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MEDITAZIONE parte prima

Post n°4 pubblicato il 01 Marzo 2015 da zengi1955
 

 

 

La meditazione (dal latino meditatio, riflessione) è una pratica che tende ad una maggiore padronanza delle attività della mente e permette alla mente stessa di raggiungere uno stato di quiete mentale.
Questa quiete mentale si raggiunge concentrandosi sul momento presente, cercando di ottenere quello che è chiamato “vuoto mentale” nella meditazione zen.
Solo per un intento personale si può lavorare sulla meditazione per potere in seguito accostarsi a pratiche filosofiche, religiosi, spirituali.
Tale pratica, in forme differenti, è riconosciuta da molti secoli come parte integrante di tutte le principali tradizioni religiose.
Nelle Upaniṣad, le scritture sacre induiste è presente il primo riferimento esplicito alla meditazione che sia giunto fino a noi, indicata con il termine sanscrito dhyāna.
In genere si accosta la meditazione alla pratica orientale, ma non è così. La meditazione è praticata nei secoli da tutte le popolazioni mondiali. Ogni cultura, ogni tipo di filosofia ha avvertito che la meditazione portando ad una maggiore padronanza del pensiero poteva aiutare l’uomo ad entrare in sintonia con se stesso e, di conseguenza, con un altro.
La meditazione può aiutare nelle battaglie, nelle guerre, negli esami, nelle decisioni importanti, ecc.
Esistono molte vie personali che non devono necessariamente trovarsi all'interno di una religione o una filosofia. Molte forme di meditazioni hanno bisogno di un maestro che permetta loro di fare un cammino per giungere verso una maggiore consapevolezza di se stessi e della realtà interiori.
Ma la meditazione non serve solamente per acquietare la coscienza, i sensi, ma anche per essere più attivi mentalmente e spiritualmente.
Si ha l’idea di accomunare l’idea della meditazione con l’idea della quiete: niente di più sbagliato. Si può pensare che i samurai giapponesi che praticavano meditazione, la facevano per stare calmi? Certamente si, ma calmo non significa rilassato; può significare uno stato in cui si acquieta la coscienza, ci si allontana dalle preoccupazioni e si è pronti per la lotta, anche se si tratta di un combattimento interiore.
Quando si parla di meditazione si deve sempre menzionare l’ambiente in cui si medita in quanto un ambiente sempre preordina il tipo di meditazione. Un samurai giapponese mediterà in modo diverso rispetto ad un buddhista: il primo cercherà il vuoto mentale, il secondo la pace interiore.

La meditazione è il soffermarsi del pensiero su una data realtà. A quanti anni si può meditare? E’ come chiedere a quanti anni si può pensare. Non vi è una età precisa al di sotto o al di sopra della quale si può iniziare a meditare. Quando un bambino si sofferma ad osservare un qualsiasi fenomeno che cade sotto i suoi sensi la prima volta, sta meditando perché porta il pensiero su una data realtà. La meditazione è allora il pensiero che si sofferma su una realtà per comprenderne tutte le possibilità. A livelli elevati di meditazione si entra sia nella realtà esterna sia nell’interno della nostra coscienza per fare si che le due realtà entrino in contatto.

Ora porteremo alcuni esempi di varie manifestazioni meditative.

Esempio di un bambino che viene a contatto per la prima volta con una manifestazione esterna, ad esempio vede per la prima volta la pioggia. Forse ha visto altre volte la pioggia, ma ora per qualche motivo entra in contatto con la pioggia; la pioggia lo sta interessando, egli la vede con occhi nuovi, la desidera e vede che la pioggia non solo lo sta interessando ma gli provoca emozioni. Si possono avere manifestazioni originali nel senso che sono manifestazioni che avvengono per la prima volta. Non vi sono sovrastrutture nel senso che non abbina a queste sensazioni delle sensazioni avvenute in altre occasioni.

Un altro esempio può riguardare il caso di una atleta, ed io ho in mente un personaggio sportivo famoso, Roberto Baggio, in occasione di una partita particolare. Siamo nella finale contro il Brasile, siamo giunti ai calci di rigori. Ora è il turno di Baggio. Lo osservo, ha lo sguardo perso nel vuoto, non guarda il pallone, non guarda il portiere, vede al di là di tutto. Lo sguardo indica che ha paura. Forse immagina che tutta la nazione lo sta guardando e questo sarà un momento che forse non gli si ripresenterà più. Guarda a destra e a sinistra, aspetta il fischio dell’arbitro, ecco che arriva, si muove, le sue gambe sono pesanti. Ne ha tirati di rigore, è uno dei giocatori più forti del mondo, ha una classe eccelsa nelle gambe, ma in questo momento non si ricorda di nulla. Parte, colpisce il pallone in un modo che non gli compete. Il risultato è qualcosa che non ti aspetti. Il pallone sorvola altissimo la porta. Abbiamo perso. Passano degli anni ed arriviamo a Monaco, finale di un altro Campionato del mondo; di fronte sono due squadre rivali da sempre: la Francia e l’Italia. Siamo ai calci di rigore.

Nel tempo normale è successo qualcosa di grave.

 

Zidane è stato espulso perché ha colpito con una testata Materazzi che a sua volta lo aveva insultato. Ora siamo ai calci di rigore; tutti i nostri rigoristi hanno segnato, ma anche i francesi hanno segnato: Ora è il turno di un giovane ragazzo che gioca per la prima volta in Nazionale ed ha avuto da Lippi l’onore di tirare l’ultimo rigore. Potrebbe succedere come con Baggio. Questi era un campione, esperto, sicuro delle proprie possibilità; Grosso è giovane ed ha una grossa responsabilità sulle spalle. Si avvicina al pallone.

Vedo il suo sguardo, è sicuro, quanta differenza con lo sguardo di Baggio.

Vede diritto il portiere, lo sfida quasi.

Mette il pallone in terra, si allontana con un passo sicuro; parte e segna. Il mondiale è nostro.

Quanta differenza tra le due situazioni. Quello che è cambiato è l’atteggiamento della persona. Non possiamo qui giudicare i diversi stati d’animo dei due atleti, ma vorrei solo dire che l’impatto è stato diverso e diverso è il risultato finale. Anche con l’impatto emotivo enorme, lo stress provocato dal fatto di essere osservato da milioni di telespettatori, la reazione emotiva è stata diversa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
pgmma
pgmma il 01/03/15 alle 03:50 via WEB
https://www.youtube.com/watch?v=1Ijtcat2r6A
questo non čun combattimento interiore ma una rissa tra sacerdoti entro il santo sepolcro
 
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