mario palmierieventi teatrali e reading poetici |
COME L'ULTIMO GRIDO,A NOTTE FONDA
RACCONTI
RACCONTI
"CUORE DI TENEBRA" DI MARIO PALMIERI
"TI RACCONTO NEL TUO CANTO D'OMBRA,O LISBONA"
" A SPASSO CON LA...MULTIPLA"
"L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA"PIRANDELLO
"LA TRACCIA DEL FUOCO" BARBARA BERENGO
"OMBRA DI DONNA" SPETTACOLO TEATRALE
"A SPASSO...CON LA MULTIPLA"DI STEFANO PIEROPAN
DINO BUZZATI OMAGGIO TEATRALE
"NEL TUNNEL DELL'INCANTAMENTO" MARIO PALMIERI
"COME VENTO" ROSHEEN
Come vento
sollevi i pensieri del giorno
sei forte soffio del mattino
che si fa carezza della sera
Delle nuvole negli occhi ne fai speranza
giochi al sole e alla luna
quando ridi e piangi l'emozione
Soffi e soffi ancora tra le fronde di un pensiero contadino
e ti tuffi tra le cime di tramonti d'acqua e roccia
Come lampo d'antico amore
vivi rustiche case su terre straniere
nell'abbraccio luminoso di sconfinata unione
Lieve canti e proteggi il tempo della storia
di lettere, pitture, libri e anime t'innamori
ne fai fiore universale per l' armonia del cuore
Non hai spazi soli e vuoti
tendi mani e piedi ai cuori
hai un dolore generoso
che comprende, attende e accarezza
Batti soffice la voce
sullo schermo verde e azzurro
prendi il ritmo dell'incontro
quando il buio copre il passo
e giocando a nascondino
apri braccia e bocca al cuore
ti dimentichi che piangi
quando vaghi e non hai casa
ti fai spazio, tempo e cuore
per il mio andare lento
e sai rendere l'ascolto
un immenso grande dono
Grazie poeta dell'anima del bene che mi vuoi
Buon Compleanno di cuore
rosheen
"PER APPARTENENZA DI CARNE" DI B.BERENGO
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"Per appartenenza di carne" Edizioni Progetto Cultura cliccare sul seguente link:
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APERITIVO IN NERO...IN COMPAGNIA DI E.A.POE
"SON LONTANI I MATTINI CHE AVEVO VENT'ANNI"
TRILOGIA POETICA DELLA MADRE
IN TE
In te
fatto ombra
io stesso
discendo
mia notte,
mia tenebra;
e
dall'estremo limite
di questa età
contemplo
la nera volta
del tuo cielo
cieco
di stelle .
Dovrò attraversarti
dolcissima madre
implacabile
di dolori;
imporre
il cammino
al passo impietrito .
Non luce o lanterna
nel buio
ad indicare
via o sentiero;
solo
il battito muto
del cuore
nel silenzio.
Mario Palmieri
TRILOGIA POETICA DELLA MADRE 2
E non è parola
E
non è parola
che possa aprire
il ferro
che in sangue
consuma il cuore ;
e
non è parola
che possa
voce e luce
ridare
a questa notte muta
senz'ombre;
che non aggiunga
dolore a dolore ;
che
dell'addio
oltrepassi
la soglia
di pietra ;
No.
Non è parola
che in musica d'incontri,
perduta Euridice,
ti richiami
dall'Ade
del silenzio,
madre.
Mario Palmieri
TRILOGIA POETICA DELLA MADRE 3
Ti saprò
Ti saprò
partita
nell'aria bianca
del mattino;
taciuto
ogni addio.
Ti saprò
lontana
per remoti sentieri
di luci e d'ombre.
Ti saprò
roccia e nube
onda e fiamma.
Ti saprò
parola
nel silenzio
sole
nel grano
vento
tra rami.
Per tutti
ti saprò perduta;
a me solo
presente .
Ti saprò
canto
nell'anima.
Ti saprò
in me;
mio cuore
mia carne
mio amore.
Mario Palmieri
IL VOLTO DI HYDE
Il volto di Hyde
Ho conosciuto
la tenebra;
silente tumore
in viva carne
di luce
d'estivo meriggio.
Ho conosciuto
la tenebra;
ombra opaca
nell'accecato nitore
d'un mattino.
Nell'improvviso
d'una parola
nell'incosciente automatismo
d'un gesto
nel vuoto
d'un persistito controllo
ho conosciuto
la tenebra;
specchio
che ride ,
ghigno beffardo,
il volto
di Hyde.
Mario Palmieri.
"IL PASSO DELL'OMBRA"
Il Passo dell'ombra
Altro cielo
già guarda
il tuo volo
silenzioso
di luce;
altro spazio
apre
la tua ala chiara
nell'aria.
Hai deciso
l'addio.
Ci abbandona
il tempo
delle parole
degli sguardi
delle carezze
ricevute ed offerte.
Taglia
il vento d'autunno
il tuo saluto
lieve
di foglie spente.
Nel velo bianco
di nebbie serali
dissolve
il tuo labbro
aperto
nel mio nome
per l'ultima volta.
Tra vie
risuona implacabile
il passo
dell'ombra .
Mario Palmieri.
"IL CANTO DELL'ALLODOLA"
Hai saziato
la morte;
la mia morte.
Quella di mio padre.
Di te
l'hai nutrita;
dei tuoi giorni,
dei tuoi sguardi,
dei tuoi gesti,
delle tue parole;
della tua carne
l'hai nutrita.
Così sfamata
da lei
m'hai fatto
salvo.
So
che te pure
scaccerà
il mio demone
d'ombra;
tu pure
saprai
l'esilio
del "non ritorno".
Ma ora
che
lucciola lieve
in luce
d'alba
disserri
i rovi
d'ombra
delle mie notti,
benvenuta
ti dico
a questa terra
che più
non sa
il canto
dell'allodola.
Mario Palmieri
FAVOLA "IL SILENZIO DELL'ALLODOLA"
“Una volta mio nonno mi disse che imprigionare un’allodola è uno dei crimini più crudeli, perché l’allodola è tra i simboli più alti di libertà e felicità. Sovente parlava dello spirito dell’allodola, riferendosi alla storia di un uomo che aveva rinchiuso uno dei suoi tanto amati amici in una piccola gabbia. L’allodola, soffrendo per la perdita della sua libertà, non cantava più a squarcia gola, né aveva più nulla di cui essere felice. L’uomo che aveva compiuto tale atrocità, così come la definiva mio nonno, esigeva che l’allodola facesse ciò che lui desiderava: cioè cantare più forte che poteva, obbedire alla sua volontà, cambiare la sua natura per soddisfare il suo piacere e vantaggio. L’allodola si rifiutò. L’uomo allora si arrabbiò e diventò violento. Cominciò a far pressioni sull’allodola affinché cantasse, ma inevitabilmente non ottenne alcun risultato. Così ricorse a mezzi più drastici. Coprì la gabbia con un telo nero, privando l’uccello della luce del sole.
Le fece patire la fame e la lasciò marcire in una sporca gabbia, eppure lei si rifiutò ancora di obbedirgli.
Alla fine l’uomo la uccise.
Come giustamente diceva mio nonno, l’allodola possedeva uno spirito: lo spirito di libertà e di resistenza. Desiderava ardentemente essere libera e morì prima di essere costretta ad adeguarsi alla volontà del tiranno che aveva cercato di cambiarla con la tortura e la segregazione. Io sento di avere qualcosa in comune con quell’uccello, con la sua tortura, la sua prigionia e la morte a cui alla fine andò incontro. Possedeva uno spirito che non si trova facilmente neppure tra di noi, i cosiddetti esseri superiori, gli uomini...
Non posso concludere senza terminare la storia che raccontava mio nonno. Una volta gli chiesi che cosa era accaduto all’uomo malvagio che aveva imprigionato, torturato e ucciso l’allodola. “Figliolo”, disse, ” un giorno cadde lui stesso in una delle sue trappole, e nessuno gli prestò aiuto per liberarsi. La sua stessa gente lo derise e gli voltò le spalle. Egli divenne sempre più debole e alla fine stramazzò al suolo, per morire sulla terra che aveva fatto marcire con così tanto sangue. Arrivarono gli uccelli e si presero la loro vendetta cavandogli gli occhi, e le allodole cantarono come non avevano mai cantato prima.” “Nonno,” gli chiesi, “il nome di quell’ uomo non era forse John Bull?”
Bobby Sands
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Bobby Sands , vero nome Robert Gerard Sands (Belfast, 9 marzo 1954 – Long Kesh, 5 maggio 1981) è stato un attivista nordirlandese. Morì durante lo sciopero della fame del 1981, nella prigione di Long Kesh, conosciuta col nome di Maze, nei pressi di Lisburn.
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J.HIRSHMANN"CASA" 2
lL battito del polso il suono tengtengendeng
di monetine che si ammucchiano sui banconi, nellecabine telefoniche, nelle gettoniere della metropolitana, tengtengendengnei parchimetri, negli aggeggi dei flipper,nei bagni pubblici, ai caselli;la nostra pelle trasformata in dollari,carte di credito, banconote, paralumiper gli uffici dei dirigenti, giornali,carta igienica;il nostro cuore – l’organo sanguinolento che lo Statotrangugia come uno di quei mostri in un baracconeche è diventato un circo nazionale di dannati.J.HIRSHMANN"CASA"
L’inverno è arrivato.Nei portoni, nei vicoli, in cima ai gradini delle chiese,sotto cartoni, sotto coperte ormai straccio, se fortunati, in sacchi di plastica,dopo un altro giorno di umiliazioni,addormentati,congelati isolati, divisi, senza un soldo,senza lavoro, ansimando, pellesporca avvolta intorno a ossa fredde,questo siamo, questo siamo negli USA:cemento duro, cuscino freddo,dov’è il fuoco? dove da bere?dannati cadaveri in un cassetto fra poco se... e a chi importa?i tremiti così familiari,i brividi tanto intimi,le mani alla fine chiuse in una strettadopo un altro giorno a elemosinare, le lingue penzoloni:i cani hanno mangiato di più oggi, se ne stanno raggomitolati ai piedi dei letti, possono ruttare, scoreggiare,hanno ospedali dove possono essere portati,usciranno di casa e ci annuseranno morti un giorno,pezzi di merda sparpagliati per terra in una città americana rinomata per la sua cucina e cultura.
Il cemento è il nostro sudore indurito,il ponte il nostro sangue vampirizzato;il centro, le luci di Tenderloin e Broadway– i nostri globuli trasformati in pubblicità;« "Questo amore"J.Prevert | Antonia Pozzi :Diario » |
Post n°93 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da mariopalmieri.mp
LE FOGLIE MORTE J.PREVERT Oh! Vorrei tanto che tu ricordassi Dedicata a tutti coloro che ci hanno amato...a tutti coloro che abbiamo amato...a tutti coloro...che non ci dimenticano...a tutti coloro ...che non dimenticheremo... MAI.... perchè l'Amore...non può essere dimenticato...perchè l'Amore non ci dimentica... |
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INFO
BIO
MARIO PALMIERI: regista teatrale e drammaturgo, è nato a Roma il 07 luglio 1960 dove attualmente vive ed opera. La formazione artistica, presso la scuola “Teatro Azione” e un corso di drammaturgia tenuto dallo scrittore Giuseppe Manfridi, si affianca agli studi umanistici, dalla maturità classica allo studio della Storia delle Religioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma. Segue un periodo di attività didattica in qualità di insegnante di italiano-latino-greco presso Licei Classici privati e in qualità di lettore presso l’Unione Italiana Ciechi a Roma. Dal 1989 ad oggi la sua attività si concentra prevalentemente nel campo teatrale in qualità di regista, drammaturgo e attore; organizza laboratori teatrali per adulti e per ragazzi, l’ultimo dei quali presso il liceo “Vittorio Gassman” di Roma. L’attività artistica si accompagna ad un costante impegno nel sociale, svolgendo azione di volontariato presso la U.I.L.D.M. (unione italiana lotta distrofia muscolare) e partecipando all’organizzazione di iniziative a scopo umanitario, tra le più recenti H2Africa festival, con l’Associazione Friends for water ONLUS.