Creato da la_sera_su_marte_4 il 21/10/2005
La tribe è chiusa, noi no

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

giannifiz1Bluemotion75apungi1950_2Anna_sangando.mau65inthemoodforlove1ikina0pillapillamegghy202165nick65ciccia_81miranda.davidegiangiskan64fromanamorettitredad
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« 8 MARZOL'OMBRA »

Come sono cambiate le donne

Post n°553 pubblicato il 29 Ottobre 2005 da samira2
Foto di la_sera_su_marte_4

Pubblicato da: LADYZAZZA74   il   2003-03-05 15:00:18   L'articolo e' stato letto 30 volte


 

soldinodicacio. scrive: "Ne è passato di tempo da quando le donne scendevano in piazza per rivendicare un ruolo migliore nella società... da quando chiedevano di essere considerate persone con le medesime capacità degli uomini e quindi degne della stessa considerazione in termini economici e non solo.
Da quando hanno realizzato che la casa prendeva allo stesso tempo una connotazione di regno e prigione.
Da quando hanno ato il loro bisogno di fare altro piuttosto che pulire, cucinare, lavare pannolini (siamo stufe di fare bambini, lavare piatti, stirare pannolini, era una delle canzoni che cantavano sfilando in lunghi cortei).
Ero poco più di una bambina, vivevo in un paesino di quelli in cui la donna aveva un posto in cui stare e dal quale non doveva assolutamente allontanarsi per non invadere spazi che i maschietti difendevano con tutte le loro energie.
Donne contro donne.
Donna mia nonna, mia madre e le sue amiche, le mie compagne. E quasi tutte contrarie a questo movimento che non si sapeva bene dove volesse andare.
Sembrava quasi che quelle lotte fossero improntate unicamente all'insegna del voler abbandonare la famiglia per darsi a lascivi rapporti con maschietti vogliosi: femminista era quindi spesso sinonimo di puttana, a volte anche di donna brutta che non riuscendo ad imporsi col suo bel corpo cerca di valorizzare inutilmente il suo cervello.
Ero bambina e giocando nei pressi di una cantina, luogo in cui l'ingresso era riservato unicamente al sesso forte, sentivo gli uomini stanchi dal lavoro venuti li per riposarsi e giocare qualche partita a carte tra amici. Sentivo un forte dolore interiore quando parlando delle loro mogli le apostrofavano col termine di giumenta.
Anche io sarei diventata allora una giumenta?
Avevo giurato di no, che a costo di passare da zitella tutta la mia vita nessun uomo avrebba avuto la possibilità di considerami tale.
Nelle nostre famiglie numerose i padri e le stesse madri davano ai fratelli maggiori il compito di sorvegliare sul corretto cammino delle sorelle, e questi fratelli non tardavano a diventare spietati.
Non era raro che picchiassero anche per strada una sorella , colpevole soltanto di essersi attardata lungo il ritorno da scuola a chiacchierare con le amiche.
Erano cattive parole ed anche calci e schiaffi quelli che volavano.
Le donne degli anni 60, qualunque fosse la loro età erano destinate unicamente a prendersi cura amorevolmente dei loro maschietti, figli, mariti, fratelli, padri o cognati. Non si lesinavano sonore lezioni vocali accompagnate da abili percussioni a qualsiasi ragazza dimostrasse di discostarsi dal solito cammino.
Io ho avuto la fortuna di avere genitori con un qualcosa in più rispetto a quelli delle mie amiche, ero l'unica a non dover andare nel panico se passeggiando per le strade del paese incontravo mio fratello, la vita mi aveva dato modo di capire che una donna rispetto ad un uomo altro non era che una persona e che pertanto aveva gli stessi diritti e identici doveri.
Ma che delusione quando:
-sei femminista anche tu?
chiesi una volta al mio amato fratello che trovavo di una grande intelligenza e notevole apertura mentale.
-Come puoi chiedermi questo? mi rispose, e continuò:
non potrò mai essere femminista io sono uomo, tu sei donna, siamo diversi, io non posso essere femminista.
Una pugnalata!!!! non mi sarei mai aspettata da lui una simile risposta.
Io che me lo immaginavo capace di affiancare le donne nei cortei di colpo iniziai a vederlo pari a quei maschietti che per strada alzavano il pugno chiuso con il dito medio ben in vista in risposta agli slogan delle donne che sfilavano per le strade delle città.
La vita poi mi ha insegnato che aveva ragione lui, che non si poteva chiedere ad un uomo di essere femminista, che l'emancipazione delle donne doveva unicamente passare attraverso un duro lavoro introspettivo delle stesse donne che dovevano fare, cambiare, ma tutto unicamente con le loro forze.
Ne è passato tanto di tempo, la sitiuazione delle donne è mutata di molto.
Prima eravamo quasi tutte destinate unicamente a passare il nostro tempo tra le mura domestiche, adesso andiamo a lavorare ed al ritorno ci attende la casa da pulire.
Prima non ci era concesso di andare al cinema da sole, di uscire, di gestire il denaro senza sentirsi in colpa di spendere ciò che era il risultato del duro lavoro del nostro uomo, ora possimo spendere il corrispettivo del nostro duro lavoro.
Se paragono quello che è stata la vita delle madri e mogli degli anni 60 mi accorgo che la mia fondamentalmente non è cambiata di molto... lavoro fuori ed in casa, non ho il rimorso nel gestire il denaro ma è molto forte quello per aver sottratto ai miei figli il tempo che mia madre mi dedicava all'uscita di scuola.
La casa rimane comunque per molte donne ancora una sottile prigione.
Ci siamo guadagnate spazio nel mondo del lavoro ma allo stesso tempo mi acorgo che diversamente non poteva andare visto che ormai un solo stipendio in famiglia non basta.
Ci siamo emancipate, siamo donne, madri, mogli, amanti, ma in cuor mio sento che non è cambiato moltissimo per molte donne.
La colpa è di noi stesse, noi che siamo amiche e nemiche allo stesso tempo delle altre donne.
La prova?
C'è una casa aperta agli occhi di tutti in cui dividono le giornate uomini e donne... sto parlando del Grande Fratello che non seguo in modo spasmodico ma a cui ogni tanto dò un'occhiata.
Facendo un pò di paragoni tra le vecchie e la nuova edizione una considerazione salta agli occhi:
le donne sono le nemiche di loro stesse, si nominano più di quanto non lo facciano i maschietti, è come se si sentissero minacciate dalla presenza delle loro stesse simili.
I maschietti invece danno sfoggio delle loro qualità da galletto andando nel confesionale a disdegnare tutti con la consapevolezza di essere solo loro i migliori e quando è il momento di candidare qualcuno all'eliminazione in genere colpiscono sempre le donne.
Se una di loro va a letto con uno della casa non può fare a meno di pensare a cosa sucederà quando tornerà nel normale mondo, sarà stato giusto? sbagliato? ma è solo lei che sente la responsabilità di questo gesto che pure è stato fatto in due.
Tra tre giorni è la "GIORNATA DELLE DONNE" che spudoratamente dal consumismo è stata tramutata in FESTA ma festa non è se non per i negozianti e per quelle donne che non vogliono guardare oltre e si accontentano di una mimosa o peggio ancora di un nuovo aspirapolvere , ferro da stiro, regalo del dolce compagno .
Abbiamo ancora molta strada da percorrere, dobbiamo correggere il tiro, forse abbiamo pensato che l'emancipazione delle donne passasse attraverso l'omologazione dei ruoli tra maschio e femmina, invece probabilente passa attraverso la diversità, attraverso la consapevolezza che uomo e donna sono diversi e complementari,che una donna al comando sbaglia se invece di farlo con caratteristiche femminili indossa comportamenti maschili.
Essere uguali nei diritti e nei doveri ma con assoluto rispetto delle caratteristiche e dei sentimenti che tanto ci fanno diverse dall'altra parte dell'universo umano.
soldino

una mimosa da parte mia a tutte le donne, arisoldino"

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963