vola con la luce

Di …Tiziano Terzani “LETTERA DALL’HIMALAYA” 2002


  Di …Tiziano Terzani “LETTERA DALL’HIMALAYA” 2002Questa mania di voler ridurre tutto ad una uniformità è molto occidentale. Vivekananda, il grande mistico indiano, viaggiava alla fine dell'Ottocento negli Stati Uniti per far conoscere l'induismo.A San Francisco, alla fine di una sua conferenza,una signora americana si alzò e gli chiese: <bello se ci fosse una sola religione per tutti gli uomini?>, rispose Vivekananda. <più bello se ci fossero tante religioni quanti sono gli uomini.>. Ma il Creatore, che in quel momento si svegliava da un pisolino, si accorse subito che dal grande concerto del suo universo mancava una voce e, arrabbiatissimo, mandò di corsa un suo assistente sulla terra a rimettere i corvi sull'alberi,.Qui, dove si vive al ritmo della natura, il senso che la vita è una e che dalla sua totalità non si può impunemente aggiungere o togliere niente è grande. Ogni cosa è legata, ogni parte è I'insieme. Thich Nhat Hanh, il monaco vietnamita, lo dice bene a proposito di un tavolo, un tavolino piccolo e basso come quello su cui scrivo. Il tavolo è qui grazie ad una infinita catena di fatti, cose e persone: la pioggia caduta sul bosco dove è cresciuto I'albero che un boscaiolo ha tagliato per darlo a un falegname che lo ha messo assieme coi chiodi fatti da un fabbro col ferro di una miniera...Se un solo elemento di questa catena, magari il bisnonno del falegname, non fosse esistito, questo tavolino non sarebbe qui. I giapponesi, ancora quando io stavo nel loro paese, pensavano di proteggere il clima delle loro isole non tagliando le foreste giapponesi, ma andando a tagliare quelle dell'Indonesia e dell'Amazzonia. Presto si son resi conto che anche questo ricadeva su di loro: il clima della terra mutava per tutti, giapponesi compresi. Allo stesso modo, oggi non si può pensare di continuare a tenere povera una grande parte del mondo per rendere la nostra sempre più ricca. Prima o poi, in una forma o nell'altra, il conto ci verrà presentato. O dagli uomini o dalla natura stessa. Quassù la sensazione che la natura ha una sua presenza psichica è fortissima. A volte, quando tutto imbacuccato contro il freddo mi fermo ad osservare, sedutosu un grotto, il primo raggio di sole che accende le vette dei ghiacciai e lentamente solleva il velo di oscurità, facendo emergere catene e catene di altre montagne dal fondo lattiginoso delle valli, un'aria di immensa gioia pervade il mondo ed io stesso mi ci sento avvolto, assieme agli alberi, gli uccelli, le formiche: sempre la stessa vita in tante diverse, magnifiche forme. È il sentirsi separati da questo che ci rende infelici' Come il sentirci divisi dai nostri simili. non rompe solo le ossa della gente, rompe i rapporti umani>>, mi diceva a Kabul quel vulcanico personaggio che è Gino Strada. Per riparare quei rapporti, nell'ospedale di Emergency, dove ripara ogni altro squarcio del colpo, Strada ha una corsia in cui dei giovani soldati talebani stanno a due passi dai loro , soldati dell'Alleanza del Nord. Gli uni sono prigionieri, gli altri  no; ma Strada spera che le simili mutilazioni, le simili le simili ferite li riavvicineranno.Il dialogo aiuta enormemente aI dialogo aiuta enormemente a risolvere i conflitti. L'odio crea solo altro odio. Un cecchino palestinese uccide una donna israeliana in una macchina, gli israeliani reagiscono ammazzando due palestinesi, un palestinese si imbottisce di tritolo e va a farsi saltare in aria assieme a una decina di giovani israeliani in una pizzeria; gli israeliani mandano un elicottero a bombardare un pulmino carico di palestinesi, i palestinesi... e avanti di questo passo. Fin quando? Finché son finiti tutti i palestinesi? tutti gli israeliani? tutte le bombe? Certo: ogni conflitto ha le sue cause' e queste vanno affrontate. Ma tutto sarà inutile finché gli uni non accetteranno I'esistenza degli altri ed il loro essere uguale, finché noi non accetteremo che la violenza conduce solo ad altra  violenza.