Micro abitava poco fuori dal paese.
Non era una vera casa, ma probabilmente un vecchio fienile
o una rimessa per macchine agricole, con un tetto di travi di
legno a capanna, molto alto.
E dentro, in un disordine tutto suo, c’erano ammassati
oggetti di tutta una vita.
Ma la cosa di cui andava veramente fiero, era il suo letto.
Era formato da una vecchi rete di metallo raccolta chissà
dove, senza zampe, alla quale aveva legato una corda a
ogni angolo, e le corde le aveva fatte passare sopra le
travi del tetto.
Così il suo letto era sospeso in aria, e ogni volta che si
sedeva dondolava lentamente.
Al soffitto aveva anche legato, a diverse altezze, una grande
quantità di oggetti; bottigliette, sfere, piatti, palle di natale,
e tutti erano rigorosamente in vetro trasparente e
coloratissimo.
Nessuno era mai entrato in casa sua, né lui voleva che
si entrasse.
Era il suo piccolo regno e ne era fiero quanto geloso.
Quando andava a dormire, si dava una leggera spinta e
lasciava che il letto lo cullasse, dondolando, come un
tempo sua madre, mentre guardava il suo firmamento di
vetri colorati, illuminati dalla luce della luna.
Riflessi di cento forme e di mille colori lo accompagnavano
nel sonno, mentre sentiva di volare tra gli astri, lontano
dalla terra, con il suo letto, leggero, tra gli astri.
Inviato da: Fenice_A_ngela
il 06/06/2013 alle 16:15
Inviato da: pieromannelli
il 07/06/2012 alle 12:41
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il 15/06/2011 alle 13:53
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il 10/01/2011 alle 12:32