Creato da la_sera_su_marte_4 il 21/10/2005
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Lo strano caso dell'ispettore Linley

Post n°854 pubblicato il 30 Ottobre 2005 da la_sera_su_marte_4
 
Foto di la_sera_su_marte_4

Pubblicato da: suede68   il   2004-09-16 12:16:30   L'articolo e' stato letto 32 volte

Tempo fa avevo accennato ad un buon giallo che avevo appena terminato, "La miglior vendetta" di Elizabeth George.
Visto che è abbastanza difficile trovare thriller di buona fattura e di cui non si scopra il colpevole dopo quattro pagine, mi sono gettata a capofitto nell'acquisto e nella lettura di altri libri della stessa autrice.
A onor del vero, prima di proseguire, bisogna che sveli alcuni strani meccanismi della mia mente e alcuni dettagli su questi libri.
Elizabeth George è una scrittrice americana che narra con molta maestria le vicende dell'ispettore di New Scotland Yard, nonché ottavo conte di Asherton, Thomas Linley e della sua poco omogenea équipe di amici-aiutanti-parenti.
Diciamo che è una serie. I romanzi sono tutti comprensibilissimi senza bisogno di averli letti per forza in ordine cronologico, però certamente certi dettagli diventano più chiari se si segue la data di pubblicazione, anche perché - e a me è successo proprio con "la miglior vendetta" - questi personaggi hanno avuto vicende piuttosto intrecciate fra loro, quindi si rischia di perdere qualche passaggio se non si conosce il loro passato.
Quindi - e qui passiamo agli strani meccanismi della mia mente - mi sono subito accanita nel volerli leggere tutti e in ordine.
Detto fatto, mi sono immersa nella lettura.
Ero davvero entusiasta, mi prefiggevo già di scriverne con toni assolutamente incantati, quando l'e-mail di una mia amica e collega di forum mi ha fatto riflettere. Fra le varie cose che mi raccontava, nel bel mezzo della lettera mi inseriva un commento sulla mia nuova eroina: "non condivido il tuo entusiasmo per la George, troppi nobilastri nei suoi libri".
Pam!
Un fulmine a ciel sereno!
Poiché stimo molto il giudizio della mia amica, mi sono messa a riflettere sul perché poteva aver scritto una cosa simile.
In effetti mi sono resa conto che i personaggi della George sono un po' bizzarri, non per i comportamenti, ma per come li ha delineati in maniera un po' incongrua: diciamo che variano da atteggiamenti univoci ad oltranza a quelli che proprio non possono stare insieme nella stessa persona.
Alcuni esempi: St James: è il miglior amico dell'ispettore, uno studioso di fisica, anatomia, scientifica, che è indispensabile alle indagini di Linley, perché solo lui vede certi dettagli. Reso storpio dallo stesso Linley in un incidente di macchina, gli perdona tutto, anche la fidanzata rubata. E' il buono senza speranza di guarigione, è quello che tutti ameremmo metterci sotto i piedi ed infatti anche lo stesso Linley lo fa, ma St James perdona tutto.
Debora Cotter: moglie di St James, nonché ex fidanzata di Linley: la donna che tutti gli uomini vorrebbero amare. Sempre pudica, tremebonda, sensibile, addomesticata, facile alla lacrima... uno strazio.
Lady Helen: nuova fidanzata di Linley, nonché ex amante di St James (e qui sa un po' di Beautiful): lei appartiene alla seconda categoria: è tutto fuorché univoca: una volta è la bella e stupida, un'altra volta ha un acume da vero segugio, sfrontata e pensierosa, libertina e seria, superficiale e profonda... insomma è la donna ossimoro...
Thomas Linley: il protagonista e di nuovo ritroviamo la categoria ossimoro: distinto e violento; gentile e sgarbato; sofferente e spensierato in mezzo ai suoi miliardi di sterline, lavora per farsi perdonare... insomma un altro essere o inesistente o schizzofrenico...
L'unico personaggio che decisamente è umano e credibile è l'aiutante di Linley, il sergente Barbara Havers: brutta, grassa, piena di complessi di inferiorità per una famiglia sfasciata alle spalle e il suo aspetto fisico, rancorosa perché non riesce a farsi amare, insopportabile nella sua petulanza di donna che è arrivata senza l'aiuto di un nome prestigioso o della sua bellezza, intelligente e capace, una donna assolutamente credibile, concreta nei viluppi della sua mente.
Ma è l'unica. Gli altri sono una banda scombinata che non si sa come riesca a stare insieme.

Allora cos'è che affascina dei libri della George?
Scrive bene e credo che abbia un'innata dote per costruire delle solide trame per i suoi racconti.
Niente è scontato, niente aiuta nella soluzione dei casi, nessuno è mai quello che appare, ma a differenza di altri scrittori la George svela pagina per pagina i lati oscuri dei protagonisti, non è un Poirot che raduna alla fine tutti gli indiziati e svela il mistero.
Piano piano, una pagina dopo l'altra, i segreti si scoprono e tocca all'investigatore e al lettore mettere insieme i pezzi. Linley non è un deus ex machina che salta fuori sul più bello e con strani artifici ci mostra il colpevole. Noi con lui investighiamo e scopriamo e alla fine ricreiamo il puzzle.
Questo intriga parecchio perché si sente, alla fine, che potevamo capirlo anche noi ma non ci siamo arrivati perché è l'autrice davvero brava, non il suo investigatore di New Scotland Yard, nonché ottavo conte di Asherton.

Ed infine le sue narrazioni si fondano su conoscenze dirette ed approfondite per tutto ciò che racconta.
"Il prezzo dell'inganno" ad esempio è un gran bel giallo, ambientato in un paesino del nord dell'Inghilterra dove la mentalità chiusa della popolazione rende particolarmente difficile l'integrazione degli immigrati pachistani. L'autrice sa rendere palpabile la tensione e le difficoltà fra le due etnie e le reciproche incomprensioni ed intolleranze.
In assoluto è il più bello che ho letto finora, forse perché ha come protagonista solo il sergente Havers e non tutto il clan Linley, forse perché è uno dei più recenti e quindi il mestiere e l'esperienza aiutano l'autrice nel descrivere situazioni più credibili.
Ve lo consiglio caldamente, come vi suggerisco uno dei primi, vincitore di innumerevoli premi letterari: "E liberaci dal padre", una terribile e morbosa storia di incesto.
Molto bello anche "In presenza del nemico".
Nel frattempo proseguo nella lettura della saga e ringrazio la mia amica per le preziose riflessioni che mi ha fatto compiere!
 

 
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