Creato da: mary.kelly il 27/06/2006
una lunga fantasia erotica

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« IL mio viaggio continuasesso e amore »

la finestra dei peccati

Post n°3 pubblicato il 30 Giugno 2006 da mary.kelly
Foto di mary.kelly

Calò la notte e il giovane uscì dalla mia stanza per andare a svolgere la mansioni affidatagli dalle madre. Dopo che ebbe salutata gli diedi un casto bacio sulle guancia poiché per quanto in quella serata con me poteva essere cresciuto, per rimaneva lo stesso un ingenuo bambino. Mi abbandonai nel letto, in parte disfatto dai movimenti che aveva subito prima, e chiusi gli occhi  immaginando mille mani attorno al mio corpo. La mattina seguente mi svegliai con i primi raggi del sole e decisi che il mio abito aveva urgente bisogno di essere lavato e rammendato. Così, dopo avere immerso il capo in una tinozza, rimasi in sottoveste. Mi avvicinai alla finestra e notai che la mia stanza, al primo piano, dava su una stradina secondaria, molto utilizzata da banchieri e commercianti che si arrecavano al lavoro a piedi. Presi la spazzola e iniziai ad accarezzare i miei lunghi capelli neri che venivano mossi dal vento. Non dovetti attendere molto prima di ricevere i primi sguardi: gli uomini più anziani mi rivolgevano occhi di fuoco, come se fossi stata mandata in quella finestra da Satana in persona, per quanto dentro di loro speravano di avere me quella sera nel letto piuttosto che loro stanche mogli, piene di stupidi problemi di pettegolezzi. Mentre invece molti altri giovani mi concedevano  un saluto abbassando il cappello o sennò un fuggitivo sorriso. Per me era il modo migliore per iniziare bene la giornata: i primi sguardi incantati verso di me. Ma dopo circa mezz’ora passata a ricevere solo sorrisi e saluti decisi che volevo di più e concentrai l’attenzione su un uomo che forse aveva solo 3 o 4 anni più di me. Iniziai a fissarlo, con uno sguardo intrigante e appena i nostri occhi s’incontrarono io feci in modo che non si sarebbero più staccati. Lo vidi che era come rimasto paralizzato a guardarmi, allora presi il mio indice e iniziai a giocarci con le mie labbra e la mia lingua finché non vidi il suo respiro diventare sempre più affannoso…Ormai non poteva più presentarsi al lavoro con una protuberanza così agitata sotto la sua vita. Si avvicinò a me senza che io staccassi mia gli occhi da lui e appena fu abbastanza vicino iniziai a compiere lo stesso gesto che facevo con il mio dito, con il suo. Era ormai perso da me e io dovevo accontentare la sua angosciante fame. Lo invitai ad entrare e, visto che la mia finestra era molto bassa, in pochi secondi giunse nel mio letto dove la mia bocca fu ben lieta di terminare lo stato d’animo agitato dell’uomo.....

 
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