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riflessioni e meditazioni sulla Parola di Dio

 
 

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ECCO, IO VI MANDO COME PECORE IN MEZZO AI LUPI

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi.

Siate dunque prudenti come i serpenti e

semlici come le colombe.

Però guardatevi dagli uomini, perchè

vi consegneranno ai tribunali, e vi 

flagelleranno nelle loro sinagoghe,

e sarete consegnati ai governanti, per causa mia

e per rendermi testimonianza davanti a loro.

Matteo 10, 16-18.

 

 

« Gesù non gli diede alcun...LO SPIRITO DI ANARCHIA »

GIUDICARE

Post n°75 pubblicato il 24 Novembre 2013 da mauroproietti1953
 

Dalla Parola di Dio possiamo trarre due informazioni diverse sul giudicare: 1° : il giudicare ordinato da Dio al credente, e solo al credente; 2° : il giudicare proibito da Dio a tutti (credenti e non credenti), in modo assoluto. 1° tipo Qui la volontà del giudizio risale a Dio, è di natura divina; è Dio che ordina di giudicare. Dio permette al credente di giudicare un altro credente, o un non credente, o la condizione spirituale di qualcuno, o l'esercizio spirituale di qualcuno o altro o altro. Si fa ancora notare che, essendo Dio che lo vuole, il giudicare non può essere che benigno, cioè: il fine o lo scopo del giudizio è quello di correggere amorevolmente, di edificare, di rimuovere un errore (sia nel singolo che in una comunità), nel rispetto di tutti. Un esempio di questo primo tipo lo troviamo in 1Cor. 14:29 dove l'apostolo Paolo dice da parte di Dio: ''parlino 2 o 3 profeti, gli altri giudichino''. Dio affida il giudizio nella comunità solo a chi è un vero credente, nato di nuovo, per il fatto che l'uomo naturale (che può trovarsi anche in mezzo ai credenti) non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. L'uomo spirituale, invece, giudica (ovunque si trovi) ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno (1Cor. 2:14-15). Un altro esempio di questo primo tipo lo troviamo in Lev. 19: 15, dove è scritto: ''Non commettere iniquità nel giudicare; non avrai riguardo alla persona del povero, né tributerai speciale onore alla persona del potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia''. Anche qui il giudizio ha uno scopo benefico (correggere con amore e rispetto, edificare e non abbattere, ecc.) e la volontà del giudizio risale a Dio che permette al credente di giudicare tutti, ma con giustizia e non per apparenza (Giov. 7:24), non per il sentito dire (Isa.11:3), non avendo riguardo alla qualità delle persone (Atti 10:34). 2° tipo Un esempio di questo secondo tipo di giudizio si può leggere in Mat. 7:1-2 dove l'evangelista scrive: ''Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi''. Qui la volontà del giudizio non risale a Dio; Egli non lo vuole e non lo chiede, anzi, ordina a tutti, credenti e non credenti, di non esercitarlo assolutamente. Chi lo fa agisce con la sua volontà di uomo, in contrasto con la volontà di Dio, per l'innata predisposizione al peccato di ogni uomo. Perciò questo tipo di giudizio, essendo fuori dall'influenza della grazia di Dio, è malefico, carnale e distruttivo, in quanto spinge l'uomo ad offendere, a colpire, ad emarginare. E perché il comando di Dio viene trasgredito, chi non si pente di vivere nella trasgressione, sarà dal Signore trattato con lo stesso tipo di giudizio e nella stessa misura. E' sbagliato pensare che si possa servire il Signore correndo a destra e a sinistra, a giudicare ogni cosa o persona, al minimo errore percepito. Né Dio, né Gesù lo fanno; e neanche noi dobbiamo farlo. Infatti Gesù disse: ''il Padre non giudica nessuno, ma ha affidato tutto il giudizio al Figlio" (Giov. 5: 22,27)'. E Gesù, pur avendone ricevuta dal Padre l'autorità non se ne servì. Infatti Egli disse di sé: ''se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciato è quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno" (Giov.12: 47-48). Il giudizio punitivo non appartiene all'uomo ma a Dio che lo metterà in atto nell'ultimo giorno. Non oggi! Conclusione: nessuno (credente o non credente) può prendersi l'iniziativa di giudicare; il giudizio che nasce per la volontà dell'uomo è distruttivo e contro il comandamento di Dio che lo proibisce (Mat. 7:1-2). Il credente può giudicare solo quando Dio glielo permette, dentro e fuori la comunità. In questo caso è Dio che ha la volontà di giudicare ed il giudizio è benefico. Chi giudica offendendo, diffamando, abbattendo, distruggendo, anche se inconsapevolmente, non sta servendo Dio. Un abbraccio in Cristo.   Daniele Scibetta      http://vocechegrida.ning.com/profiles/blogs/sul-giudicare

 
 
 
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