…
Una volta compreso il gioco della Vita si può anche barare…
l’Anima non dimentica colleziona in vasi canopi il distillato di ogni dolore…
Voglio tatuarlo nell'anima il cielo che verra',
il verso azzurro che suggerisce il sogno,
la serpe magica che un Dio antico m'ha donato.
Muoio anch'io con l'autunno.
Di me resteranno secoli di nebbie…
L'anima si e' consumata come candela accesa nella notte,
il viandante riparte, senza terra nello zaino,
senza un fiore seccato fra le pagine.
Le sue radici attorcigliate al collo,
un po' aureola un po’ garrota,
cerca di ricordare il cammino di quello che sarà un improbabile ritorno.
Quando moriro' non portatemi garofani amari,
ricordando il male che e' stato faro dell'esistere.
Dimenticate il fallimento che e' gramigna
nel cammino di ognuno che spera di essere poeta
nella coerenza di verso e anima.
Gettate monete di melodie sul freddo marmo della mia seconda pelle
e ricordate che ho vissuto lunghe battaglie e un'oasi di pace,
cantando lui prima che la dolce signora mi sciogliesse i capelli. (anonimo XVIII sec)
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 04:18
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 02:07
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 01:05
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 00:19
Inviato da: volandfarm
il 24/03/2009 alle 20:38