Creato da: mary.kelly il 27/06/2006
una lunga fantasia erotica

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solo una prostituta..

Post n°6 pubblicato il 09 Agosto 2006 da mary.kelly
Foto di mary.kelly

Ogni giorno, passando per la strada principale, lo vedevo trasportare i grandi sacchi di farina che sarebbero serviti il giorno seguente per il suo forno. Ogni volta mi mandava un sorriso che io, imbarazzata e goffamente ricambiavo. Ma appena potevo pensare di farmi avanti con lui ecco che mi arrivavano altri sorrisi, sorrisi affamati, sorrisi ironici che mi riportavano alla mia dura realtà: io sono una prostituta ormai e per sopravvivere devo abbassarmi a certe regole. E così mentre con la coda dell’occhio cercavo ancora il suo sguardo, mi incamminai verso un uomo ricco ed elegante che mi fece da subito comprendere che sua moglie era fuori città a trovare sua mamma. Quella sera la passai col nobiluomo, il quale mi fece capire che aveva molto apprezzato il mio lavoro. Ma mentre accarezzavo la sua pelle in cuor mio avei tanto desiderato avere tra le braccia il giovane fornaio..

 
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pensieri...

Post n°5 pubblicato il 30 Luglio 2006 da mary.kelly
Foto di mary.kelly

chi dice che le puttane non soffrono? che il loro è solo un "lavoro" di piacere? In realtà il dolore lo sperimentano quando s'innamorano, poichè l'anima viene loro come risucchiata da un vortice che impedisce all'amato di comprendere che cio che la donna sta provando sia amore...

Ciò che mi rimase da fare allora fu solo immaginare...immaginare questo amore impossibile nell'intimo del mio cuore.

 
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sesso e amore

Post n°4 pubblicato il 14 Luglio 2006 da mary.kelly
Foto di mary.kelly

I giorni passarono e la mia popolarità fra gli uomini della città era cresciuta moltissimo, tanto che iniziai anche a farmi pagare poiché la settimana alla locanda, che avevo pagato impegnando l’anello, era quasi finita .Purtroppo iniziai a sentire che qualcosa in me non andava più bene : non sapevo bene che avessi di preciso, sapevo solo che stavo iniziando a non riconoscermi più. Decisi allora di fare una passeggiata, magari l’aria aperta mi avrebbe fatto bene. Gli sguardi su di me erano gli stessi di quando arrivai in città  sere prima, forse un po’ meno crudeli da parte del gentil sesso, visto che adesso avevo l’abbigliamento e i capelli molto più curati che allora. Continuavo per la mia strada e di tanto in tanto indirizzavo qualche occhiata complice a qualche ragazzo che mi passava vicino. Mi divertivo ancora a fare i giochi di sguardi e a far capire a molti uomini che con loro avrei fatto di tutto, ma forse non con la convinzione di sempre. Mi diressi verso il fiume e lì mi sedetti sotto l’ombra di un albero a guardare la gente che passava nella sponda opposta. Quanta tristezza vedevo nei loro volti, quanta voglia di mandare tutto a quel paese, mentre invece per le regole delle buona educazione bisogna sempre far finta che vada tutto bene. A colpire la mia attenzione fu poi una coppia di giovani che camminavano a braccetto felici. Si guardavano con aria sognante e nei suoi occhi si poteva leggere la convinzione che ciò che stava vivendo era vero amore. “ Povera scema!” pensai io “ mica è te che vuole! E’  solo del tuo buco in mezzo alle gambe che gli frega veramente! Se ora ha te non dovrà più andare in giro a pagare per divertirsi e dar sfogo ai suoi bisogni più intimi!” Ora mentre mi incamminavo per la via del ritorno avevo ben in chiaro una cosa: l’amore non esiste, esiste solo il sesso: non si fa l’amore perché guidati da un vero sentimento, ma perché  si sente dentro di se come un formicolio e una voce che ci dice di unirci per far così cessare quel insistente formicolio. Mentre stavo analizzando tutti questi dati mi raggiunse l’odore della focaccia appena uscita dal forno e così per far cessare un altro tipo di formicolio decisi di entrare nel negozio del fornaio. Appena entrata mi raggiunse una dolce e tenera voce da dietro un bancone che mi augurava il buon giorno. Continuando a pensare ancora alle mie riflessioni, ordinai il mio spuntino.  Quando però allungai la mano per ricevere il resto della mia spesa scontrai il mio sguardo con quello del fornaio: aveva degli occhi bellissimi, di un bel verde con qualche screziatura di marrone e dei bei capelli castani abbastanza lunghi. Mi sorrise ponendo il resto nella mia mano, ma il suo sorriso era diverso da tutti gli altri che ero abituata a ricevere: non era un sorriso che mirava a ricevere qualcosa in cambio da me,…no era solo un sorriso che mi aveva fatto battere il cuore….   

 
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la finestra dei peccati

Post n°3 pubblicato il 30 Giugno 2006 da mary.kelly
Foto di mary.kelly

Calò la notte e il giovane uscì dalla mia stanza per andare a svolgere la mansioni affidatagli dalle madre. Dopo che ebbe salutata gli diedi un casto bacio sulle guancia poiché per quanto in quella serata con me poteva essere cresciuto, per rimaneva lo stesso un ingenuo bambino. Mi abbandonai nel letto, in parte disfatto dai movimenti che aveva subito prima, e chiusi gli occhi  immaginando mille mani attorno al mio corpo. La mattina seguente mi svegliai con i primi raggi del sole e decisi che il mio abito aveva urgente bisogno di essere lavato e rammendato. Così, dopo avere immerso il capo in una tinozza, rimasi in sottoveste. Mi avvicinai alla finestra e notai che la mia stanza, al primo piano, dava su una stradina secondaria, molto utilizzata da banchieri e commercianti che si arrecavano al lavoro a piedi. Presi la spazzola e iniziai ad accarezzare i miei lunghi capelli neri che venivano mossi dal vento. Non dovetti attendere molto prima di ricevere i primi sguardi: gli uomini più anziani mi rivolgevano occhi di fuoco, come se fossi stata mandata in quella finestra da Satana in persona, per quanto dentro di loro speravano di avere me quella sera nel letto piuttosto che loro stanche mogli, piene di stupidi problemi di pettegolezzi. Mentre invece molti altri giovani mi concedevano  un saluto abbassando il cappello o sennò un fuggitivo sorriso. Per me era il modo migliore per iniziare bene la giornata: i primi sguardi incantati verso di me. Ma dopo circa mezz’ora passata a ricevere solo sorrisi e saluti decisi che volevo di più e concentrai l’attenzione su un uomo che forse aveva solo 3 o 4 anni più di me. Iniziai a fissarlo, con uno sguardo intrigante e appena i nostri occhi s’incontrarono io feci in modo che non si sarebbero più staccati. Lo vidi che era come rimasto paralizzato a guardarmi, allora presi il mio indice e iniziai a giocarci con le mie labbra e la mia lingua finché non vidi il suo respiro diventare sempre più affannoso…Ormai non poteva più presentarsi al lavoro con una protuberanza così agitata sotto la sua vita. Si avvicinò a me senza che io staccassi mia gli occhi da lui e appena fu abbastanza vicino iniziai a compiere lo stesso gesto che facevo con il mio dito, con il suo. Era ormai perso da me e io dovevo accontentare la sua angosciante fame. Lo invitai ad entrare e, visto che la mia finestra era molto bassa, in pochi secondi giunse nel mio letto dove la mia bocca fu ben lieta di terminare lo stato d’animo agitato dell’uomo.....

 
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IL mio viaggio continua

Post n°2 pubblicato il 28 Giugno 2006 da mary.kelly
Foto di mary.kelly

Mi abbondò appena giunti in città e viste le condizioni climatiche, che non lasciavano presagire nulla di buono, mi misi subito in cerca di un posto x la notte. Girovagai a lungo, sentendomi anche molto osservata specialmente dalle nobildonne che uscivano dalla chiesa dopo la funzione delle 6. Potevo immaginarmi i loro commenti verso di me: pieni di dure parole ma anche di molta invidia. Invidia perché io ero libera, perché io non dovevo stare nel solito letto a sopportare il solito uomo, perché gli occhi degli uomini erano piu rivolti a me che a loro (nonostante i loro bei abiti e la  loro pelle candida come latte). Gli uomini mi guardavano, alcuni di loro passeggiavano a braccetto con le loro consorti e si rivolgevano a esse con dolci parole, altri tornavano a casa dopo una giornata di lavoro, ma entrambi, appena raggiungevano i miei occhi, venivano come rapiti da una calamita, che veniva però vinta dalle dure regole di etichetta che vigevano allora. Raggiunsi infine una locanda, sempre accompagnata da affamati sguardi, e barattando la mia fede nuziale riuscì a pagarmi almeno una settimana di pernottamento. Purtroppo vi erano solo altre 5 donne nella locanda e così mi ero quasi rassegnata ad andare a dormire senza prima essermi divertita un po’ con qualche uomo. Finché da dietro non mi raggiunse una voce maschile: Scusi signora le ho portato i suoi asciugamani puliti” Mi voltai e vidi un giovane di circa 16- 17 anni che doveva essere senza dubbio il figlio della proprietaria, anche lui mi guardò, e rimase per un po’ ad osservarmi senza dire nulla: probabilmente stava pensando che dovevo essere molto diversa, dalla sua devota mamma! Presi gli asciugamani e lo ringraziai ma ancora la mia voglia di divertirmi per quella sera non era passata e decisi che quella notte la volevo passare col giovane appena conosciuto.Di sicuro doveva esser stato ben educato perché ci misi molto prima di riuscire a convincerlo ad entrare nella mia camera…ma finalmente accettò. Mi sembrava di avere a che fare con un bambino poiché penso che non avesse mai visto nemmeno i seni di sua madre scoperti. Infatti per i primi 10 minuti nei quali iniziai a spogliarmi ,vidi nei suoi la curiosità, ma anche la paura e la voglia di fuggire ma appena mi avvicinai a lui porgendoli il mio abbondante seno, la paura si volatilizzò e subentrò la passione e l’istintività che anni di dure regole assurde avevano cercato di soffocare…..

 
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