martin tales

I giorni del silenzio


Sono, questi, i giorni del silenzio. Il gesto è stato sempre quello, quasi un rituale, che si ripete e si perpetua nel tempo. Porti un fiore, accendi un cero, guardi la foto di chi non è più qui e cerchi la voce nella mente, ne senti le risa, il calore della mano, gli abbracci e ritagli ricordi che per un attimo ti portano lontano da lì, da quella fredda lastra, con quelle lucine, fiori e dalle voci sommesse da chi passa per i viali cercando i propri cari. Ti accorgi che qualcuno è già stato lì a portare un suo segno di affetto, altri verranno, nessuno porterà ciò che tu rechi. Nessuno sente ciò che tu senti. Ti rivolgi a chi riposa, ormai lì, con i tuoi pensieri, non servono parole, non serve la voce, parla la tua mente, le dice il cuore, parlano i tuoi gesti, mentre la mano accarezza la foto, fai un sospiro, preghi Dio che gli riservi la sua infinita magnanimità, pensi a quanto sia stato breve il tempo concesso a potersi vivere e amarsi mentre soffochi una lacrima che prepotente vuol farti sentire ancora vivo. Hai solo voglia di gridare, senti solo un gran bisogno di amare. Vorresti anche imprecare, vuoi ancora amore.  Sono giorni di silenzio.martin