Creato da la_sera_su_marte_4 il 21/10/2005
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Post N° 979

Post n°979 pubblicato il 02 Dicembre 2005 da amaliacheammalia
 

L’altra sera su RAI 3, per la serie C’era una volta curata da Silvestro Montanaro, è andato in onda un reportage dal Vietnam a trent’anni dalla fine della guerra.

Il servizio prendeva lo spunto dalla constatazione che il paese è quello a maggior crescita economica (+8% mi pare) degli ultimi anni e la giornalista, seguita passo passo da uomini del regime, cercava di capire - e farci capire - quali fosse le reali condizioni di vita fuori della luccicante Hanoi: beh, il maggior handicap  delle popolazioni rurali - specie quelle che vivono nella zona che una volta era la linea di confine tra nord e sud – sono gli effetti devastanti sulla popolazione causati dal “componente Orange”, cioè le migliaia di tonnellate di diossina (perché di questo si trattava) che gli americani hanno buttato sull’intero paese e in quella zona in particolare.

A parte gli effetti diretti subiti da coloro che all’epoca erano in guerra, la portata reale dell’inquinamento chimico a cui sono esposti i vietnamiti la cominciano a percepire ora con i figli della “seconda generazione”: mostri.

La telecamera non ha indugiato su quelle deformazioni ma le ha mostrate in tutta la loro orrida verità: bambini senza occhi (letteralmente), bambini senza arti, bambini talmente deformi da non avere alcun aspetto riconoscibile. I più fortunati sono “solo” affetti dalla sindrome di Down o sono ciechi dalla nascita. Un milione di bambini deformi o comunque malformati. Donne che al momento del parto quasi lo rifiutano per la paura di vedere che anche il loro bambino è deforme.

Il governo fa poco e niente per alleviare le famiglie da queste tragedie; le poche scuole speciali, private, possono assistere qualche centinaio di bambini l’anno: e gli altri?

Mentre guardavo orripilata quelle immagini il pensiero mi è andato anche a Seveso, ai bambini nati e che nasceranno lì: se ne sa più niente?

Fino alla prima guerra mondiale le popolazioni venivano decimate da pestilenze varie ma l’unico “effetto collaterale” per i sopravvissuti e la loro progenie era una maggiore resistenza agli agenti patogeni: ora che siamo tecnicamente molto più avanzati ci permettiamo il lusso di ipotecare pesantemente il futuro delle prossime generazioni, ma senza sapere assolutamente né in che misura né in che modo.

Complimenti a noi.

 
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