Creato da SoloxMassimo il 24/07/2007

la stronza di turno

effimero tentativo di ritrovarti

 

 

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Racconto di Natale

Post n°172 pubblicato il 24 Dicembre 2019 da SoloxMassimo

Vivere in una scatola di cartone, non era mai stata la sua grande aspirazione, ma meglio questa che niente. Certo non era molto grande, ma c'era un bel cuscino rosso morbido all'interno, teneva calde le zampe, comoda la pancia. Le avevano annodato un nastro d'orato attorno la collo che finiva con un grande fiocco. Certo si sentiva un po ridicola conciata a quella maniera, ed iniziava a sentire fame e sete, ed avrebbe espletato volentieri anche qualche bisogno. La scatola aveva tutto a torno dei fori da cui filtrava luce e aria, poteva vedere quello che succedeva fuori. Luci blu rosse intermittenti, le davano fastidio agli occhi, il vociare degli umani e il profumino di cibo la strodiva. Decise di accoccolarsi sul cuscino chiudere gli occhi e cercare di dormire. Era stata  trovata in un rifugio per gatti randagi, il giorno prima, lei e altri cinque gattini erano chiusi in una grande gabbia. Gli umani arrivarono verso il tramonto, erano in due, una femmina ed un maschio. Guardarono i gattini con minuziosa attenzione, ed alla fine scelsero lei, l'unica maculata del gruppetto, il pelo lungo morbido striato di ruggine nero e bianco la rendeva graziosa. Paffuta e dal muso schiacciato, una persiana così la definì la volontaria del rifugio. la chiameremo Camilla, disse la femmina prendendola in braccio. Lei non capiva bene cosa stesse succedendo, quando la misero nel trasportino ebbe paura e prese a miagolare disperata. Fu un viaggio lungo costellato di vomito e diarrea, fino ad un'altro luogo che somigliava tanto al rifugio, solo con altri umani vestiti di bianco, uno di loro la mise su un tavolo e le palpò la pancia, le aprì la bocca, la lavarono e asciugarono con cura. lei tentò di opporsi come una guerriera felina sa fare, graffiando e mordendo tutti quelli che si avvicinarono. Piccola e tenace, avrebbe venduta cara la pelle. Poi crollo esausta nel trasportino, si risveglio in una stanza che gli umani chiamarono casa, le diedero da mangiare in una grossa ciotola tutta per lei, della  carne saporita e morbida. Una cuccia calda dove ripararsi. Poi era arrivato il momento, la sera di Natale, gli umani l'avano messa in quella scatola e lei era stata tranquilla, aspettando di uscirne quanto prima, ma ormai era da troppo che aspettava. Prese a graffiare la scatola, miagolando forte arrabbiata. Una voce di bambina la calmo, senti la presenza fuori della scatola, odore di latte e biscotti, le piaceva era rassicurante. Il coperchio  si apri e tra le luci sfavillanti la vide, due occhi neri tra una nuvola di ricci castani. Un gatto!!! esclamo felice, la prese tra le braccia baciandola e accarezzandola felice. Mamma papà è per me vero???? Camilla era felice, le piaceva quella piccola umana, anche se era un po strano che non avesse i piedi. 

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