Creato da daughterofthedesert il 28/06/2006

Match point

mai certa la vittoria, nemmeno la sconfitta però...

 

 

RIcostruzione?!

Post n°195 pubblicato il 18 Giugno 2007 da daughterofthedesert

" ... la leggerezza della distruzione ..." ( "4 minuti" )

Sì, succede, quando la vita fa  a   pezzi, di restare lì ad osservarli inermi, preferendo al peso della lotta per la RIcostruzione la leggerezza della distruzione stessa.

Photo: Alessandro Bavari,TRYPTICHON 2, Decostruzione di un Eroe e ricostruzione dell'Uomo 




 
 
 

Gesti

Post n°194 pubblicato il 12 Giugno 2007 da daughterofthedesert

Sollevare la gonna perchè non si bagni, non so quante volte l'ho fatto i primi tempi in cui a inizio primavera mi avventuravo fino all'acqua e mi abbassavo per trattenere un lembo della stoffa vicino ai fianchi. Lo faccio tuttora e anche quando scendo o salgo le scale, o se sta piovendo e devo correre fino al primo riparo.

E' un gesto molto femminile, trovo, e se fossi omo mi piacerebbe trovarmi davanti a una donna che lo fa.

Painting: Vettriano, Mad Dogs

 
 
 

Cancella il debito!!!

Post n°193 pubblicato il 06 Giugno 2007 da daughterofthedesert

"Be merciful..." The Merchant of Venice

Mi rincorrono per i corridoi dicendo che mi vogliono bene, stanno appiccicati alla cattedra con la calcolatrice in mano proponendomi improbabili calcoli che vanno a scomodare le mie precarie nozioni sul far di conto, cosa che farebbe loro meritare d'ufficio, lo avessero, la cancellazione del debito in matematica.( ne informerò il collega ok ok )

Sì, son loro: l'esercito dei destinati a beccarsi il debito formativo a fine anno.

L'ultima settimana di scuola subiscono una mutazione e all'improviso, dopo avere bellamente ignorato te e la tua materia per un anno... ebbene sì..

...si accorgono di te e non certo per la tua bravura o la tua avvenenza o la tua simpatia!!!! :)))

TU SEI QUELLA CUI DOVRANNO UN DEBITO.

Non la prof che per mesi ti ha rincorso, ha predicato, ti ha invitato a lavorare diversamente, ha cercato strumenti per convincerti, ha ascoltato, ti ha strigliato e strapazzato.

Alla fine faccio la figura della strozzina.

Bella roba.

:))

Sarò di ghiaccio e non accetterò profferte di alcuna sorta.

Mmmmh, però.. significherà pure rinunciare alla torta della mamma di Marco.

E' un mondo difficile...

Painting: Thomas Sully, Portia and Shylock

 
 
 

Post N° 192

Post n°192 pubblicato il 31 Maggio 2007 da daughterofthedesert

Tante donne dentro una sola.

Mia condizione.

Dipendo da loro, non posso fare a meno di nessuna.

Sono loro.

Sono me.

 
 
 

French Kisses

Post n°191 pubblicato il 27 Maggio 2007 da daughterofthedesert

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"Da mihi basia milla, deinde centum, deinde mille altera, deinde secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum..."

Ci sono bocche da cui non mi staccherei mai, che adoro stropicciare, che amo riempire di sfacciataggine.

Ci son bocche da cui mi staccherei dopo un secondo, se ne resto due solo per cortesia...

:))

 
 
 

Post N° 190

Post n°190 pubblicato il 21 Maggio 2007 da daughterofthedesert

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Ho poca voglia di accendere il pc e scrivere, da non interpretare come stanchezza di condivisione di pensieri, ma come desiderio di luce del sole contro atmosfere da fumoso jazz club di film americani anni cinquanta, piacevolissime certo e che mi mancan poi comunque alla fine, ma son giorni in cui amo respirare aria pura.

Impagabile sentirsela entrare dentro le narici poi giù fino alla pancia, restare un attimo in apnea, chiudere gli occhi, farla uscire  adagio e riaprirli.

Ti coglie un leggero giramento di testa che assomiglia all'effetto delle bollicine di qualche flute di ottimo vino.

Con la differenza che puoi poi guidare.

:)

 
 
 

Post N° 189

Post n°189 pubblicato il 09 Maggio 2007 da daughterofthedesert

Big Spring Clean!!!!!!!

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Pugni chiusi stretti(2)

Post n°188 pubblicato il 07 Maggio 2007 da daughterofthedesert
 
Tag: ME

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C'è una storia e piuttosto  triste, legata a questo mio gesto.  Non ne ho scritto mai, ma credo sia giunto il tempo.

Mio padre morì che avevo dodici anni un giorno come oggi, dopo una lunghissima malattia che era iniziata quando ne avevo sette; era cominciato tutto il pomeriggio in cui non venne  mamma a prendermi a scuola, mandò una zia che mi accompagnò a casa di una compagna di scuola per pranzo.

Dopo eran stati sempre sussurri e sottintesi e voci che si zittivano quando entravano nella stanza i bambini, mio padre via tanti lunghi anni in giro per ospedali.

Nessuno mi disse mai perchè, lo fecero solo quando era tutto finito, però mi suggerivano sempre di essere brava e papà sarebbe tornato presto, dovevo essere brava e ubbidiente e sorridere per la mamma, così, quando sarebbe tornata a casa ogni tanto, avrebbe visto i bambini sereni e non le sarebbe dispiaciuto molto stare lontana da loro.

Sereni già.

Si puo' essere sereni lontani dai genitori così tanto tempo? Però quando mamma tornava cercavo di non far vedere che mi si spaccava il cuore quando poi se ne partiva di nuovo senza portare i bambini con sè.

Nacque lì la storia dei pugni chiusi stretti. Mi aiutava stringerli forte, ma così tanto forte che mi si stritolavano quasi le dita e le unghie diventavano tutte bianche. Non una parola. Era per non fare scappare il dolore, non farlo vedere, non dare altri dispiaceri a mamma.

Questo ha segnato molto, nel corso degli anni, anche quelli dopo la tragedia, il mio atteggiamento pubblico nei confronti del dolore, del dispiacere, del disagio, pure quello piccolo delle cose sciocche.

Consuetudine che si è modificata solo da pochi anni, quando un uomo un giorno, sì perchè ci sono uomini così, senza che gli avessi mai raccontato questo fatto, mi prese le mani serrate a pugno, allungò distese le mie dita e mi disse che così dovevano restare.

E fu un piacere indescrivibile sentire ogni muscolo e ogni respiro allungarsi con quelle dita e lasciarsi del tutto andare alla loro naturale inclinazione.

Drawing: D.G.Rossetti, Study for Beatrice

 
 
 

Pugni chiusi stretti (1)

Post n°187 pubblicato il 05 Maggio 2007 da daughterofthedesert
 
Tag: ME

Arrossisco come una quindicenne.

Tento di arginare l'ondata di calore che sale fino a colorare il mio viso di rosso vermiglio, stringendo forte i pugni con le mani dietro alla schiena in modo che nessuno se ne accorga.

Sciocca.

 
 
 

Post N° 186

Post n°186 pubblicato il 28 Aprile 2007 da daughterofthedesert

"Two Roads Diverged in a wood, and I—

I took the one less traveled by,

And that has made all the difference."

 Robert Frost, The Road Not Taken

Non finisce più questa settimana?

Un enorme frullatore ha miscelato attimi di grande gioia e altri di grande rammarico.

Ne esco sì stanca, ma rafforzata, nella consapevolezza che prima o poi si deve scegliere davanti al famoso bivio.

Mi sono incamminata per una delle strade ora, la meno battuta, è vero, forse, sarà quella d'ora in poi la via. Giusta, sbagliata che importa? Son certa che tanti altri bivi incontrerò con il tempo.

Quel che conta è camminare.

Painting: Penelope Dullagham

 
 
 

Blind date

Post n°185 pubblicato il 22 Aprile 2007 da daughterofthedesert
 
Tag: PLACES

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Alla rotonda giri a sinistra, c'è un grande parcheggio e di fronte due case rosa, la mia è quella a sinistra.

Parto, sbaglio rotonde due volte, chiamo, dai sei vicina. Vicina. Perchè sto andando proprio non so, a volte succede di non pensarci troppo alle cose e dire ok, anche a chi di solito si arrovella giorni per prendere delle decisioni e finisce poi per farlo troppo in ritardo, trovandosi sola, alla stazione e guardare la coda di un treno perso.

Ma  a volte succede.

Vieni?

Sì, vengo.

E sbaglio rotonda, ma arrivo.

Mi accolgono due palle di occhi verdissimi e un sorriso timido, una coca cola, un budino alla cioccolata, un gatto bianco che mi si striscia alle gambe, oggetti d'arte appesi, una stanza delle cose trovate e accatastate in disordine ordinato, una stanza del letto, "qui non sembra sia estate?".

Estate, sì.

Nei nostri gesti c'è tutto il calore di una estate che qui, in questa stanza, è arrivata davvero, dopo una carezza che l'uno ha il coraggio di cucire sul viso dell'altra, in due corpi che si appiccicano  per l'aria rovente, nel calore che cresce come un sesso, in mani lingue dita che cercano di placare l' arsura.

Trovandola infine andando a scavare di dentro.

Estate.

 
 
 

Sulla mia scrivania

Post n°184 pubblicato il 19 Aprile 2007 da daughterofthedesert

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 Partendo da sinistra in fondo 4 pile di cd una foto di classe il contenitore dell'ipod una scatola di latta con foglietti vari una fila di floppy una scatola di cartoncino beige con dentro anelli e bracciali una scatolina più piccola con dentro anelli solo una scatolina d'argento intagliata con dentro anelli quattro cornici una media in bianco e nero con me e mamma quando avevo un anno davanti alla torta che mi lecco un dito una quadrata di me a cinque anni con i capelli mossi e una margheritina dietro l'orecchio una di figlio a giorni uno una di me pochi mesi con papà una macchina fotografica nella sua custodia una cartellina rossa un libro saggio intolato I-Tech un portapenne con dentro penne matite forbici candele cancellina una stampante un monitor un portacarte di tre piani pila di fogli di compiti dizionario monolingue tappetino per mouse mouse tastiera casse portanastro adesivo foglietti di ricevute due gattini porta fogli con la coda dritta in cui è infilato il foglietto con le istruzioni di come fare a fotocopiare avanti retro senza che venga sempre avanti avanti o retro retro due paperelle di legno un collirio un paio di occhiali da presbite una bottiglietta con dentro parole un libro, the hours tre cartoline una con la pescheria di venezia una con un paesaggio marino una con un quadro di turner copie di poesie un quaderno con la copertina di papaveri rossi...

Photo: Sarah Hobbes, Untitled ( Perfectionist )

 
 
 

A un pesce di nome funky

Post n°183 pubblicato il 12 Aprile 2007 da daughterofthedesert

PLAYBACK

             nOn veDiamO + lA steSsa coSa

     2 ocChi neLlo sTesSo visO kE si alLontAnAnO

         cOme uN’ omBrA si sCucE daL corPo

                           lenTamEntE

              iL tuO sguArdO esCe dAl miO e

                    diVentiAmo nOstalGiA

             La voCe si sCiogLie daLle labBra e

         DiveNtiaMo pLaybAcK di ParoLe stEriLi

            mEntRe lA scriTturA si asSotTigLia

                                 n O i

         siAmO giA’ coPia di nOi steSsi Noi

        e niEntE kE vaLgA ciO’ kE eraVamO.

3 G ore 11:15

 Today.. poetry... annuncio sventolando fotocopie con strani segni!

Ma prof... è in italiano.

Hush.. speak English .. yes .. in Italian.. can u find anything strange?

It is written like an sms...  ( R. un grosso tipo curioso )

A number " in number".. :) ( S. prova )

Big letters and small letters in the same words.. ( F. con gli occhi da furetto )

The end of a love story prof... how sad... ( V. che ha 16 anni e un bimbo di due )

Li lascio parlare...

A me fa schifo. ( F. sempre )

Ok, it's your personal opinion but u should say a me fa schifo perchè....

uhu... because I am used to reading poems by great famous poets.. Dante... Petrarca...

Oh, and so?

who wrote this prof?

doesn't matter F. let's consider the poem not the poet.. I'll tell u after..

Ok. I think the poet wrote this way because he or she is a teenager and is used to such a language...

maybe F.

..and he addresses to a young audience in their same language so that they can appreciate it better.. ( M. ragazzina lentigginosa )

And.. do you?

yes, prof, I like the words he uses and reading makes me feel happy and sad at the same time...

why M.?

because i feel sad for him .. or her.. but the words are so.. so.. so.. ehm.. special?

Him M, it is a man writing it. I can't give u a lot of details because I really don't know much, but if u want u can see other poems here. Now please copy down the text and after that give me the copies back. At home try to write it in English, then refer your impressions and draw something about it.

C., ragazzina bionda e paffuta:

" ma prof, la volevo attaccare sul diario..."

Sorrido, ok, incolla la poesia sul diario, ma non nella stessa pagina di Riccardo Scamarcio per favore.

No prof, 

pagina nuova.

Pagina nuova, sì mia cara, chissà che dirà la tua prof di Italiano quando la leggerà, lei che inorridisce per le k, che non possiede cellulare e non sa usare il pc, però ti recita versi di Dante come tu sai ogni parola dell'ultima di DJ Provenzano.

I linguaggi si modificano, i fruitori si soffermano spesso affrettatamente sulle parole, sul loro senso, sulle emozioni che evocherebbe il loro ascolto attento, allora una scrittura che mette dei gradini da salire aiuta a rallentare e a godere del piacere di apprezzare la scelta di una parola piuttosto che di un'altra e il suo accostamento ad altre che ci porti in un mondo tutto da RIscoprire per quel che siamo diventati e per quel che saranno R. , S. , F. , V. , M. e C.

 immagine

 Painting: Bacon, Figure Writing

 

 

 

 

 

 
 
 

Post N° 182

Post n°182 pubblicato il 06 Aprile 2007 da daughterofthedesert
 
Tag: Pages

 Marguerite Yourcenau

“ Le Figaro “
 7 di aprile  1977

“ Sequenza di Pasqua. Una delle più belle storie del mondo “.


“ Un prologo quasi ironico: un gruppo di gente modesta giunge nella capitale col proprio maestro prediletto, acclamato da quella stessa plebaglia che, di lì a poco, doveva dileggiarlo.

Una frugale cena di festeggiamento: un traditore sospettato fra i dodici commensali; un ingenuo che proclama a voce alta la propria dedizione e che sarà il primo ad avere un momento di debolezza; il più giovane e il più amato appoggiato con una certa indolenza sulla spalla del maestro, ammantato com’è, forse, di quel guscio dorato che spesso protegge la giovinezza; il maestro, isolato per la sua sapienza e prescienza in mezzo a questi ignoranti e deboli che sono però quanto di meglio ha trovato per seguirlo e continuare la sua opera.

Scesa la notte, il maestro, ancora più solo in questo angolo di frutteto che domina la città dove tutti, tranne i suoi nemici, lo hanno dimenticato: le lunghe ore buie in cui il presentimento si muta in angoscia; la vittima che prega affinché la prova attesa gli venga risparmiata, ma è anche consapevole che non può essere evitata e che, se dovesse ricominciare, ripercorrerebbe lo stesso cammino; l’anima eterna che osserva il suo voto nonostante la notte solitaria .

( … ) Mentre egli soffre, gli amici dormono, incapaci di avvertire l’urgere del momento. Non potete vegliare un poco con me ? No: non possono; hanno sonno; e colui che li chiama non ignora del resto che verrà il giorno in cui anche questi infelici dovranno soffrire e vegliare.

L’arrivo della truppa, che si appresta ad arrestare l’accusato. Il focoso difensore che rischia di peggiorare ancora le cose e quasi subito si perde di coraggio. Le due istituzioni, l’ecclesiastica e la laica, anche se imbarazzate, che si ripassano l’imputato; l’eterno dialogo dello zelo e dello scetticismo, che sono complementari l’uno all’altro:
Chiunque ami la verità mi ascolti.
– Che cos’è la verità?

L’altissimo funzionario sfinito, che vorrebbe proprio lavarsi le mani di questa faccenda, lasciando alla folla la scelta del prigioniero destinato ad essere liberato per la festa imminente e la scelta cade, com’è naturale, sul divo del crimine e non sul giusto innocente.

Il condannato, insultato, percosso, torturato da bruti ottusi di cui non pochi sono probabilmente buoni padri di famiglia, buoni vicini, bonaccioni, costretto a trascinare il palo del proprio patibolo, come nei lager, a volte, i prigionieri si portano dietro la pala per scavarsi la fossa.

Il gruppetto di amici rimasti accanto al suppliziato, accettando l’umiliazione e il pericolo in cui incorre la fedeltà.

I diverbi tra le guardie che si disputano la veste vacante, come in tempo di guerra i compagni di un caduto il suo cinturone e le scarpe.

La tenerezza che traspare sotto forma di raccomandazione ai propri cari, da parte di un essere troppo preso sin allora dalla propria missione per pensare granché a loro: il morente che dà per figlio alla madre il suo migliore amico. ( Così, anche al giorno d’oggi, in tutti i paesi, le ultime lettere di condannati a morte e di soldati che partono per una missione da cui non si torna, piene di consigli sul matrimonio della sorella o la pensione della vecchia madre ).

Lo scambio di parole con un condannato di diritto comune in cui si è riconosciuto un uomo di cuore; la lunga agonia al sole, al vento agro, alla vista della folla che, a poco a poco, si disperde perché la faccenda non accenna a finire.

L’esclamazione che sembra indicare, perché tutto sia compiuto, che la disperazione è uno stato attraverso cui bisogna passare.

Perché mi hai abbandonato ? E, nello spazio di poche ore, questa povera gente otterrà per il proprio morto la carità di una tomba e le sentinelle ( … ) dormiranno addossate al muro come poche ore prima accanto al vivo angosciato gli umili compagni stanchi.

E che cosa ancora? Le ore, i giorni, le settimane che scorrono poi tra lutto e fiduciosa attesa, tra fantasma e Dio, in quella atmosfera crepuscolare ove niente è assolutamente sicuro, accertato, probante, ma dove passa la corrente d’aria dell’inesplicabile, come in talune pietose relazioni tenute in certe società per l’avanzamento delle scienze psichiche, tanto più conturbanti quanto più sconclusionate.

L’ex prostituta venuta al cimitero a pregare e a piangere, e che crede di riconoscere la persona perduta nei tratti del giardiniere.

( … ) E più tardi, quando l’emozione, come dicono i rapporti di polizia, si è un poco placata, i due fedeli che camminano lungo una strada, raggiunti da un simpatico viaggiatore che accetta di sedere a tavola con loro alla locanda e scompare nel momento in cui si dicono che è Lui.

Una delle più belle storie del mondo termina con questi riflessi di una Presenza, alquanto simili a nuvole ancora colorate dal sole sceso sotto l’orizzonte.

Mi sentirei più vicino a Gesù se fosse stato fucilato anziché crocefisso , mi diceva un giorno un giovane ufficiale che aveva fatto la guerra in Corea.

Proprio per lui e per tutti coloro che non riescono a ritrovare l’essenziale sotto ciò che potremmo chiamare gli accessori del passato, mi sono arrischiata a scrivere quanto precede. “

Buone feste.

 
 
 

Sessualità

Post n°181 pubblicato il 02 Aprile 2007 da daughterofthedesert

Chissà se la sessualità è qualcosa che si può insegnare? Io ho scoperto tutto da sola, le uniche parole che si degnò di dire mamma fu quando "divenni signorina" e fu costretta a spiegarmi che era quella cosa, con dettagli molto tecnici come da libro di scienze e con riferimenti molto velati al mondo del sesso. Non me lo insegnò, la mia sessualità l'ho costruita giorno dopo giorno, confabulando di nascosto fra amiche, ascoltando le pulsioni del mio corpo, cercando di dar loro una voce, di dare risposta alle loro domande, mettendole in mani più o meno esperte, più o meno sincere, più o meno consapevoli del fatto di essere strumento di conoscenza di un mondo che custodiva segreti inesplorati. Alla fine forse così deve essere, un percorso a ostacoli senza grucce, che ha come fine il riconoscimento del piacere profondo che il conoscersi a fondo dà.

immagine

Osservo mio figlio, adolescente, maschio. E mi trovo dall'altra parte, dalla stessa in cui era mamma, ma 40 anni fa.

Fosse stato femmina forse sarebbe stato più facile, forse in giorni come i nostri è più probabile si crei una condivisione fra madri e figlie, ma è un maschio. Posso mostrargli il lato femminile della sessualità, che potrà aiutarlo nel capire una donna, questo sì, ma forse non devo aiutarlo nell'altro percorso.

Non per incapacità o non volontà, ma per rispetto di un cammino che dovrà fare da solo perchè diventi il SUO.

Osservo il ragazzo, e gli vedo addosso le mani e la faccia sporche di fango di quando a quattro anni cadde in una  pozzanghera del parco, ma con addosso il più divertito dei sorrisi del mondo per la soddisfazione di essersi rialzato da solo.

Ti ci dovrai "sporcare" ancora ragazzo mio con le cose della vita, però chi te lo leva quel sorriso lì.....

Painting: Long Way Home, Sam Toft

 
 
 

Mentre mangio una insalata di seppia..

Post n°180 pubblicato il 30 Marzo 2007 da daughterofthedesert

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... rifletto.

Cosa rende un amico un ottimo amico?

E una amica una ottima amica?

La punta della forchetta sposta resti di gamberetti e striscioline di seppia e sedano meccanicamente , mentre nelle orecchie rieccheggiano parole di qualcosa che son stata invitata a non scordare mai.

Nemmeno tanto tempo fa.

Era una cosa sul fatto del ci sarò sempre.

Sempre sempre sempre.

Parola di cui non bisognerebbe mai abusare.

 
 
 

Ricettina per superare attacco di metereopatia

Post n°179 pubblicato il 27 Marzo 2007 da daughterofthedesert

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Quando sei metereopatico il primo giorno abbozzi, il secondo, a patto tu sia un metereopatico ottimista, dici bè passserà, il terzo dici no non è passato e ti gira la testa, ma il quinto... bè... diventi più nero di quelle nuvole laggiù all'orizzonte che ad altro non ti fan pensare che a un sesto settimo giorno...

Per dar sollazzo alle tue pene la sola ricetta ha ingredienti semplicissimi da mescolare a giuste dosi:

  • un buon libro;
  • un tè bollente con deliziosi biscottini al burro;
  • una buona compagnia.

Il tutto sotto le coperte.

Poi se ci finisci sopra è perchè della pioggia fuori te ne sei fregato e stai godendo anche di una sola delle suddette prelibatezze.

Et voilà, guarito.

:)))

 
 
 

Post N° 178

Post n°178 pubblicato il 25 Marzo 2007 da daughterofthedesert

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Dedica iniziale:

"Ai nostri limiti"

Non c'è commento nusicale per tutto il film, ma la musica prima trattenuta a favore di grida silenzi parole su piani fissi "scoppia" nella sequenza finale con un violino impazzito mentre la scena si allarga e si muove lungo la via della fuga, unica fonte di vita in trionfo sulla non vita.

 
 
 

Back again

Post n°177 pubblicato il 15 Marzo 2007 da daughterofthedesert

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Eccomi di ritorno, entrerò solo per scrivere, chiedo venia se la mia vita sociale da blog sarà ristretta alla visita dei pochissimi che contano per me, risponderò volentieri a chi desidera lasciare un commento, ma non me ne andrò a passeggio nel resto del mondo. Preferisco dedicare energie al mondo vero e alla mia salute, che pare sia una vera schifezza. :)

Alberto Giacometti, Nudo in piedi

 
 
 

Post N° 176

Post n°176 pubblicato il 02 Marzo 2007 da daughterofthedesert

...

quindi

me ne vado

arrivederci e grazie

.

 
 
 

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"Menino vanto altri delle pagine che hanno scritto.

Il mio orgoglio sta in quelle che ho letto."

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